Il Comune di Lecco, l’ipotesi di non pagare i fornitori e le critiche di Valsecchi

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LECCO – Il Sindaco di Lecco, essendo venuti a mancare 3,2milioni di euro di entrate, al giornalista di un settimanale locale che chiede se “I dipendenti comunali rischiano di non percepire la tredicesima mensilità?” risponde “No, non penso, ma la situazione è difficile. Se ci troveremo alle strette ritarderemo i pagamenti ai fornitori. Non è una bella scelta, ma mi sembra il minore dei mali..”.

E se i fornitori a causa di questo ritardo non riescono a pagare i propri dipendenti? Forse i dipendenti delle aziende private sono di serie B e possono anche restare senza stipendio.

E se i fornitori non riescono a pagare contributi o erario? Per il comune può essere una soluzione perché i fornitori perderebbero il diritto alla riscossione dei loro crediti.

E se i fornitori non riescono a pagare i propri fornitori? Dov’è il problema, al massimo non riescono più ad acquistare i beni necessari per continuare e chiudono l’azienda. Possono anche fallire con tutte le conseguenze, anche personali, per l’imprenditore e i lavoratori perdono il posto di lavoro.

Comunque è il minore dei mali. Un’azienda in più o in meno non fa differenza.

Mi ricorda una dichiarazione di Orazio Carabini del febbraio 2009 (all’epoca redattore del Sole24Ore). “…bisognerà spiegare che le banche sono fondamentali per fare girare il sistema. Le imprese, tutto sommato, se ne fallisce una ce n’è un’altra che prende il suo posto….”.

Infatti, con questi presupposti, la disoccupazione, specialmente quella giovanile, ha raggiunto livelli improponibili per un paese moderno e civile come vorrebbe essere l’Italia, le aziende hanno chiuso e chiudono in numero sempre maggiore, il ricorso agli ammortizzatori sociali è cresciuto vertiginosamente e il Paese è finito in una recessione dalla quale sarà problematico uscirne.

Comunque è il minore dei mali.

Basta aumentare l’IVA, le accise, l’IMU, le addizionali IRPEF, ovviamente sui redditi più bassi perché sono più numerosi i contribuenti con redditi bassi. Il gettito IVA diminuisce ma vengono in soccorso gli inasprimenti fiscali e il conto pareggia, anzi il gettito aumenta. I consumi, però, calano, le aziende continueranno a chiudere e il gettito IVA sarà sempre minore e la pressione fiscale potrà aumentare ma non darà gettito.

Comunque è il minore dei mali.

Sfoglio il giornale e leggo che qualche azienda chiude, altre avviano procedure per la riduzione di personale, ovviamente per effetto del calo dei consumi non per aumento delle vendite, qualche altra ipotizza il fallimento. Cose normali di questi tempi.

Una notizia positiva. “Lo Stato vuole investire in Lario Reti Holding”. Interessante, merita un approfondimento. La Cassa Depositi e Prestiti mette a disposizione un miliardo, nell’ottica dello spending review per incoraggiare acquisizioni e accorpamenti da parte delle società pubbliche che sono in salute, spiega l’articolo. Strano, il decreto legge “spending review”, ma non solo quello, sembra avere un altro obiettivo che è quello di privatizzare con obbligo di alienare le partecipazioni detenute dagli enti pubblici. Nella frenesia legislativa di questi giorni si è creata un po’ di confusione anche per l’ormai usuale utilizzo di parole inglesi. Chissà perché non lo chiamano decreto per la revisione della spesa pubblica. Speriamo che non si cominci anche a legiferare in Inglese. Abbiamo già problemi di interpretazione delle leggi scritte in Italiano.

La sorpresa però è un’altra, non per me che da anni denuncio questa situazione paradossale. La società ha un patrimonio netto di 64milioni di euro e un indebitamento di soli 4milioni, fa investimenti per 5milioni (con un autofinanziamento di 12milioni di cui 3,5 milioni per ammortamenti) e distribuisce 2milioni di dividendi ai Comuni azionisti a fronte di utili per 8,8milioni dopo aver fatto pagare agli utenti imposte per 6,6milioni. Praticamente altri 5milioni di euro si aggiungono ai depositi bancari della società a solo vantaggio delle banche e non dei cittadini e dei servizi. Però, grazie a questa illuminata strategia aziendale, la società è in grado di sviluppare la propria “missione di gruppo” acquisendo partecipazioni in altre società o incorporando altre società cioè sviluppare attività finanziaria. Probabilmente l’unico confuso sono io. Sono da sempre convinto che la “missione” delle società a capitale pubblico, Lario Reti Holding, Silea, Idrolario sia l’erogazione di servizi ai cittadini, loro veri e unici azionisti e utenti dei servizi, con obiettivo qualità e tariffe basse. Per fortuna nel 2007 ho deciso di dimettermi da consigliere di Acel Service. Se non l’avessi fatto avrei combinato disastri perché, stupidamente, credevo che le società, e per esse gli amministratori, fossero al servizio dei cittadini. Che errore. Avrei ostacolato e forse impedito questa “mission finanziaria” che continuo, mi scuso per la perseveranza, a considerare inopportuna, sbagliata e contraria agli interessi dei cittadini. Forse avrei anche ostacolato la creazione del “tesoretto” di una trentina di milioni di euro di disponibilità che non servono per gli investimenti strumentali al servizio pubblico ma sembrano destinati alle acquisizioni societarie.

Forse il Comune di Lecco, che è proprietario del 23,59% di quel tesoretto, avrebbe avuto risorse sufficienti per pagare anche i fornitori. Comunque è il minore dei mali, l’ha detto Virginio Brivio sindaco di Lecco capoluogo della provincia. Se fossi un fornitore e creditore del Comune di Lecco non avrei dubbi, andrei a battere cassa a Lario Reti Holding perché sarei indisponibile a soffrire e a far soffrire i miei dipendenti per far giocare al “Monopoli” gli amministratori della società.

Forse anche gli altri Comuni, che sono in grosse e gravi difficoltà, avrebbero avuto qualche risorsa in più per erogare servizi ai loro cittadini.

Chissà chi sbaglia. In questo Paese ci sono due scuole di pensiero. Una, fortemente minoritaria nella dirigenza, che ritiene la Politica come impegno e servizio nell’interesse dello Stato e l’altra, che sembra ormai rappresentare la normalità, che ritiene la Politica strumento di opportunismo personale o lobbistico.

Ho un dubbio. Pericle nel suo famoso discorso agli Ateniesi del 461 a.c. affermava i principi ed i valori della prima. È troppo vecchio, non può essere attuale e moderno. Io, però, preferisco essere considerato vecchio e superato e continuo a credere che quella sia l’unica strada per rilanciare il Paese e salvaguardare la democrazia che è una invenzione di quel periodo.

Remo Valsecchi – cittadino