Sonya Caleffi, 41 anni, ha trascorso gli ultimi sette in carcere, dopo la condanna a 20 anni per cinque omicidi (altri due tentati), con l’accusa che ne aveva contestati almeno 15. Si trattava di anziani pazienti dell’ospedale Manzoni, ricoverati nel reparto di Medicina, che Sonya uccise con delle iniezioni d’aria per motivi spiegati con difficoltà. A stabilirlo la sentenza di primo grado del dicembre 2007, confermata successivamente in Appello e in Cassazione.
Il cosiddetto ”angelo della morte” potrebbe beneficiare a Natale di un permesso premio e passare qualche giorno con la famiglia che risiede a Tavernerio in provincia di Como. “Ora Sonya è un’altra persona” affermano i suoi legali.
Da inizio anno la Caleffi è stata trasferita dal carcere milanese di San Vittore a quello di Bollate, all’avanguardia per la riabilitazione dei detenuti.
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