MILANO / MOLTENO – E’ il giorno dell’incontro in Regione sulla vicenda Konig: sindacati e azienda si troveranno nuovamente al confronto sul piano industriale che prevede il trasferimento all’estero del reparto produttivo, chiudendo la storica sede di Molteno.
Oltre cento i licenziamenti annunciati, per questo una decina di lavoratori hanno deciso aderire alla proposta della Uilm e di manifestare in difesa del proprio posto di lavoro, con un presidio all’ingresso del Pirellone.
“Dobbiamo fare cambiare idea alla Pewag, la UILM chiede che sia cambiato il piano attraverso un progetto nuovo industriale che vada nel implementare le attività attraverso anche una riconversione visto considerato che la Pewag è una società a carattere globale con stabilimenti e centri ricerca in grado di potenziare lo stabilimento – ha spiegato Enrico Azzaro, segretario dei metalmeccanici della Uil – Delocalizzare significa depredare il nostro territorio di competenze, now out, brevetti per un volume di 30 milioni di euro di vero valore Konig”.
Il presidio è stato promosso dalla sola Uilm, mentre Fiom Cgil e Fim Cisl hanno deciso di non partecipare alla manifestazione, ritenendo che non ci fossero garanzie di successo dell’iniziativa e più coerente affrontare la discussione con l’azienda in altro modo.
Una scissione criticata dalla Uilm che ha deciso di proseguire sulla propria strada: “Questa è una vertenza industriale con carattere politico in quanto i soggetti industriali sono gli svedesi della Thule e gli austriaci della Pewag – ha proseguito Azzaro – E mai possibile che non si sia chiesto scritto due righe di garanzie occupazionali e di investimento sul sito di Molteno?”.
Fiom e Fim difendono invece la propria scelta: “Ne abbiamo discusso con i lavoratori in assemblea e non la maggior parte di loro non era d’accordo, di fatto pochissimi hanno partecipato al presidio”.