LECCO – “C’è uno spettro che gira per il pianeta ma soprattutto per L’Italia e l’Europa : il debito sovrano ( ed il suo figliastro “spread”). Due Molok moderni che vorrebbero condizionare le vite di milioni di uomini.
Nessuna pretesa da parte mia di competenze economico-finanziarie ma semplice ricerca di un cittadino comune che rivendica il diritto-dovere di non tenere la “testa nel sacco” di tesi precostituite dal mainstream, ponendosi e ponendo interrogativi e qualche considerazione fuori dal “coro”. La prima domanda riguarda proprio la “narrazione dominante” sul debito pubblico, vero e proprio macigno posto ormai come una spada di Damocle sulle sorti di interi popoli e indicatore, praticamente unico, su cui si vorrebbe misurare tutte le scelte di programmazione socio economica.
La domanda è : i debiti degli Stati (cosiddetti sovrani) sono estinguibili ? Esiste qualche economista, sano di mente, disposto a rispondere affermativamente ? E se, come nessuno infatti si azzarda a fare, la risposta fosse un no categorico, cosa dovrebbero concludere anche le menti dei più semplici ? Forse che, come ben comprensibilmente argomenta anche un libretto controcorrente di Marco Bersani (“Dacci oggi il nostro debito quotidiano – strategie per l’impoverimento di massa), il debito non si potrà mai pagare del tutto ?
Di conseguenza, secondo una ragionevole logica deduttiva, la costruzione della cosiddetta “economia del debito” ( o truffa del debito, come la chiama l’autore) sarebbe imputabile ad un sistema preordinato al tenere costantemente sotto capestro la sorte dei popoli (a vantaggi di pochi).
E la leva maggiore per far penetrare nell’immaginario collettivo il “senso di colpa” per l’insolvenza nel ripagare i debiti, su cui poggia il martellamento mediatico continuo, starebbe proprio nel paragonare strumentalmente quello che accade a livello dei sistemi nazionali ed internazionali ( realisticamente inficiato da meccanismi speculativi e regole asimmetriche, se non si vuol credere alle favole) alla stregua di un contratto di mutuo familiare, che invece, per il comune sentire, si deve giustamente ripagare per intero.
Nel corso della Storia da sempre si sono utilizzati in vari popoli condoni parziali e giubilei basati sulla realistica costatazione che il “sistema sociale” non potesse reggere a lungo su rapporti sbilanciati e condizioni “capestro”, i cui effetti, prodotti peraltro dalle loro “classi dirigenti”, si scaricavano sui meno abbienti.
Perché quindi ciò che già migliaia di anni fa era praticato dagli antichi non viene nemmeno preso in considerazione in tempi come questi di osannata modernità ? Quanti sanno ad esempio che esistono nel diritto internazionale norme per l’impugnazione dei debiti formatosi in modo ingiusto ? E quanti sanno, solo per fare un altro esempio specifico, che lo Stato italiano dal 1980 al 2007 ha contratto 1.335,54 miliardi di debito, sui quali ha pagato ben 1.740,24 miliardi di interessi ?
E se lo “spread” ( indicatore inventato occasionalmente) è lo spauracchio continuamente agitato da sacerdoti e vestali del pensiero unico neo liberista del vasto mondo dei talk show ( con invitati sempre con il “posteriore al caldo”) perché invece non ascoltare il monito di chi dice che lo spread “ è un ricatto” ben mascherato da solo presunte logiche meritocratiche ?
Come un sistema che si autodefinisce al servizio dell’Uomo può invece subordinarsi all’interesse di persone ed entità ( i cosiddetti “mercati” ) che cercano soltanto di arricchirsi ?
Allora a cosa servirebbe la democrazia ?
Ci sarebbero fiumi di argomentazioni a supporto (o contro) aspetti come questi e di molti altri interconnessi a cascata ( è da più di vent’anni che l’Italia ha un avanzo primario al netto degli interessi… dall’81 , con il divorzio tra Banca d’Italia e Ministero del Tesoro, il sistema di finanziamento delle attività del nostre Stato “si è messo nelle mani della finanza privata e della speculazione finanziaria ed è questa la ragione primaria per cui il debito pubblico italiano è esploso” … l’ Europa, solo a parole dei Popoli, è stata strutturata esclusivamente in chiave monetarista e a difesa degli interessi dei più forti … il debito pubblico di molti Stati si è gonfiato per sanare la grande bolla speculativa “privata” di derivazione USA) ma provocatoriamente una cosa la vorrei perlomeno aggiungere :
A che serve una “Crescita” se i suoi effetti riguardano solo sempre più pochi ? Esiste in natura un organismo che cresce illimitatamente ? Non sarebbe meglio temperare la Crescita secondo compatibilità sociali ed ambientali e concentrarsi sul perseguire una più giusta redistribuzione della ricchezza ? A questo riguardo mi si permetta di aggiungere un altro elemento di normale buon senso (che dovrebbe ispirare ogni “buon padre di famiglia”) e cioè quando si vuol risanare una situazione critica per una famiglia i sacrifici maggiori li si dovrebbe chiedere ai figli più “dotati” e non il contrario.
E perché allora si definisce “assistenzialismo”, anche da parte di forze che dovrebbero lottare contro disuguaglianze e precarietà, norme che , privilegiando una volta tanto i soggetti più deboli, cercano di redistribuire meglio la ricchezza, perlomeno verso i ceti più bassi ? Un conto è la legittima azione di critica e di miglioramento delle norme in itinere, un altro è operare un rovesciamento di valori !
E perché quando si parla ad esempio di “Patrimoniale”, volutamente si omette di dire che andrebbe applicata selettivamente a carico delle categorie economiche più alte ? Negli USA del “New deal” le aliquote maggiori avevano raggiunto livelli elevatissimi ed erano state accettate dai più ricchi come doverose. Invece si fa credere , per spaventare, che la “patrimoniale” sia un taglio lineare forzoso su tutti i livelli di reddito economico ed immobiliare : un altro spettro strumentalmente agitato per non dare un ulteriore significativo colpo nella lotta alle sempre più marcate disuguaglianze (solo in Italia 6 milioni di poveri).
E perché invece di cercare il “nemico” (il capro espiatorio) in altrettanti svantaggiati, ma con la pelle diversa, non si denuncia e si lotta insieme a loro contro questo sistema iniquo cercando di rimuoverne i peggiori paradigmi ed andando alle cause strutturali delle ingiustizie che produce ? Non si può ad esempio dire di battersi giustamente contro regole europee pensate e praticate a vantaggio delle èlite, ma nel contempo far leva sugli egoismi nazionalistici.
Il capolavoro di questo sistema è quello di spacciare come interesse collettivo ciò che invece avvantaggia solo pochi e per fare ciò, abilmente, mette contro tra di loro le proprie vittime.
Tutte le conseguenti azioni correttive “a cascata” non possono, a mio parere, non tener conto di questo quadro di riferimento alternativo se veramente, anche se pur gradualmente, si vuole davvero cambiare a tutti i livelli.
Del resto un papa scomodo come Francesco anche recentemente ci ha ricordato che “ L’ingiustizia è la radice perversa della povertà! E quanto sta succedendo in questi giorni in Francia, contestando a Macron di fare solo gli interessi dei più ricchi, può costituire un segnale forte per un doveroso ripensamento delle politiche economiche e sociali neo liberiste di questa Europa da riformare?”
Germano Bosisio