Pirovano: addio a uno dei “tre grandi”.
Ho sempre avuto un buon rapporto con Walter e sono state molte le occasioni in cui ci siamo confrontati. Con lui nascevano sempre discussioni interessanti, mai banali. Sotto l’aspetto alpinistico Bonatti è stato uno dei più forti alpinisti che ci siano mai stati al mondo. Indubbiamente il migliore di quella generazione nata negli Anni ’30, venuta dopo un altro Grande: Riccardo Cassin.
Credo che Cassin, Bonatti e poi Reinhold Messner si possono definire i tre grandi che hanno segnato le rispettive generazioni, caratterizzandone i modi di interpretare l’alpinismo, sia dal punto di vista dell’approccio, sia sotto il profilo dell’evoluzione tecnica dei materiali che della preparazione fisica. Le imprese di Walter, mai banali, hanno scritto capitoli di storia dell’alpinismo mondiale.
Dal punto di vista personale di Walter ho molti ricordi. Ci trovavamo spesso in quelle occasioni formali alle quali seguivano momenti più intimi. E’ in queste occasioni che ho potuto conoscere il vero Bonatti e capire come effettivamente le sue vicende personali, una su tutte quella del K2, l’hanno segnato, rendendolo diffidente in generale e soprattutto verso gli operatori della comunicazione. “Possono cambiare tutto – diceva facendo riferimento alla spiacevole vicenda del K2 allorquando il Cai decise di correggere i Registri delle sue impresa – ma i torti subiti quelli no, restano”. Durante una serata gli chiesi se, senza quelle esperienze umane negative, Walter Bonatti sarebbe comunque diventato quel grande alpinista che è stato. La voglia di riscatto, di dimostrare la sue capacità lo hanno sicuramente spinto a compiere grandi cose. Di fronte a quella domanda, lui mi guardò e mi disse: ‘Alberto, spediscimi una lettera riscrivendo quanto mi hai chiesto? Sono riflessioni che mi piacerebbe fare con te”.
Non ritornammo più sull’argomento e la mia domanda è rimasta senza risposta….
Alberto Pirovano