Nella sartoria Attaccabottone presentato il romanzo ‘La piccinina’ di Silvia Montemurro
Una vicenda storica quasi completamente persa nel tempo: lo sciopero delle “piscinine” di Milano a inizio ‘900
MANDELLO – Tra vestiti colorati, sartoriali e leggeri, in sintonia con la stagione estiva ormai alle porte, una storia fatta di lotta, di rivendicazioni e di sfruttamento è emersa con forza nel nuovo appuntamento firmato Festival della Letteratura a Mandello. Non poteva che essere una sartoria a fare da sfondo alla presentazione del romanzo di Silvia Montemurro intitolato “La piccinina”, inserita dalla rassegna voluta dall’assessore all’Istruzione e alla Cultura Doriana Pachera, presente al momento.
Un libro dove la presenza femminile è preponderante, al pari della saletta nella sartoria Attaccabottone, recentemente trasferitasi in via Cesare Battisti, in cui l’evento si è svolto: soprattutto volti femminili hanno osservato e ascoltato con attenzione l’autrice parlare di un evento storico che in pochissimi rammentano. Nel 1902 a Milano dieci giornate di sciopero videro protagonista bambine e adolescenti dai 7 ai 13 anni, scese in piazza a rivendicare i propri diritti. Non andavano a scuola e, per guadagnarsi da vivere, erano costrette a lavorare nelle botteghe sartoriali sottopagate, sfruttate e obbligate a consegnare pacchi e abiti in giro per la città che pesavano anche 10 kg. Furono 400 piccinine, “piscinine” in dialetto milanese, a partecipare alla rivolta. Tra loro anche Nora, la protagonista del romanzo.
Inizialmente, a dialogare con Montemurro avrebbe dovuto essere la titolare della sartoria, Katia Zanetti (che peraltro, nel corso della presentazione, rivelerà che sua suocera le aveva suggerito di chiamare “La piccinina” il negozio), poi “sostituita” da Marco Magistretti, giornalista, addetto stampa di Confcommercio Lecco e segretario del premio letterario Alessandro Manzoni Città di Lecco.
“E’ una storia che mi ha cercato sin da quando ero bambina – ha preso parola Montemurro spiegando com’è nata l’idea di scrivere questo libro – Mio papa aveva regalato a mia mamma una stampa del quadro che fa da copertina al libro. Inizialmente credevo che a essere rappresentata fosse proprio mia madre, poi ho scoperto che si trattava del quadro “La piscinina” di Emilio Longoni. A quel punto è come se fosse stata quella bambina a chiedermi di raccontare la sua storia. Un evento, quello legato allo sciopero delle piccinine capace di dare speranza alle giovani lavoratrici, che mi ha talmente colpito da pensare di scriverci un intero romanzo”.
Sfruttamento sul lavoro, sfruttamento minorile e violenza sulle donne al centro della storia, con la figura femminile a spiccare come detto pocanzi, anche se con qualche eccezione: Emilio Longoni, che nel libro compare. “Non esiste di questo pittore una biografia – ha proseguito l’autrice – in fase di stesura del romanzo gli avevo dato molto spazio, ma poi si è preferito tagliare alcune parti, scelta che a posteriori ho trovato corretta perché Longoni parla già attraverso le sue opere, e fa apparire più forte Nora, la bambina protagonista, con cui peraltro il pittore si interfaccia più volte”.
In una Milano dall’atmosfera “dickensiana”, maleodorante, a tratti anche poco conosciuta e fatta di quartieri complessi e malfamati si inserisce la narrazione del romanzo storico, focalizzata sulle dieci giornate di sciopero, intervallate da flashback: “volevo che ogni giorno della mobilitazione avesse un suo colore preciso”. La Storia che si incrocia con storie più piccole, come quella di Nora, ma anche di Lisa e Angelica, sue amiche. Un rapporto di amicizia tra donne che, a differenza delle precedenti produzioni di Montemurro, non viene idealizzato, ma è molto realistico: “Ho cercato di immedesimarmi nelle relazioni tra ragazzine che se ne combinano di tutti i colori e rovinano il loro legame per colpa di uno sciocco, Achille”, ha spiegato l’autrice.
Nora, a differenze di Lisa e Angelica, è più timida e defilata, e soffre di balbuzie, tratto del personaggio che è stato oggetto di una domanda posta da Magistretti. “Non è Nora a guidare lo sciopero milanese, inizialmente avrei voluto lo fosse, ma è piccolina, anche nei modi, e balbetta, a cause delle mancanze d’affetto che ha subito. Non sarebbe stata credibile come leader, così come sarebbe risultato poco realistica una guarigione dalle balbuzie al termine del romanzo, per quanto Nora cerchi di risolverle: la vera vittoria era che imparasse ad accettarsi così com’era. Vera fautrice della rivolta sarà Giannina, che insieme a Longoni farà da mentore alla protagonista”.
Per Montemurro, già scrittrice di diversi manoscritti (ricordiamo l’ultimo “L’orchestra rubata di Hitler (2021), opera vincitrice del Premio Comisso under 35), quella mandellese è stata una delle ultime presentazioni de “La piccinina”: è tempo di rinchiudersi davanti a una finestrella vista lago a Dorio, dove recentemente si è trasferita da Chiavenna, per mettere la testa sul prossimo romanzo e completarne i dettagli.
Sul finale però la sorpresa: la rivelazione che “La piccinina” potrebbe diventare presto una serie televisiva. A chiudere questo ennesimo successo del Festival della Letteratura un rinfresco gentilmente offerto da Katia.