Teleriscaldamento. Via libera al ‘polo’ di calore al Caleotto… con due canne fumarie alte 25 metri

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Il sito della Caleotto all'Arlenico, fornirà calore alla rete di Teleriscaldamento

Lunedì sera il Consiglio Comunale ha approvato la delibera ‘Autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio di nuovi impianti di cogenerazione’

La centrale avrà due canne fumarie alte 25 metri. L’opposizione preoccupata per l’impatto estetico e ambientale

LECCO – Il Consiglio Comunale di Lecco ha dato il via libera alla costruzione della centrale di cogenerazione al Caleotto, un pezzo fondamentale del progetto del teleriscaldamento.

La delibera approvata lunedì sera completa il percorso autorizzativo interno al Comune, necessario per trasformare in realtà quanto già discusso in sede provinciale e in conferenza di servizi. Il progetto è infatti soggetto a Autorizzazione unica da parte della Provincia di Lecco, presentata da Acinque Energy GreenWay S.r.l. (società partecipata da Silea S.p.A. e Acinque), che si occuperà della progettazione, sviluppo e gestione dell’impianto. Nel 2024 si era già concluso il procedimento relativo alla Valutazione di impatto ambientale: il progetto, come ha fatto sapere l’assessore all’Urbanistica Giuseppe Rusconi illustrando la delibera, “è stato escluso dalla necessità di sottoporsi alla V.i.a. grazie a un decreto della Direzione generale Ambiente e clima di Regione Lombardia”.

La centrale sorgerà all’interno dell’area dello stabilimento Caleotto in via Arlenico, occupando superfici già urbanizzate e dunque senza consumo aggiuntivo di suolo. Il manufatto occuperà una superficia di 124,96 mq di superficie utile e sono previste due canne fumarie di 25 metri di altezza, che eccedendo i limiti previsti dal Pgt del 2014, fissati a 20 metri, richiedono deroga urbanistica. Rispetto alla sua funzione, fungerà da vera e propria caldaia: “E’ stato scelto di localizzare l’opera nel sito del Caleotto dove sono presenti cascami termici, ad oggi non recuperati e dissipati: l’impianto di cogenerazione consentirà di recuperare tale calore e ‘cederlo’ alla rete del teleriscaldamento” aveva spiegato durante la commissione V le scorse settimane Rusconi.

Durante il dibattito non sono mancate le perplessità. L’opposizione in particolare ha chiesto dettagli sui rischi ambientali e, in merito al progetto del teleriscaldamento, sulla reale capacità di adesione degli utenti. A preoccupare è anche l’impatto estetico/paesaggistico delle strutture, in particolare delle canne fumarie.

“Ritengo assurdo dover approvare una variante urbanistica ad un progetto già in fase avanzata – ha detto Giovanni Tagliaferri (Gruppo per Lecco) – e anche definire ‘a impatto zero’ un intervento che di impatto, in diversi termini, ne avrà eccome”. Stefano Parolari (Lega) ha commentato: “Si era già capito che per tenere in piedi il teleriscaldamento non sarebbe bastato il recupero del calore ma l’energia di base garantita da una caldaia più grande. L’area del Caleotto è adatta ad ospitare questa struttura, siamo sicuri?”.

La maggioranza, invece, ha difeso la decisione come frutto di una visione coerente in tema di sostenibilità. Il sindaco Mauro Gattinoni, intervenendo, ha parlato del nuovo impianto come del “backup necessario per garantire la funzionalità del teleriscaldamento cittadino” ricordando che circa il 60% dell’energia prodotta deriverà da calore recuperato.