Apprendiamo dai Media locali dell’intensa attività svolta dallo Sportello Antistalking operante presso l’Ospedale di Lecco.
Ne siamo rassicurate. La continua azione di volontariato e istituzionale, promossa dalle donne del nostro Territorio nel precedente mandato provinciale, che ha portato alla costituzione della Rete Antiviolenza e che ha contribuito alla promulgazione della legge antistalking, ha trovato continuità nel lavoro del Centro, che completa il mosaico di opportunità offerto alle donne – e anche agli uomini se pure statisticamente in numero sensibilmente inferiore – della nostra Provincia.
Combattere il fenomeno della violenza interrelazionale è un dovere di tutti e il Tavolo di Concertazione provinciale deve continuare a vedere tutti i Soggetti sottoscrittori del Protocollo antiviolenza attivarsi in un circolo virtuoso che, nella pratica quotidiana, tuteli chi ha la sventura di incrociare un prepotente.
E se da un lato siamo certe che la nuova legge, nata per porre rimedio e freno alla violenza delle relazioni non sancite dal matrimonio, trovi corretta applicazione, intravediamo ancora difficoltà – secondo le dichiarazioni riportate dalla stampa – nel contrastare la violenza nell’ambito della famiglia.
Siamo vicine a tutte le donne che ancora non trovano il coraggio di denunciare la violenza subita all’interno del contesto familiare, ma vogliamo dire loro che nel nostro Territorio non sono sole.
Operano infatti da più di un decennio nella nostra Provincia altri due Centri Antiviolenza, capaci di fornire loro aiuto e consulenza per avvalersi dell‘applicazione di un’altra straordinaria legge, la 154 del 2001.
È la legge che prevede l’allontanamento del coniuge o del familiare che maltratta.
Con l’azione congiunta delle Forze dell’Ordine, della Procura e delle strutture di prima accoglienza – pure presenti al Tavolo di Concertazione – insieme al servizio di psicoterapia dell’ASL, è possibile aprire la strada alla risoluzione di una relazione malata sia attraverso l’allontanamento del violento sia attraverso la strada, meno indolore ma più difficile, della mediazione familiare. O di entrambe le soluzioni, per restare genitori pur non continuando a rimanere coppia.
Auspichiamo che le Istituzioni, Provincia e soprattutto Regione, proseguano nella loro azione di coordinamento e di sostegno allo straordinario lavoro che già da diversi anni viene svolto dai Centri Antiviolenza presenti storicamente sul territorio, valorizzandolo ed inserendolo in un ampio progetto che affronti in modo completo il dramma della violenza sulle donne nelle situazioni .
In particolare chiediamo che Regione Lombardia legiferi, come già richiesto e come già fatto da quasi tutte le Regioni italiane, perché ogni Centro Antiviolenza, compreso lo Sportello Antistalking, venga messo a sistema, secondo parametri di efficacia, efficienza e professionalità, e soprattutto in condizioni di stabilità e parità economica.
Coordinamento Provinciale Donne del Partito Democratico