OLGINATE – Farla Franca, è questo il titolo dell’ultimo libro dell’ex magistrato Gherardo Colombo, ma anche della lezione davvero speciale alla quale hanno partecipato alcune classi della scuola media Carducci di Olginate, Rota di Calolziocorte, Parini e Maria Ausiliatrice di Lecco e alcuni ospiti della Comunità Terapeutica di Sirtori. In cattedra è salito proprio lui, Gherardo Colombo, in quello che è stato uno dei numerosi appuntamenti che stanno scandendo il calendario dell’iniziativa Leggermente promossa da Confcommercio.
Dopo un’introduzione dell’assessore alla Cultura di Olginate Paola Giovanna Viganò, del sindaco Rocco Briganti e dei saluti di Confcommercio da parte di Eugenio Milani, il direttore della Provincia di Lecco Vittorio Colombo ha presentato agli studenti l’ex magistrato e il suo prezioso lavoro svolto negli Anni ’90 all’interno del pool Mani Pulite.
Quindi la parola è passata a Gherando Colombo che badando poco alla forma e molto alla sostanza ha subito stravolto i canoni della lezione trasformandola in un dialogo tra e con i ragazzi. E così, una volta sceso dal palco ha iniziato a passeggiare tra le poltroncine del teatro Jolly di Olginate dialogando con gli studenti.
“Per prima cosa dobbiamo intenderci sul significato delle parole, sul lessico”, ha esordito e così insieme ai ragazzi Colombo ha sottolineato i significati di alcune parole, tra le quali corruzione.
Da qui l’ex magistrato ha spiegato in maniera tanto semplice quanto esaustiva cos’è la corruzione “pagare per ottenere cose che non si possono avere” e le ripercussioni negative che ha sulla società e sulla vita di tutti i cittadini, ricordando che durante la stagione di “Mani Pulite” è stato scoperto che in Italia vigeva (e a quanto pare vige ancora) un vero e proprio sistema di corruzione.
L’entusiasmo che in quel periodo accompagnò il lavoro di Colombo e dei colleghi magistrati purtroppo però pian piano affievolì: “Successe questo – ha proseguito Colombo – perchè pian piano emerse che il sistema della corruzione coinvolgeva non solo persone importanti e potenti, ma un po’ tutti. La corruzione era presente anche tra le persone comuni e questo portò a una lento e inesorabile tramonto sia dell’entusiasmo, ma anche e soprattutto delle testimonianze e delle documentazioni”.
Nel frattempo anche alcune leggi cambiarono e il risultato finale fu che in pochi vennero condannati e le condanne non furono per nulla pesanti: “A memoria la peggiore fu di 7 anni e mezzo di carcere – ricorda Colombo – ma molti si salvarono grazie alle prescrizioni, mentre in molti patteggiarono”.
Tra gli alunni presenti c’è chi ha chiesto all’ex magistrato se “è possibile pensare a una riforma della giustizia in Italia”.
La risposta è stata secca: “Non è possibile – ha sbottato Colombo – perchè sono gli stessi italiani a non volerlo. Giustizia, significa controllo e verifica in tutti i campi e a tutti i livelli”. Perchè possa effettivamente cambiare qualcosa per l’ex magistrato è necessario cambiare mentalità: “Dopo Mani Pulite tutto è tornano come prima. Forse ci sono meno finanziamenti illeciti ai partiti, ma per il resto non è cambiato nulla. E’ per questo che mi sono convinto che quello che stavo facendo, il mio lavoro, non era lo strumento giusto. Lo è invece l’educazione, e così ho iniziato a voler parlare ai ragazzi. Perchè è vero, si posso cambiare le leggi, ma se non si cambia mentalità tutto rimane uguale a prima. Quindi è necessario capire il senso e l’importanza del rispetto delle regole”.
Per Colombo stiamo vivendo “nel passato”, come se fossimo in un periodo pre-costituzionale: “In quel periodo si obbediva e basta. Ed è un po’ quello che avviene oggi perchè si educa attraverso la logica di quel che si può o non può fare. Ma così non si educa alla libertà bensì all’obbedienza. Per voltare pagina, dobbiamo tornare a essere responsabili affinchè si possa usare la libertà per scegliere ciò che è bene e giusto. E a questo possiamo arrivarci solamente se torniamo a riconoscere la dignità di tutte le persone”.
E quando una professoressa ha chiesto una parola di conforto “perchè in fondo il lavoro di noi professori è un po’ simile al suo”, Colombo ha chiosato: “Serve un cambiamento e i cambiamenti sono sempre lenti e hanno bisogno di molto impegno; ma insistendo, prima o poi, qualcosa succede”.