Quasi del tutto restaurato l’edificio sul Sentiero del Viandante
A intervenire sull’ex chiesa Alessandro Longoni, cittadino abbadiense, per renderla spazio espositivo e museale, ma soprattutto “il posto più visitato del lago”
ABBADIA – “Donare ai viandanti un luogo in cui fermarsi, per poi ripartire”. Con questo obiettivo Alessandro Longoni, milanese d’origine ma residente ad Abbadia, ha scelto di restaurare l’ex Chiesa di San Bartolomeo, situata nella località del paese denominata Castello a due passi dal Sentiero del Viandante, percorso divenuto ormai famoso a livello nazionale e non solo, attraversato da innumerevoli siti d’interesse con cui i pellegrini possono entrare in diretto contatto. Grazie al contributo di Longoni, ora un nuovo sito visitabile sorgerà sul sentiero, presto raggiunto dalla Chiesa di San Martino, entrata di recente nel Sistema museale della Provincia di Lecco e a breve interessata da interventi di riqualificazione.
Più che nuovo, sarebbe meglio dire rimessa a nuovo, perché l’edificio è presente a Castello già dall’800, e faceva parte di un complesso conosciuto come Abbazia Benedettina di S. Pietro, ora scomparso. A poca distanza sorgeva anche una fortificazione, denominata Castello dell’Abate, di cui oggi restano solo ruderi e parti di fondamenta, anche se la sua esistenza è tutt’oggi testimoniata dall’appellativo ‘Chiesa di San Bartolomeo al Castello’.
L’idea di Alessandro è rendere l’interno dell’ex chiesa uno spazio espositivo e museale con reperti artistici e religiosi, e mancano solo alcuni dettagli per far sì che lo diventi a tutti gli effetti: a costellare le pareti, già ci sono quadri, oltre che statue posizionate in vari angoli. Non solo: l’intento è di ospitare anche iniziative culturali come concerti, e persino matrimoni, benché la struttura sia stata sconsacrata nel 1970, finita peraltro nelle mani di Longoni nel 2013 a seguito di una casualità, come racconta lui stesso: “Ero interessato al terreno che si trova subito accanto, ma essendo praticamente annesso all’ex edificio religioso, è poi risultato naturale e sensato comprare anche quest’ultimo. Adesso i lavori di ristrutturazione sono quasi completati, e con questo rinnovato volto e tanta pazienza, potrebbe diventare il posto più visitato del lago“.
Non si sa se l’edificio seguirà questa sorte, solo il tempo potrà dirlo, di certo però ci sono gli innumerevoli salvataggi a cui è andato incontro, il più eclatante quando si decise di realizzare una galleria sulla SS36, intervento che ne avrebbe comportato la demolizione. A salvare la Chiesa ci pensò l’attribuzione di ‘struttura a carattere storico’, che obbligò il passaggio della galleria nel terreno sottostante, anche se l’impiego di mine per far esplodere la montagna contribuirono a destabilizzarla non poco, richiedendo l’inserimento di tiranti d’acciaio.
Oltre ai già citati quadri e statue, non manca nell’immobile un riferimento alla vicina Moto Guzzi: “Sono un grande appassionato di moto in generale – racconta Alessandro – e trovandoci vicino alla Città della Moto Guzzi, Mandello, ho deciso di esporre qui in chiesa un esemplare di Moto Guzzi GT Norge con cui nel 1928 Giuseppe Guzzi, fratello di Carlo, arrivò fino a Capo Nord per dimostrare come questo modello fosse capace di viaggiare su tutti i tipi di terreno. Si è trattata infatti della prima moto molleggiata al mondo, e il nome ‘Norge’ deriva dal dirigibile con cui Umberto Nobile riuscì a sorvolare il Polo Nord, compiendo un’impresa riconosciuta a livello planetario”.
A ricoprire la rappresentazione ci sarà in futuro una teca, per arricchirla e conferirgli ancora più importanza. Alessandro inoltre vorrebbe ripristinare e tramandare il sapere delle piante aromatiche, di cui i padri benedettini erano specialisti: “Già adesso ne coltivo parecchie nel giardino qui accanto. Vorrei portarle in chiesa per consentire ai viandanti di conoscerle da vicino e impararne gli utilizzi, sia alimentari che curativi. Penso che sia importante per un viaggiatore distinguere i tipi di erbe e fiori, perché la natura può nascondere tante insidie, ma altrettanti pregi e opportunità, ma soprattutto perché è giusto per chi si ritrova a intraprendere il Sentiero del Viandante entrare in contatto con questi elementi, così da rendere stimolante il viaggio. La tappa bisogna viverla, e il vero viandante si sofferma davanti a cose, fiumi, piante, insetti, animali“.
E sono tanti i richiami, più o meno velati, inerenti il viaggio, la scoperta e l’esplorazione che trovano spazio nell’edificio, anche espressione di località. Oltre alla Moto Guzzi GT Norge, che sottolinea la presenza di un ‘culto’ ben radicato sul territorio, presenti iconografie religiose come quella di San Cristoforo, protettore di pellegrini e viandanti, e di San Francesco, protettore degli animali ai quali, dice Alessandro “ci si riesce ad avvicinare quando si procede a piedi, perché l’uomo diventa come tutte le creature del mondo”.