Rifugi lecchesi, estate 2025: presenze stabili e weekend affollati

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rifugio azzoni al Resegone

In tanti sui monti del lecchese, ma nessun “assalto”

I rifugisti: “Turismo più attento e consapevole. La gente viene volentieri e dice di essere contenta”

LECCO – L’estate 2025 sui monti lecchesi registra per ora un bilancio variegato. Dopo gli anni del boom post-pandemia, l’affluenza nei rifugi della zona sembra ormai essersi stabilizzata, con un’affluenza decisamente concentrata nei weekend. A fare il punto sono i rifugisti stessi, che raccontano luci e ombre di una stagione segnata dal meteo ‘ballerino’ (luglio prevalentemente brutto e agosto torrido) ma anche da un turismo sempre più attento e consapevole.

Al Rifugio Azzoni, in cima al Monte Resegone, Stefano Valsecchi (anche presidente del Gruppo Rifugisti di Confcommercio Lecco) racconta una stagione senza grandi picchi, con presenze stabili e in lieve flessione rispetto agli anni scorsi: “Il boom post-Covid è finito, ormai il trend si è assestato. In linea di massima la formula è la stessa: se c’è bello viene gente, se c’è brutto invece non si vede nessuno”. Il caldo estremo, aggiunge, non ha aiutato, spostando parte dei flussi verso località più accessibili.

La segnalazione principale riguarda però la cartellonistica dei sentieri: “In troppi finiscono su percorsi sbagliati, come il Canale Bobbio, anche per colpa di indicazioni poco chiare. Mi capita spessissimo di incontrare escursionisti in scarpe da ginnastica in zone pericolose. Una buona segnaletica è fondamentale per la sicurezza”.

Rifugio Cazzaniga Merlini ANA LeccoAl Rifugio Cazzaniga ai Piani di Artavaggio Davide Luzzani e Valery Gurini hanno vissuto un’estate a due velocità: “Luglio è stato quasi nullo, con solo quattro giorni di lavoro a causa del maltempo. Ad agosto invece la settimana di Ferragosto ci ha dato soddisfazioni, con presenze costanti, seppur senza assalti”. Dopo tre anni di chiusura, la riapertura nel 2024 ha rimesso il rifugio nel circuito, e i gestori raccontano la soddisfazione di rivedere clienti abituali: “La gente viene volentieri e ci dice di essere contenta. Per noi è importante”. Pochi i turisti stranieri, con la stagione che proseguirà fino a fine settembre con apertura quotidiana, poi solo nei weekend.

Rifugio Casera Vecchia di Varrone
Rifugio Casera Vecchia di Varrone

Maria Codega e Raffaele “Lele” Pomoni, del Rifugio Casera Vecchia di Varrone, raccontano un’estate positiva, segnata da un agosto soleggiato: “Su 100 persone che arrivano, circa 40 sono del posto e 60 da fuori zona”. La principale difficoltà resta l’imprevedibilità: “A volte la giornata si apre con 15 prenotazioni e a fine pranzo ci si ritrova ad aver servito 70 coperti. Bisogna sapersi adattare”.

Se le richieste strampalate di taluni avventori a volte fanno sorridere, ai piedi del Pizzo Varrone, sinora nessuna richiesta bizzarra è stata avanzata, solo tanta voglia di montagna: “È stata una buona stagione e l’auspicio è di proseguire in questo modo” dicono.

Rifugio Grassi
Rifugio Grassi

Anche Anna Bortoletto, dal Rifugio Grassi, conferma un luglio debole per via del meteo e un agosto decisamente positivo: “Nell’ultima settimana i rifugi erano pieni, grazie al caldo in città che ha spinto molti a salire”. Nessun rischio di overtourism, però (e per fortuna): “Le nostre sono piccole realtà a conduzione familiare, con flussi contenuti che garantiscono un turismo dignitoso e rispettoso, una peculiarità che, sono convinta, dobbiamo preservare”. La clientela è composta in gran parte da locali lombardi, con un 8-10% di stranieri: “Quest’anno tanti cechi e slovacchi, dato curioso: ci hanno raccontato che scelgono le nostre montagne anche per sfuggire all’affollamento delle loro zone”.

Se il meteo ballerino e il caldo hanno inciso sulle presenze, il bilancio complessivo per i rifugi lecchesi è positivo: nessuna corsa all’overtourism, ma un turismo che si conferma stabile, fatto di appassionati e famiglie, con una crescente attenzione al rispetto dell’ambiente e delle tradizioni locali.