Nel suo nuovo romanzo lo psicoterapeuta dell’età evolutiva indaga i rapporti tra padri e figli
“Difficile per molti uomini esprimere le proprie emozioni”. Il consiglio ai giovani: “Ridiamo alla parola il peso che merita”
LECCO – Una storia che parla di uomini, un intreccio di rapporti complessi tra padri e figli, ‘offuscati’ dal non detto. Di questo parla ‘La vita accade’, il nuovo romanzo di Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, presentato nel pomeriggio di sabato 7 maggio a Palazzo Falk nell’ambito della rassegna Leggermente promossa da Assocultura Confcommercio Lecco.
La vita accade: una storia sulle emozioni maschili
E’ notte fonda quando Chiara, la moglie di Paolo, il protagonista del romanzo, lo sveglia dicendogli che il momento tanto atteso è giunto:sta per diventare padre. Durante il viaggio verso l’ospedale Paolo ripercorre le tappe della sua storia, conscio che la sua vita sta per cambiare. “Una storia segnata nel profondo dalle figure maschili – ha spiegato l’autore – Paolo è stato abbandonato dal padre naturale quando è nato, è stato un bambino che ha visto adulti irrisolti incapaci di rispondere ai suoi bisogni. Quello che ho cercato di sondare, in queste pagine, è la scatola nera nella mente degli uomini. Uomini che non sanno dare parola alle proprie emozioni e quindi le trasformano in silenzi, oppure in azioni disfunzionali. La storia di Paolo è una storia coinvolgente e commovente, nel senso che il lettore si muove con il protagonista”.
Il peso dei silenzi
“Ho scritto questo romanzo prevalentemente durante le ore notturne, ho pianto scrivendolo e ho pianto rileggendolo” ha confidato Pellai “è una lettura ‘ad immersione’ che vuole mettere in scena il mondo interiore degli uomini, spesso fatto di silenzi. Alla domanda ‘Cosa c’è nella mente degli uomini, quando diventano padri?’ non ho una sola risposta ma tante. Sono quelle degli oltre 200 uomini che ho visto e accompagnato durante i dieci anni dell’esperienza ‘Il cerchio dei papà’ condotto con una collega. Un’esperienza nata per raccontarci le cose. Sapete cos’è emerso, per la maggior parte dei papà che ho incontrato? Che quasi nessuno di loro si è mai sentito dire dai propri padri ‘Ti voglio bene’, una frase più da mamma. In questo libro ho cercato si sondare il peso dei silenzi e l’importanza della parola”.
L’importanza della parola
Dal tema della paternità la riflessione si è poi spostata sull’educazione dei giovani ragazzi preadolescenti e adolescenti. Secondo Pellai, sono diverse le sfide che oggi abbiamo di fronte: “L’educazione emotiva, che parte dalla parola. Se io non so nominare cosa mi fa stare male non riesco ad elaborarlo. Oggi le ricerche ci dicono che in un tempo breve il vocabolario dei nostri adolescenti si è impoverito e questo crea una povertà di identità che ha pesanti ripercussioni. Il nostro compito è quello di aiutare i ragazzi a conoscere cosa provano e come affrontarlo”.
La sfida allora è quella di ridare alla parola il peso che merita: “Come? Incentivando i giovani a scrivere, a leggere e ad ascoltare. Tre cose che nel mondo social e virtuale di oggi si fanno sempre meno. Oggi noi offriamo ai nostri figli una vita dove c’è poco da prendere perché c’è tanta stimolazione – ha detto Pellai – tramite l’online noi maciniamo una mole di informazioni che ci investe e non sempre sappiamo come processare”.
Adolescenza e vergogna
Il mondo sempre più social, secondo Pellai, è anche alla base dell’ansia ‘da prestazione’ che gli adolescenti oggi provano: “L’adolescente di un tempo provava rabbia, oggi invece prova vergogna. Insomma, in questo momento generazionale i nostri figli hanno paura di essere degli sfigati. La vetrina dei social alimenta questa ansia, i ragazzi, le ragazze soprattutto, devono presentarsi ‘all’altro’, hanno una fortissima spinta a rimanere concentrate sull’immagine di sé stesse per evitare la vergogna dell’impopolarità. Questo sicuramente deve farci riflettere”.
L’importanza dell’amore
In conclusione, tornando al libro, ‘La vita accade’, Pellai ha riservato alcune parole alla protagonista femminile, Chiara: “Una figura meravigliosa che insegna a Paolo l’appartenersi e testimonia il potere generativo dell’amore che la donna dona all’uomo e ci consente di trasformarci. E’ molto importante oggi fare conoscere ai ragazzi gli strumenti di conoscenza emotiva per far sì che possano comprendere e vivere la pienezza di un’esperienza fondamentale come l’amore, inteso come appartenenza e reciprocità”.