LECCO – Un problema secolare, quello dei fenomeni franosi in territorio montano, che nello specifico della nostra Regione conta negli ultimi 15 anni circa 148 mila episodi censiti, con oltre 4000 kilometri quadrati interessato da “movimenti”: “Calcolando che la superficie della Regione è di oltre 23 mila kilometri quadrati, questo dato sta a significare che circa il 30% del nostro territorio è in frana: il che è comunque proprio delle aree montuose. Punti critici, com’è facilmente intuibile, a Nord, nelle Alpi e nel Sud, oltre la Pianura Padana, dove iniziano gli Appennini”.
Sono questi alcuni dei dati forniti da Massimo Ceriani, DG Sicurezza, Protezione Civile e Immigrazione di Regione Lombardia che ieri sera, giovedì, a Lecco, in una sala Don Ticozzi affollata, ha tenuto il primo dei due incontri organizzati dalla Provincia di Lecco, Regione Lombardia e Comitato di Coordinamento delle organizzazioni di volontariato di Protezione Civile, dedicati al tema dei “Rischi idrogeologici e idraulici in Provincia di Lecco”.
Tornando ai numeri, Ceriani ha quindi ricordato che “In Lombardia dei 4000 kilometri quadrati interessati da movimenti circa 2000 sono soggetti a crolli, ed è questo il caso preponderante della nostra zona: il Lago di Como, che è circondato da scarpate franose continuamente a rischio di crollo roccioso: basti ricordare il recente crollo lungo la SS36 nei pressi di Varenna del 2010, dove fortunatamente non ci sono state vittime, e quello di sei anni prima, nel 2004, a Fiumelatte, dove invece i morti per la frana furono due”.
Un dramma senza fine, in Italia, quello delle frane e delle alluvioni, che dal 2002 al 2014 si calcola aver fatto oltre 290 vittime. Per non parlare dei due grandi terremoti che negli ultimi 5 anni hanno colpito il centro-Sud dello stivale (L’Aquila, 2009, Emilia Romagna, 2012).
“L’obiettivo primario della Protezione Civile – ha continuato Ceriani – non è tanto prevenire i danni: quelli sono inevitabili e in qualche modo reparabili, ma evitare morti.”
Attraverso un viaggio tra passato e presente dei fenomeni di dissesto idrogeologico che hanno interessato il nostro Paese, Massimo Ceriani è poi giunto ad illustrare quelli che sono i “punti deboli” del territorio Lombardo (più o meno circoscritto alla Provincia di Lecco), che potrebbero evolversi in frane, crolli o scivolamenti nel corso degli anni. Sotto monitoraggio allora, per fare qualche esempio, i Torrioni di Rialba, di cui alcuni resti rocciosi sono stati trovati nel lago a 30 m di profondità, evidente segno di avvenuto smottamento, la frana in movimento della Valfurva (SO), la più grande in Lombardia (tra i 10 e i 18 milioni di metri quadrati di materiale coinvolto), e Legnoncino/Monte Piazzo, realistica minaccia alla viabilità stradale e ferroviaria della SS36, il cui scivolamento verso il lago è calcolato essere di 1 cm all’anno. “Troppi gli interventi approntati dalle varie amministrazioni provinciali e dagli enti – ha concluso Ceriani – tutti ancora inconclusi: penso alla frana di Spriana in Provincia di Sondrio, i cui lavori sono stati avviati nell’85 e sono lungi dall’essere terminati. Nonostante ciò, dobbiamo sempre ricordarci che il rischio esiste, soprattutto nei paesi di montagna, e che se si può ridurlo e perfino prevederlo, è impossibile cancellarlo completamente”.
Ad introdurre la serata l’assessore alla Protezione Civile della Provincia di Lecco Franco De Poi, che ha così commentato l’iniziativa “Questi incontri vogliono essere un’ulteriore occasione per accrescere i già ottimi rapporti sinergici tra le varie Istituzioni, gli Enti locali e il volontariato di protezione civile, che operano quotidianamente per le attività di previsione e prevenzione. Il mio auspicio è che da una condivisione delle esperienze, anche a livello interprovinciale, possa seguire un miglioramento del grado di risposta del sistema di protezione civile nel suo complesso, nel fronteggiare le situazioni di emergenza”.
Insomma, conoscere, intervenire, prevenire: sono tre delle finalità che si propongono i due incontri con il prossimo dedicato all’approfondimento e alla formazione del rischio idraulico, che si terrà martedì 15 aprile sempre alle ore 20.30 presso la Sala Ticozzi.