DERVIO – Nel 1883, veniva pubblicata la prima edizione in volume de “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino”, romanzo scritto da Carlo Lorenzini, in arte Collodi. Si tratta della prima di un’infinita serie di edizioni che da allora sono state pubblicate in tutto il mondo, dalla Russia al Canada, dalla Norvegia al Sudafrica, dal Cile all’Australia facendone uno dei romanzi più tradotti della storia della letteratura insieme alla Bibbia.
Un fiorire di edizioni, soprattutto in Italia, che ha chiamato a raccolta gli artisti più diversi per regalare riduzioni a fumetti, copertine, pagine interne e illustrazioni sempre diverse e originali. A questo incredibile caleidoscopio di burattini, nasi, fatine, asinelli, ladruncoli, bugie e personaggi fantastici WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano dedica una mostra incredibile che ci racconta più di 100 anni di fantasia così come ce li hanno illustrati 100 (e più) matite tra illustratori, animatori e fumettisti: da Benito Jacovitti a Luciano Bottaro, da Walt Disney agli anime giapponesi.
Il Festival di Dervio, in collaborazione con il museo WOW Spazio Fumetto di Milano, dal 2 al 31 agosto dedica a Pinocchio una mostra che si propone di raccontare la storia del burattino più famoso del mondo attraverso le matite degli illustratori, dei fumettisti e degli animatori che lo hanno interpretato fino a oggi, con un percorso inedito e affascinante, che si propone di sorprendere e incuriosire lettori di tutte le età.
Il cuore della mostra sarà il romanzo stesso, che sarà possibile leggere (o rileggere) integralmente arricchito da immagini tratte dalle numerose versioni illustrate e dalle riduzioni a fumetti dei maggiori fumettisti italiani. Ogni capitolo, riprodotto integralmente su pannelli, viene quindi illustrato da giornali d’epoca, tavole originali e preziose riproduzioni che propongono le interpretazioni più diverse dei vari personaggi oppure dei momenti principali (ma anche quelli meno noti) della storia. Compresa ovviamente la prima versione a fumetti, disegnata da Carlo Cossio, pubblicata dal 1937 sulle pagine di un settimanale intitolato proprio Pinocchio, di cui saranno esposti i numeri originali provenienti, come la maggior parte dei giornali esposti, dall’archivio della Fondazione Franco Fossati.
Pochi anni dopo, nel 1947, un altro maestro del fumetto italiano si cimenta con Pinocchio: si tratta di Aurelio Galleppini, creatore di Tex insieme a Giovanni Luigi Bonelli, per una volta lontano dalle ambientazioni western e avventurose che di lì a poco lo renderanno popolarissimo.
In anni più recenti, il burattino di Collodi solletica la fantasia di altri autori, che lo reinterpretano a seconda della propria sensibilità. Il segno di Luciano Bottaro, autore di personaggi come Pon Pon e Pepito, ci restituisce un Pinocchio dalle atmosfere oniriche e surreali, molto care all’autore, che realizza una trasposizione del romanzo per il settimanale “Il Giornalino”.
Il legame tra Pinocchio e il fumetto passa anche attraverso il talento degli autori che oltre che per il fumetto, si sono distinti nel campo dell’illustrazione: da grandi artisti come Attilio Mussino, creatore di tanti amatissimi personaggi del Corriere dei Piccoli, a Sto, il papà del Signor Bonaventura, illustratore di una raffinata riduzione in versi. Particolarmente preziosa risulta la recente versione firmata Massimiliano Frezzato, autore diventato famoso in tutta Europa con la serie de “I custodi del maser”: in mostra saranno presenti alcune splendide illustrazioni originai dell’autore, che rileggono il capolavoro di Collodi con uno sguardo unico, immergendolo in un’atmosfera a volte onirica, a volte inquietante.
Non poteva poi mancare Benito Jacovitti, autore di due versioni illustrate del romanzo e di una versione a fumetti, pubblicata a puntate sulle pagine del giornale “Il Vittorioso”, dimostrazione del grande amore dell’autore per l’immaginario collodiano.
Che piaccia o no il successo planetario del personaggio di Pinocchio è anche merito del film prodotto dalla Walt Disney nel 1940: non a torto accusato dai puristi e dai filologi di “alto tradimento” nei confronti del romanzo originale di Collodi, resta pur sempre un capolavoro assoluto del cinema d’animazione, una fiaba che ha conquistato il cuore dei bambini di tutto il mondo, anche grazie alla versione a fumetti disegnata da Hank Porter e pubblicata solo nel dopoguerra, quando il film uscì finalmente anche in Italia.
Non si tratta però dell’unico film d’animazione ispirato al romanzo di Collodi: Un burattino di nome Pinocchio, uscito nel 1972, è il capolavoro dell’animatore toscano Giuliano Cenci, nato dalla volontà di restituire una versione il più fedele possibile dell’opera originale, mentre è del 2012 il Pinocchio di Enzo d’Alò, ideato visivamente dal fumettista e illustratore Lorenzo Mattotti.
La mostra sarà inaugurata sabato sabato 2 agosto alle ore 10. Aperta il lunedi, mercoledi e venerdi dalle 14.30 alle 18 e il sabato dalle 8.30 alle 12 , ingresso libero