LECCO – Ponte Morandi A10, 2018; Tangenziale di Fossano, 2017; Camerano A14, 2017; Annone, 2016; Carasco, 2013; Tramonti di sopra, 2004. Dire che non abbiamo imparato nulla sarebbe un grande complimento, ripensando alle scelte politiche degli ultimi anni nell’ambito delle infrastrutture. Qualsiasi tecnico sa che il costo intrinseco di un’opera infrastrutturale non è soltanto quello legato alla progettazione, alla sicurezza, alla direzione dei lavori, alla realizzazione e al collaudo della stessa; il costo vero è legato all’intero ciclo di vita, comprendendo anche le manutenzioni ordinarie e straordinarie, nonché alla sua demolizione a fine vita.
Purtroppo in Italia, diversamente da molti altri paesi del modo, le infrastrutture vengono percepite come il segno lasciato da una determinata classe politica in un determinato periodo. Secondo questo ragionamento, tutti, e dico proprio tutti, nel loro mandato si focalizzano a realizzare una nuova opera infrastrutturale dimenticandosi dei costi delle opere realizzate in precedenza. Oggi assistiamo ad uno scenario a dir poco incredibile, dove gli enti gestori della viabilità (ANAS e Provincie) hanno subito pesanti tagli ai bilanci con la conseguente impossibilità di manutenere correttamente i manufatti; ma hanno soldi da spendere per la realizzazione di nuove opere, poiché vincolati a questo solo scopo. Ad esempio la provincia di Lecco ha vincolati a bilancio quasi 7 milioni di euro, stanziati da Regione Lombardia e Governo, per realizzare nuove opere senza poterli usare per le manutenzioni. Questo comporta che vengono fatti nuovi ponti e nuove rotonde, ma non ci sono fondi per asfaltare o tagliare l’erba sulle strade.
A seguito della premessa mi preme fare due considerazioni molto semplici; Quali sono stati i ministri alle infrastrutture che negli ultimi anni hanno creato questo scenario? Vi sorprenderà constatare che nessun ministro era anche solo lontanamente un tecnico.
Gli ultimi ministri delle Infrastrutture: Danilo Toninelli (Giurisprudenza), Grazia Del Rio (Medicina), Matteo Renzi (Giurisprudenza), Maurizio Lupi (Scienze Politiche), Corrado Passera (Economia), Altero Matteoli (Ragioniere), Antonio Di Pietro (Giurisprudenza).
La seconda considerazione che mi preme fare è di tipo temporale; se la maggior parte delle infrastrutture oggi presenti sul territorio nazionale sono state costruite negli anni 80 e 90, non correttamente manutenute, sarà del tutto casuale l’intensificazione dei crolli degli ultimi anni? Lasciamo fare ai giuristi, ai medici, agli economisti e ai ragionieri…
Ing. Mauro Galbusera,
già consigliere provinciale con delega alla viabilità, grandi opere e lavori pubblici