Nuovi alberghi in città, Dadati: “Serve una riflessione seria”

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L’imprenditore alberghiero interviene sul tema del turismo e delle strutture ricettive in città

“Per crescere ancora in strutture ricettive sono convinto che serva molta sostanza, molta professionalità, una visione di ampio respiro, e capitali non speculativi”

LECCO – “Fatico a credere che ci siano realmente degli operatori del settore alberghiero, ancor meno catene del lusso internazionali, intenzionati ad investire in nuovi alberghi alle Meridiane ed in piazza Diaz a Lecco. Non ho alcuna notizia in questo senso e la mia impressione è che siano i proprietari degli immobili con i loro studi professionali che, del tutto legittimamente, cercano di mettere a reddito o vendere i loro asset. Così come l’Amministrazione comunale del capoluogo che ne trae una visibilità tutta politica. Perché la penso così? Perché il luogo è il primo elemento ed il più importante nella realizzazione di un hotel, al pari della domanda attuale e futura, del segmento di mercato individuato”.

Fabio Dadati, imprenditore del settore alberghiero, presidente di Lariofiere e consigliere con delega al Turismo della Camera di Commercio Como-Lecco interviene sul tema turismo e strutture ricettive, riprendendo le parole del sindaco Mauro Gattinoni (qui l’intervista).

Sono convinto che Lecco non sia una città che allo stato attuale sia in grado di ospitare nuovi alberghi di grandi dimensioni e/o di livello extra lusso come il 5 stelle. La città ha già un grande albergo quattro stelle, l’NH Ponte Vecchio, con 111 camere, sale meeting per 200 persone, ristorante e bar con terrazza posto in una bella posizione – ha detto Dadati, per nulla convinto dell’attrattività delle zone in cui dovrebbero sorgere dei nuovi hotel – La zona delle Meridiane è poco sicura e parecchio degradata mentre Piazza Diaz, di fronte a Stazione e Comune, è uno dei luoghi più pericolosi di Lecco, teatro di violenze quasi giornaliere”.

“La politica sul turismo dell’Amministrazione comunale ha scelto l’outdoor e l’escursionismo come driver di sviluppo, non il turismo di fascia media ed alta – ha aggiunto Dadati – La situazione dei servizi è critica, la viabilità è molto critica, il decoro urbano lascia a desiderare. A Lecco ed al suo territorio manca un centro congressi polifunzionale con adeguati parcheggi e viabilità che accolga eventi fino a 1.000 persone, dai convegni, alle cene, agli spettacoli. Queste sono le condizioni del luogo”.

Passando al mercato, per Dadati Lecco ed il suo territorio sono già turistiche: “Per attività che operano nel settore turistico la Provincia di Lecco è al terzo posto in Lombardia, dopo Sondrio e Como. Siamo passati dal 7 posto regionale scalando 4 posizioni e dal 68 esimo al 48 esimo a livello nazionale, conquistano ben 20 posizioni – ha detto – da fine 2023 a metà 2024, le attività che operano nel settore turistico in Provincia di Lecco sono cresciute del 3,4%, +89 aziende, a fronte del +0,9% regionale e del +1,2% nazionale; nei confronti di inizio 2016 l’aumento è stato del 21,9% +479 attività; contro il +11,7% della Lombardia e il +16,2% dell’Italia. Continuiamo a salire, ma la crescita potrà essere infinita?” si chiede l’imprenditore.

“Il principale mercato leisure (tempo libero, ndr) del Lago di Como è statunitense, ma la loro economia dopo molti anni di crescita ha invertito la rotta e mostra evidenti segni di crisi. I flussi continueranno? Siamo certi che ci sia sufficiente domanda ancora più oggi con i turisti che arrivano in gran parte per il grande nome del Lago di Como e per l’esplosione del post pandemia? Quest’anno le proiezioni ci dicono che non ci sarà crescita di arrivi e presenze rispetto al 2023, gli alberghi e le case vacanza anche ad agosto hanno ancora disponibilità, basta fare un giro su booking.com per toccare con mano la situazione – ha continuato Dadati – il “tutto esaurito” è più un titolo ad effetto che una realtà, nemmeno nei mesi più caldi dell’anno. Ma il 2022 ed il 2023 sono stati anni eccezionali, fuori contesto, con una crescita del 30% sul già record del turismo che si era registrato nel 2019, numeri dovuti al post pandemia ed all’incredibile reputazione del Lago di Como che nelle zone più rinomate è meta dei più noti artisti, sportivi e magnati del mondo”.

Il primo semestre 2024 mostra dati contraddittori: “Da un lato crescono le attività sul 2023 (ristoranti, bar e alloggi), dall’altro si riducono gli addetti ed i flussi turistici non crescono ulteriormente – ha concluso Dadati – in questo contesto così complesso sono fermamente convinto che per crescere ancora in strutture ricettive serva molta sostanza, molta professionalità, una visione di ampio respiro, e capitali non speculativi. Qualcosa di molto positivo si sta muovendo ma non a Lecco, sul lago. Speriamo si realizzi”.