LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:
“Davvero la questione Canile di Lecco è infinita … chi avesse la pazienza di andare a riguardare la copiosissima documentazione che a suo tempo si è sviluppata potrebbe trarne utili considerazioni.
Leggere tuttavia sulla stampa nazionale e locale le considerazioni di questi giorni della Presidentissima, alias Signora Michela Vittoria Brambilla, lascia, almeno a chi ha seguito direttamente la vicenda o a chi appunto ha avuto la pazienza di documentarsi, sconcertati. In passato infatti, mai, dico mai, la Presidentissima si è degnata di riscontrare il merito delle numerosissime sollecitazioni giuntele da più parti, a partire dall’ormai lontano 2003. Si è sì pronunciata, in qualche occasione, ma sempre e solo per gettare sabbia negli occhi e fango su chi aveva osato approfondire. Di merito zero e di risposte precise meno ancora.
Se proprio desiderasse rinfrescarsi la memoria, Presidentissima, potrebbe andare all’estate del 2007, quando tutti gli organi di informazione locali, per settimane, si sono occupati delle condizioni del Canile Municipale, a partire da un esposto che alcuni volontari hanno inviato al Comune di Lecco per verificare le modalità di gestione da parte della LIDA della struttura. Esposto di cui ignoro il prosieguo, ma che parlava di sovraffollamento (307 cani ospitati a fronte di una capacità della struttura di ospitarne poco più della metà), di morti di animali a causa di sbranamento, di box umidi e bagnati, problemi fognari, di cibo di scarsa qualità, presenza considerevole di topi.
Non tocca a me – e soprattutto non ne ho le competenze -, dire se queste considerazioni fossero corrette e nemmeno quelle che vengono sollevate oggi. Vorrei solo far notare che è ridicolo, al limite del patetico, osservare la Presidentissima stracciarsi le vesti per una situazione che ben conosce da anni. Certo, non ne fa una gran bella figura, soprattutto alla luce della esagerata patina dorata che è riuscita a ricamarsi addosso, paladina degli amici a quattro zampe e se potesse anche Patrona, ma tant’è.
Ho invece le competenze per dire quello che successe qualche anno prima, a partire dal 2003, anni nei quali come Consigliere Comunale di Lecco, insieme alla cara collega Carla Zanetti sollevammo a più riprese interrogativi non già di ordine tecnico, igienico, ambientale, ma semplicemente amministrativo. Ai quali non sono mai giunte risposte convincenti, tantomeno dalla Presidentissima, che proprio non le ha degnate. Cominciammo a capire di esserci in qualche modo imbattuti in una grana potente, gestita da persone che lo erano di più e che riuscivano sempre a svicolare.
In data 18 dicembre 2002 il Comune di Lecco, con delibera n. 131, affidò alla LIDA, con sede a Calolziocorte, la gestione del canile municipale. L’Amministrazione Comunale ricorse ad un affidamento diretto senza la consultazione di altri soggetti esterni, sulla scorta dell’articolo 2 della Legge 281/1991, motivando tale decisione sulla base dell’urgenza, ma anche dal fatto che la medesima Associazione risultava assegnataria da parte dell’ASL dei servizi di canile sanitario e di accalappiamento.
Peccato che l’affidamento dei servizi ASL risalisse solo a poche settimane precedenti la delibera comunale e sarebbe scaduta il successivo 31.12.2003, mentre la gestione del canile fu concessa per nove anni, rinnovabili. E peccato che l’Associazione prescelta non poteva vantare valenza nazionale, né particolari esperienze verificate e consolidate, per il semplicissimo motivo che la sua costituzione risaliva appena al 19 settembre 2002, ovvero meno di tre mesi prima dell’affidamento della gestione del Canile da parte del Comune.
La LIDA peraltro, alla data del 18.12.2002, non risultava iscritta nelle registro delle associazioni di volontariato provinciale e tantomeno in quello regionale, al quale fu iscritta solo il successivo 10 gennaio 2003. La Legge 266 del 11.08.1991 recita esplicitamente che l’iscrizione ai registri è condizione necessaria per accedere ai contributi pubblici e a stipulare convenzioni e tuttavia non sarebbe stato ugualmente sufficiente per la LIDA, perché l’articolo 7 della medesima Legge impone che Stato, Regioni, Province, Enti Locali … possono stipulare convenzioni con le organizzazioni di volontariato, iscritte da almeno 6 mesi nei registri e che dimostrino attitudine e capacità operative. La LIDA dunque, al momento della convenzione non disponeva dei requisiti richiesti dalla legislazione e a mio modesto parere, ciò inficiava la validità della Delibera 131/2002 del Comune di Lecco.
A suo tempo queste osservazioni, anche per tramite di interpellanze presentate in Consiglio Comunale, furono denunciate dal sottoscritto direttamente alla Amministrazione Comunale di Lecco, con deposito di documentazione dettagliata. Chiesi ufficialmente che la convenzione venisse annullata, si provvedesse ad assegnazione temporanea a cui dar seguito con gara ad evidenza pubblica limitata nel tempo.
Le richieste, che mi risultano cadute nel nulla nonostante la rilevanza che cercammo di dare alla questione anche con interpellanze al Consiglio Regionale e in Parlamento, erano a mio avviso ancor più motivate dal fatto che si correva il rischio di incorrere nel reato di danno erariale comminato ai danni della comunità lecchese, trattandosi di convenzione a mio parere appunto nulla e che prevedeva importi di affidamento molto considerevoli – 542.369,79 IVA – nei nove anni (importo peraltro superiore ai 200.000,00 € fissato dal DGLS 157/95 per gli appalti pubblici).
Una bella confusione, aggravata dai prodromi della assegnazione del dicembre 2002, che se non trattassero di beni collettivi, sarebbero comici. Il 2 dicembre 2002, la Signora Michela Vittoria Brambilla, in qualità di Presidente della Lega Nazionale Per La Difesa Del Cane – Sezione di Lecco – che gestiva il Canile in precedenza – comunicava al Sindaco di Lecco (protocollo 45779 del 03.12.2002) di rinunciare all’impegno contrattuale di gestione del Canile con decorrenza 31.12.2002. Lo stesso giorno, probabilmente cinque minuti dopo (protocollo 45781 del 03.12.2002 !), la stessa Signora Michela Vittoria, questa volta tuttavia in qualità di Presidente della LIDA, che però sarà trasformata in LEIDA, forse a seguito della diffida della “vera” LIDA, datata 19.02.2003 a far uso dell’acronimo LIDA appunto (anche qui, un bel pasticcio …, ma come fa a collezionarne tanti e in così poco?), comunica di accettare la proposta di accordo per la gestione del Canile di Lecco, a far data dal giorno 1 gennaio 2003 !
Un pasticciaccio Signora Presidentissima, non ne ha mai voluto parlare in questi termini e non ha mai risposto alle richieste di delucidazioni. Facoltà Sua, ma almeno non ci prenda in giro, non si strappi, eviti se può di minacciare querele che potrebbero rivelarsi azzardate, soprattutto non scarichi su altri responsabilità che certamente Lei ha avuto e probabilmente ancora ha, solo questo. Se lo desidera, e se può, riscontri nel merito dei fatti che ho cercato di circostanziare e che sono tutti, tutti, suffragati da documentazione cartacea che alla bisogna potrò fornire a chiunque ne abbia interesse o sia chiamato a farlo”.
Tore Rossi – Lecco