“Registro per il testamento biologico: dall’Udc parole vuote e prive di
fondamento”.
“La ricostruzione fatta dal coordinatore lecchese del partito di Cesa, Casini e Buttiglione (smarrito l’ex capolista in Senato Totò Cuffaro) è un tipico esempio di mistificazione ed alterazione della realtà. Prima di tutto l’audizione ha coinvolto cinque associazioni e non solo Qui Lecco Libera. Come altri strateghi della politica nostrana, anche questo signore ignora un fatto: l’Amministrazione non “perde tempo” con inutili audizioni. Semplicemente rispetta (in parte) lo Statuto, ovvero le regole del gioco e della macchina Comunale. Ci sono 1.119 cittadine e cittadini che hanno firmato una proposta di delibera. Perché l’Udc – sigla che sta fuori dal Comune – non s’impegna a raccoglierne anch’essa per discutere le proprie tesi piuttosto che farfugliare le solite filastrocche sulla “famiglia” e sui “bisogni”? L’astrattezza e la strumentalità delle parole dell’Udc si scontrano con l’estrema concretezza ed utilità del servizio laico e civile di cui chiediamo – insieme a 1.119 firme autenticate – l’istituzione. Il “vuoto normativo” – a cui ha fatto accenno anche Angela Fortino (Pdl) – è un alibi debole e già smascherato. Basterebbe leggere la Costituzione, le Convenzioni Internazionali e la giurisprudenza affermatasi in questi anni. Non c’è alcuna “provocazione” nel rivendicare la libertà di scelta ed il sacrosanto principio di autodeterminazione. A chi è abituato a dogmi, ordini di partito, liturgie stanche, suonerà come un affronto. Ne prendo atto. Su una cosa concordo: il registro per il testamento biologico è un test importante. “E’ ora di cambiare” si diceva in campagna elettorale. I cittadini hanno imposto nell’agenda politico-amministrativa un tema centrale. In base all’esito della discussione potremo valutare l’entità del cambiamento”.
Duccio Facchini