L’arte diventa tattile: Politecnico e studenti fanno nascere sculture inclusive con l’AI

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Volti di artisti, scienziati, sportivi stampati in 3D e arricchiti da audiodescrizioni per renderli fruibili a ciechi e ipovedenti

Domani, venerdì, la consegna ufficiale di 15 opere all’UICI Lombardia per esporle nelle mostre di tutta Italia

LECCO – Nel laboratorio c’è un ronzio costante, preciso, quasi ipnotico. È il suono delle stampanti 3D che lavorano senza fretta ma senza pause, depositando filamenti sottili che, strato dopo strato, millimetro dopo millimetro, vanno a comporre i volti di artisti, scienziati, sportivi. Attorno ai tavoli, gli studenti del Collegio A. Volta di Lecco osservano, domandano, toccano con curiosità i modelli freschi di stampa. Qui l’arte non è appesa a un muro: prende forma in un esagono di PLA (materiale impiegato per la stampa 3D), cresce e nasce da un’immagine 2D che l’intelligenza artificiale ha convertito in una scultura tridimensionale, permettendo di “leggerla” con le mani. In mezzo a loro, con presenza calma e attenta, c’è il professor Mario Covarrubias Rodriguez, docente nel Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano – Polo territoriale di Lecco. Li guida tra prototipi, monitor e filamenti, nuovi strumenti di un linguaggio artistico contemporaneo.

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Entrare in questo spazio significa assistere direttamente al cuore del progetto “L’Arte al Tatto: dal Dipinto alla Scultura con l’Intelligenza Artificiale”, la cui presentazione ufficiale si terrà domani, venerdì 19 dicembre alle 16, presso l’aula A1.1 del Politecnico di Lecco, quando verranno consegnati all’UICI Lombardia 15 autoritratti tridimensionali tattili di personaggi famosi, completi di audiodescrizioni e pronti per essere esposti in mostre inclusive.

L’idea di sviluppare un viaggio nell’arte accessibile è nata quattro anni fa, quando le docenti Laura Polo e Susanna De Maron hanno iniziato a cercare un modo per rendere accessibili le opere d’arte anche alle persone con disabilità visiva nell’ambito di Capolavoro per Lecco. All’inizio, si trasformavano dipinti in tavolette tattili: un software analizzava luci e ombre, traducendo i volumi in bassorilievi. “Era un modo per avvicinare alla pittura chi non poteva vederla – spiega Covarrubias – ma mancava qualcosa. Mancava la profondità, mancava la possibilità di girare attorno a un volto, di percepirne la forma completa”. Con il tempo, la ricerca ha incontrato le possibilità dell’intelligenza artificiale, che oggi permette un salto qualitativo decisivo. Dal 2D si passa infatti al 3D: l’AI interpreta un autoritratto di Van Gogh, un dipinto di Leonardo, un volto di Frida Kahlo, e ne crea una scultura tridimensionale, pronta per essere stampata e anche fresata per rimuovere il materiale in eccesso. Il risultato è un prototipo fisico, un’opera che si può toccare davvero, non la semplice interpretazione tattile di una superficie.

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“Gli studenti hanno potuto vedere come si passa da un file digitale a un oggetto fisico, la preparazione del modello, la creazione del codice macchina, la stampa di un busto, l’odore del PLA riscaldato a 220 gradi, l’emozione di toccare ciò che prima esisteva solo sullo schermo”, continua il professore.

Uno degli aspetti più sorprendenti del progetto è il coinvolgimento attivo sia degli studenti universitari (appartenenti ai corsi di Laurea Triennale IPI – Ingegneria della Produzione Industriale e Interaction Design e Laurea Magistrale in Ingegneria Meccanica track Sport and Engineering) e degli studenti delle medie del Volta che da settembre, una volta a settimana, si sono cimentati nel laboratorio di esplorazione tecnica e creativa che racchiude, oltre all’aspetto educativo-scolastico volto a sviluppare nuove conoscenze e competenze, anche un importante impegno sociale.

Tra modellazione tridimensionale, stampa additiva e realtà aumentata, i ragazzi hanno scoperto come si prepara un file per la stampa 3D, come si riconoscono errori e imperfezioni nel modello, come funziona la fase di estrusione e quali materiali vengono utilizzati, come una scultura nasce letteralmente da una fotografia reperita online, trasformata prima in un prototipo digitale, poi in un oggetto fisico.

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Gli studenti del Collegio Volta partecipanti al laboratorio del professor Covarrubias

“Si potranno poi ascoltare, tramite QR code posizionato vicino alla scultura e accessibile attraverso un’app in fase di sviluppo, le audiodescrizioni delle opere realizzate dagli studenti, brevi racconti di massimo tre minuti che guidano il visitatore nella scoperta del personaggio e nella lettura tattile dell’opera. Inoltre, si attiverà automaticamente un ambiente di realtà aumentata: la testa del personaggio apparirà sullo schermo, a colori e ruotabile, insieme all’audio dedicato. Una tecnologia che integra voce, tatto e immagine, trasformando l’opera in un’esperienza multisensoriale che nasce da una fotografia scelta dagli studenti e viene rielaborata tramite AI”.

Il busto di Salvador Dalí, ad esempio, ha richiesto 13 ore di stampa e circa 30 metri di PLA. Un lavoro meticoloso che i ragazzi del Volta hanno potuto osservare da vicino, toccando la superficie appena levigata, scoprendo cosa significhi davvero trasformare un file in un oggetto. Accanto agli artisti, ci saranno anche personaggi di scienza e dello sport: Marie Curie, Newton, Sofia Raffaeli, Roger Federer. Ogni scultura ha una sua personalità, ogni superficie una storia da raccontare al tatto.

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Il programma ufficiale dell’evento di domani prevede gli interventi della Prorettrice Delegata del Polo territoriale di Lecco Manuela Grecchi, dello stesso Covarrubias, del presidente di UniverLecco Vico Valassi e la consegna da parte di Silvano Stefanoni per UICI Lombardia in qualità di Presidente del Consiglio Generale Lombardo. Il primo traguardo pubblico di questo percorso, dopodiché il Politecnico immagina una mostra nella propria sede lecchese con tutti i prototipi realizzati, presumibilmente nei primi mesi del prossimo anno.

Un progetto, “L’Arte al Tatto: dal Dipinto alla Scultura con l’Intelligenza Artificiale”, che parla al territorio e che coinvolge realtà locali come SharebotMauri, YetOpen e UniverLecco, dimostrando come il tessuto produttivo possa sostenere percorsi di innovazione sociale.

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Il laboratorio del Politecnico, popolato dagli studenti del Volta e dagli universitari, mostra chiaramente ciò che questo progetto rappresenta: un nuovo modo di concepire l’arte che è aperto, accessibile, democratico.

L’AI non sostituisce l’artista: apre porte. La stampa 3D non imita il museo: lo amplia. E l’audiodescrizione non accompagna solo chi non vede: arricchisce tutti. Nel laboratorio, tra rumore di estrusori e curiosità degli studenti, l’arte è diventata un luogo da toccare, da ascoltare, da esplorare. E, soprattutto, un luogo per tutti. Perché un capolavoro, in fondo, non è solo ciò che si vede. È ciò che si riesce a condividere.

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