Innovazione ed export: le nuove sfide degli artigiani lecchesi

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Il presidente degli artigiani lecchese, Daniele Riva
Il presidente degli artigiani lecchese, Daniele Riva

 

LECCO – Innovazione ed export, le parole chiave dell’assemblea annuale di Confartigianato Lecco e le sfide che attendono anche gli artigiani lecchesi:

“Due aspetti che abbiamo voluto legare in quanto strettamente interconnessi nell’ambito delle strategie di crescita delle piccole imprese. L’artigianato, a differenza del passato, per continuare a svilupparsi non può non pensare alle opportunità dei mercati esteri. In questo senso è fondamentale saper adattare prodotti e servizi alle specifiche dei mercati internazionali e alla clientela a cui si guarda. E’ evidente come questo passaggio non possa prescindere da un parallelo percorso di innovazione: è difficile vendere all’estero senza prodotti innovativi, anche perché bisogna focalizzarsi sulla fascia alta del mercato, smarcandosi dai prodotti standard e presidiando nicchie a più alto valore aggiunto”.

Lo ha ricordato il presidente degli artigiani lecchesi, Daniele Riva, aprendo l’appuntamento, il più importante dell’associazione, che si è svolto lunedì nell’aula magna dell’ateneo lecchese del Politecnico che ha visto la partecipazione anche del segretario nazionale Cesare Fumagalli.

Il piano “Impresa 4.0“ rappresenta sicuramente un sostegno anche per le piccole imprese, ci sono poi gli strumenti messi a disposizione dalla Camera i Commercio, dalla Regione e dalla stessa associazione degli artigiani, tra cui il Bando “Ecosistema Innovazione Lecco”.

“Ora la sfida è duplice – ha ricordato Riva – da un lato la Camera si impegna a riservare sul progetto nuove risorse, dall’altro ci aspettiamo che la Regione conceda un nuovo finanziamento. L’obiettivo è affiancare le imprese che, pur avendo potenziale innovativo, hanno bisogno di essere accompagnate dalle strutture di ricerca e innovazione del territorio – Politecnico, CNR, Univerlecco – per tradurre le loro capacità in progetti concreti e competitivi”.

Sono le aziende il motore del cambiamento, “la forza delle piccole imprese” come recita il titolo scelto per l’appuntamento annuale di Confartigianato Lecco.

“Nell’arco di pochi anni tanti imprenditori si siano letteralmente reinventati un lavoro, trasformando la loro tradizionale attività in una moderna impresa, in grado di competere anche al di là dei confini nazionali. Da un anno e mezzo, ogni mese, assieme al segretario generale Vittorio Tonini, visitiamo nelle loro sedi i nostri associati, toccando con mano la forza di un artigianato che si è attrezzato per affrontare il cambiamento e diventare attore di questa costante trasformazione di cui le imprese sono protagoniste con la tenacia che le contraddistingue, pur in una fase economica tra le più difficili, con mercati sempre più competitivi e clienti tanto esigenti”.

E i risultati sono nei dati, nei numeri dell’export lecchese: nella prima metà del 2017, come rivelato dal presidente Riva, l’interscambio con l’estero ha raggiunto la cifra record di 3,7 miliardi di euro, cresciute dell’ 8,4% rispetto al primo semestre 2016 “al di sopra sia della media lombarda sia di quella italiana. Il dato più elevato di sempre per la nostra provincia”.

Vittorio Tonini, segretario di Confartigianato Lecco

 

Gli esempi, portati all’assemblea con una clip video, sono quelli dell’aziende IMG Ultrasuoni di Mandello del Lario e la Maribert di Cernusco Lombardone, che hanno raccontato della loro esperienza fuori dai confini nazionali, e della PK studio che assiste le aziende verso i mercati esteri e le fiere internazionali.  “Le nostre imprese hanno voglia di innovare e di presentarsi ai mercati esteri – ha ribadito il segretario Vittorio Tonini – e l’innovazione è la vera sfida per il futuro e il territorio ha i numeri per rispondere”.

Lo confermano i report presentato da Enrico Quintavalle e Licia Redolfi del Centro Studi nazionale e dell’Osservatorio regionale di Confartigianato.

“Lecco è tra le prime dieci province italiane per occupati nel manifatturiero e l’artigianato assorbe oltre il 50% delle imprese manifatturiere lecchesi – ha sottolineato Licia Redolfi – La produzione di nuovi macchinari è il settore che più di altri sta crescendo trainando quello dell’installazione di impianti. Cresce anche il numero imprese nel settore delle tecnologie digitali e i dati lombardi ci dicono che il 67% delle aziende artigiane vuole fare investimenti in digitalizzazione, in software, servizi e-commerce e web”.

“Lecco – ha proseguito la referente dell’osservatorio – è tra le province italiane con la maggiore esposizione ai mercati esteri, con performance positive anche per le piccole imprese”.

Ma a quale ruolo spetta agli artigiani sul mercato internazionale? “Dobbiamo guardare alla fascia alta e alle nicchie di maggior valore, o indirizzarci su prodotti diretti a un pubblico di consumatori più ampio? Secondo noi c’è spazio per ambedue le opzioni, l’importante è che il risultato sia in entrambi i casi un’espressione dell’eccellenza artigiana – ha commentato il presidente Riva – E’ una sfida che le piccole imprese possono e devono raccogliere: chi meglio degli artigiani possiede le capacità, i mezzi, la flessibilità e soprattutto la qualità per realizzare questo modello di produzione?”

Ci sono poi le rivendicazioni che da tempo attendono una risposta dalla politica: l’entrata in vigore dell’IRI. la fatturazione elettronica non obbligatoria tra privati, la totale deducibilità dell’IMU sugli immobili strumentali, l’incremento della franchigia IRAP per le piccole imprese, la riduzione della ritenuta sui bonifici che concedono detrazioni fiscali, una graduazione dei versamenti in acconto delle imposte per chi inizia un’attività. “La pressione fiscale è ancora troppo alta – ha ricordato Riva – con un sistema di tassazione dei redditi profondamente iniquo e un inaccettabile incremento degli obblighi di comunicazione a carico delle imprese. Alla faccia della semplificazione che ci era stata promessa!”.

Cesare Fumagalli, segretario generale di Confartigianato

 

Non si torna a dove c’eravamo lasciati prima della crisi, sono cambiate tante cose sia sui mercati che dell’innovazione, oggi del digitale, che sta esplicando quella potenza inimmaginabile, con un’avvertenza: abbiamo solo iniziato. Credo che le possibilità siano tantissime, da internet alla robotica” ha sottolineato il segretario nazionale Fumagalli.

Expo, ha ricordato il leader degli artigiani, ha dato il via a politiche aziendali sempre più rivolte all’estero e “l’anno successivo è andato ancora meglio rispetto alle esportazioni, oggi siamo arrivati a 117 miliardi fatti dalle piccole aziende – prosegue Fumagalli – un dato che ci pone al primo posto nei paesi Ocse per valore aggiunto nelle imprese sotto i 50 dipendenti. E’ quindi una strada doppia obbligata, innovazione ed export, con un’avvertenza che non deve spaventare nessuno: innovazione e tecnologie non devono farci seguire altri modelli al di fuori di quello italiano che ci appartiene”.