LECCO – Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Aldo “Aldino” Anghileri, nella quale il noto alpinista chiama a riflettere sul premio Grignetta d’Oro assegnato venerdì scorso (vedi articolo) e “rispolverato” dopo 9 anni di assenza. Una lettera che ben volentieri ospitiamo e che ci auguriamo possa essere foriera di un confronto costruttivo per la nostra città, il mondo della montagna e di tutti coloro che la amano e la frequentano.
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“Sono passati tanti anni da quando sono uscito dal Gruppo Ragni, Caai e Cai, per l’allora chiusura della Sottosezione Cai di Belledo, grande vivaio di giovani e promotore di molte iniziative e attività, tra le quali come non ricordare il premio Grignetta d’Oro. Premio riproposto proprio quest’anno, dopo 9 anni di assenza, assegnato lo scorso venerdì e motivo della mia riflessione.
Ai Piani Resinelli, sabato scorso, ho incontrato i fratelli Danilo e Corrado Valsecchi e altri amici, giovani di allora che furono tra i primi a presentare le rispettive attività in occasione del neonato Grignetta d’Oro. Avevano tra le mani i curriculum di quegli anni, pagine un po’ ingiallite dal tempo che ci hanno ricordato momenti piacevoli e amici quali: Benvenuto Laritti, Sergio Panzeri, Giacomo Stefani, Floriano Castelnuovo e molti altri; tutti personaggi che non hanno bisogno di presentazioni.
Di tutti loro però ve n’è stato uno che possiamo definire il frutto dello spirito che animava il premio Grignetta d’Oro: Benvenuto. Grande personaggio: capace, dinamico, scapestrato, ma che allora, come molti altri dopo di lui, incarnava il divenire dell’alpinismo, il nuovo che avanza e che si fa presente.
Ed è su quest’ultimo punto, ovvero sullo spirito del Grignetta d’Oro, che sabato ci siamo fermati a chiacchierare e riflettere. Un premio rinato che ha visto sfilare candidati illustri dalle indiscusse capacità, che vantano attività di altissimo livello, a partire da Matteo della Bordella, vincitore di questa edizione, fornito di curriculum di prim’ordine a livello mondiale e sul quale non c’è nulla da dire.
Tuttavia, è venuto a mancare lo spirito originario del premio Grignetta d’Oro: che era quello di dare spazio ai giovani. Giovani da incoraggiare, spronare, incitare, premiare e far conoscere. Un premio destinato alle nuove leve, bisognose più di chiunque altro di stimoli e di affermazioni, fu così per Benvenuto e per molti altri dopo di lui, sarebbe bello che sia così anche oggi.
Un pensiero il mio, che non vuole innescare nessuna polemica e men che meno criticare i protagonisti di questa edizione, a partire proprio da Matteo che conosco poco personalmente, ma che stimo per quello che fa, per come lo fa e per le sue idee innovative.
Credo, tuttavia, che una riflessione sia dovuta e doverosa e vorrei invitare tutti gli addetti ai lavori e non solo a farlo. Oggi, che grazie all’ottimo lavoro svolto dagli organizzatori la città di Lecco ha ritrovato il Grignetta d’Oro, possiamo pensare di riconferirgli il senso e lo spirito originale? Possiamo tornare ad “osare”, come si fece agli albori, dando spazio ai giovani?”.
Aldo Anghileri