Ovini morti a San Michele, i test confermano l’avvelenamento

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(foto archivio)

La causa sarebbe l’urea, una molecola contenuta in alcuni fertilizzanti in commercio per l’agricoltura

La strage resta comunque avvolta nel mistero. Il gregge, stando a quanto riferito ad Ats, non avrebbe attraversato terreni coltivati

GALBIATE – Avvelenamento causato da urea: questo l’esito degli esami analitici effettuati dall’Istituto Zooprofilattico di Sondrio sui campioni prelevati dagli ovini morti in località Prato Bellavista a San Michele di Galbiate. Una vera e propria strage, dal momento che su un gregge di quasi 400 esemplari 250 sono deceduti nel giro di un’ora.

Tre settimane dopo il tragico evento è arrivato il verdetto che ha confermato l’ipotesi dell’avvelenamento: “Gli esiti analitici degli animali deceduti e dei prelievi effettuati sugli animali superstiti hanno evidenziato la quasi certezza di avvelenamento causato da urea, una molecola chimica di origine organica normalmente presente in commercio in quanto fertilizzante utilizzato in agricoltura” fanno sapere da Ats Brianza.

Se è chiaro cosa abbia causato l’improvviso decesso di massa degli ovini, rimane ignoto dove gli animali possano aver ingerito la sostanza. Non sembra infatti che il gregge, proveniente da Morterone e diretto verso la Brianza, abbia attraversato terreni coltivati. “Il percorso che stava seguendo – fanno sapere sempre da Ats – è stato dichiarato all’interno del Parco del Monte Barro e le analisi condotte in luogo anche dalle Guardie Forestali con l’ausilio dei cani antiveleno non hanno dato riscontri della presenza del fertilizzante nel terreno”.

Resta dunque il ‘mistero’ di dove gli animali abbiamo assunto il fertilizzante: “Al momento non è possibile determinare se si è trattato di un avvelenamento accidentale o doloso” concludono da Ats.