Questa settimana vi propongo un’intervista con l’autore. Infatti ho avuto il piacere di conoscere Claudio Gianini il cui ultimo romanzo, Quando anche il sole muore, è in questi giorni nelle librerie.
Ci siamo incontrati a Merate, dove lavora. Ci siamo seduti ai tavolini di un bar e abbiamo ordinato un caffè.
È simpatico e socievole.
F.N.: “Claudio, di cosa ti occupi quando non scrivi?”
C.G.: “Sono ingegnere meccanico. Ho anche lavorato come progettista di vetture di Formula Uno per Ferrari, Dallara e Toyota. Ma ora sono consulente nel settore dell’energia da fusione nucleare”.
F.N.: “Da ingegnere a scrittore: il salto è notevole. Come ti sei avvicinato alla scrittura?”
C.G.: “Diciamo che mi è sempre piaciuto scrivere. Alle scuole elementari le mie insegnanti dicevano che i miei testi di fantasia erano ottimi
e che dovevo coltivare questa dote. Ma la vita mi ha portato da tutt’altra parte. Mi sono iscritto al liceo scientifico e ho trascurato le mie capacità narrative. Però le ho recuperate nel corso degli anni. Subito dopo la laurea ho scritto ben ventisei articoli di tipo tecnico e due manuali, ma non solo. Mi sono cimentato anche in lettere d’amore e canzoni per poi approdare nel romanzo. Ed eccomi qui”.
F.N.: “Il tuo più recente romanzo si intitola Quando anche il sole muore. Ma non è il tuo primo libro…”
C.G.: “Esatto. È il quarto”.
F.N.: “Come si intitolano gli altri?”
C.G.: “Il primo è Black Out del 2004. Nel 2006 è stato pubblicato Nemmeno Dio e Brake Point è del 2009”.
F.N.: “Come definiresti le tue opere?”
C.G.: “Si tratta di techno thriller, ossia di thriller con risvolti tecnologici. Ad esempio Brake Point parla di sabotaggi nel mondo della Formula Uno, settore in cui ho molta esperienza. Nemmeno Dio, invece, ha uno sfondo fantascientifico. Infatti credo fermamente che ci siano altre forme di vita oltre la nostra e ho voluto costruire una storia basandomi su questa mia teoria”.
F.N.: “Da cosa trai ispirazione per i tuoi romanzi?”.
C.G.: “Mi ispiro al mio vissuto e alle mie esperienze. In tutti i romanzi c’è qualcosa dell’autore ma non per questo significa che si tratti di
opere autobiografiche. In altri casi ho delle intuizioni, dei pensieri intorno a cui poi elaboro delle storie. È il caso di Black Out: avevo ben in mente come iniziare e come terminare il romanzo, ma dovevo collegare le due cose e riempire ciò che ci sta in mezzo. Nemmeno Dio ha avuto una evoluzione al contrario: era molto chiara la storia ma dovevo darle un incipit e una conclusione”.
F.N.: “Dei tuoi romanzi ce n’è uno che prediligi in maniera particolare?”.
C.G.: “Quando anche il sole muore. Non perché sia l’ultimo che ho scritto, ma è quello a cui mi sento più legato. E comunque il mio libro migliore è quello che non ho ancora scritto”.
F.N.: “Vuoi raccontarci qualcosa di Quando anche il sole muore?”
C.G.: “Il protagonista è un personaggio particolare. Si chiama Pietro Ferri, un uomo con il cuore di pietra e la testa di ferro. È un ex poliziotto che ha avuto un incidente sul lavoro mentre cercava di catturare un killer: ha perso sia la memoria che l’udito. La storia inizia cinque anni dopo
l’incidente. Pietro sa poco della propria vita: solo ciò che gli altri gli hanno raccontato. Ma ora il killer è tornato a farsi vivo e ha iniziato a colpire le persone con cui il mio eroe ha a che fare. Ho voluto come protagonista un personaggio molto complesso”.
F.N.: “Ami leggere? Hai delle preferenze letterarie?”
C.G.: “Come ingegnere e come scrittore mi avanza poco tempo da dedicare alla lettura, ma quando posso leggere preferisco restare nel genere
del thriller e del noir. Amo molto i romanzi di Ken Follett e di Wilbur Smith. Ma credo che un eccellente romanzo sia La neve era sporca di Simenon. Per me è stata una rivelazione letteraria”.
F.C.: “Lo scorso 9 luglio hai partecipato alla 7a edizione del Premio Azzeccagarbugli al romanzo poliziesco e per pochissimo non sei entrato nella rosa dei quattro finalisti”.
C.G.: “Purtroppo è così. Il mio romanzo Quando anche il sole muore era candidato all’edizione ma per soli due punti non sono riuscito a far parte dei quattro finalisti. Però è stata una grande soddisfazione essere nominato per una manifestazione così importante”.
F.N.: “Cosa si prova a vedere il proprio romanzo pubblicato?”
C.G.: “È un’emozione unica. È un mio prodotto, è qualcosa che diventa realtà. Un’altra grande gioia è stato scoprire che il mio nome compare
anche su Wikipedia dove potete trovare la mia biografia e l’elenco delle mie opere”.
F.N.: “Quali sono i tuoi prossimi impegni letterari?”
C.G.: “Attualmente sto lavorando al mio nuovo romanzo, ma preferisco non parlarne: è ancora in fieri. Se invece qualcuno avesse piacere di incontrarmi e conoscermi dal vivo, domenica 23 ottobre ci sarà la presentazione di Quando anche il sole muore alla libreria Mondadori di Merate in Piazza Prinetti”.
L’incontro si è concluso con una calorosa stretta di mano e con la promessa di ritrovarci il 23 ottobre, quando farò da relatrice alle presentazione del romanzo di Claudio.
Nel frattempo vi consiglio di visionare il suo sito privato: www.claudiogianini.it