LECCO – “In questi giorni, per molti cittadini molto convulsi, con persone in “movimento” dentro il teatro della politica, ho ripensato ad avvenimenti molto vicini ed ad un altro molto lontano.
Nel giugno del 1971, più di trent’anni fa, François Mitterand, a capo di un raggruppamento che in Italia si chiamerebbe “civico”, fondava con quello che rimaneva dei socialisti francesi (5% alle elezioni) il nuovo Partito Socialista. Come molti ricordano Mitterand diventò, dopo qualche anno, Presidente e, nei suoi due mandati, cambiò profondamente la Francia in termini di modernizzazione e di decentramento amministrativo. Nei primi anni dalla nascita si fece molta fatica a tenere insieme i “galli” del pollaio socialista che faticavano a digerire la presenza di persone nuove non legate alle vecchie “correnti” socialiste.
Alla fine, con molta pazienza e non “scomunicando” nessuno, Mitterand riuscì nell’impresa. La Francia di allora era simile al nostro Paese oggi: c’era il disincanto verso la destra gollista in crisi, non c’era una alternativa credibile, c’era disaffezione alla politica.
I ricordi dell’oggi: le Primarie del PD di un mese fa. Il processo, ovviamente, era iniziato prima. Il fatto vero, però, l’ha determinato Bersani con una scelta: quella di sottoporsi alle Primarie nonostante lo Statuto e le pressioni dei “notabili”. Con quell’atto il Segretario si svincolava dai veti congiunti che hanno dominato la prima parte della vita del PD. Ha scelto, nonostante la crisi di credibilità della politica e dei partiti. Ha vinto la scommessa perché ha dato la possibilità di scegliere al variegato popolo del centrosinistra. Gli oltre tre milioni di cittadini del primo turno gli hanno dato ragione. E’ stato un processo corale dove i protagonisti avevano punti di programma differenti, ma il fondo comune c’era, nonostante le dichiarazioni magari “roboanti”. L’atteggiamento di Bersani è stato molto aperto, paziente, ma fermo. Era “autonomo”, non strattonabile. Ha vinto anche per questo.
Paradossalmente con le Primarie ha finalmente “fondato” il PD, come Mitterand fece per il proprio partito 32 anni fa. Con una sostanziale differenza: a decidere non erano i “capi correnti” in agonia ed i loro epigoni locali, ma la gente in fila davanti ai seggi.
La differenza rispetto agli altri schieramenti è tutta qui. Non è un “Unto dal Signore”, ma è voluto dal voto delle Primarie. Non è “salito” in politica, c’era già, in modo diverso da altri, ma c’era. Non ha rivolto “proclami dal web”, ha invitato milioni di persone a votare, non solo poche decine di migliaia.
Io non so cosa accadrà tra due mesi, alle elezioni, ma c’è una parte degli elettori che sarà più motivata a votare, sa per cosa vota, sa che dietro non contano più o, per i pessimisti, molto meno, i voti dei capi bastone che telefonano ai farmacisti, agli avvocati o ai notai per dire che per questo nome non si raccolgono le firme, ma contano loro stessi. In un Paese dove la speranza fatica ad affermarsi, non è poco”.
Ambrogio Sala