LECCO – “Noi non blocchiamo il traffico, noi siamo il traffico”. Con questo slogan preso in prestito dal film documentario di Ted White: “Critical Mass” (Shake Ed. – USA, 1999 – col 50 minuti), l’associazione Qui Lecco Libera chiama a raccolta tutti coloro che vorranno far “sentire la propria voce” dando vita a una Critical Mass.
Ma di cosa si tratta? A spiegarlo è il portavoce dell’associzione lecchese Duccio Facchini: “La Critical Mass è un’iniziativa diffusa in tutto il mondo da ormai vent’anni. Si tratta di un appuntamento che chiama a raccolta i ciclisti urbani, non si tratta di un evento sportivo bensì di un evento cittadino. I ciclisti si muovono all’interno della città rivendicando una mobilità sostenibile. E’ un dato di fatto che la mobilità in generale soprattutto in Italia è strutturata a misura di automobili: parcheggi, strade, cattiva manutenzione del manto stradale, indebolimento del trasporto pubblico locale che difficilmente si sposa con l’abbinamento alla bici, tutto questo ruota attorno all’auto. Situazione identica a Lecco, dove mancano politiche attente alla mobilità sostenibile. E ‘per questo che che i ciclisti urbani si riprendono la strada. Percorreremo un tragitto corto, toccando quei punti emblematici della città dove le auto solitamente la fanno da padroni”.
La prima Critical Mass avvenne a San Francisco nel 1992, cinque anni fa a Lecco, il battesimo cittadino. In cinquanta fino all’Orsa Maggiore.
“A suo tempo avevamo presentato al Consiglio comunale proposte concrete (vedi qui) puntualmente bocciate nonostante le 419 firme raccolte. Proposte che ancora oggi restano inattuate – puntualizza Facchini – Il calendario oggi suggerisce di ripercorrere nuovamente la strada del Critical. Ecco perché venerdì 26 ottobre, dalle 21, con ritrovo in Piazza Garibaldi, le biciclette torneranno a riprendersi la strada“.
Eppure a Lecco guardando proprio in direzione di una mobilità sostenibile è nato Blue Bike il servizio di bike sharing… “che dire, si tratta di una lodevolissima iniziativa, ma a un anno di distanza mostra ancora delle lacune preoccupanti”, chiosa Facchini.