LECCO – “Non è questa la sede né lo strumento per appelli al voto che sottendono pressioni o presunzioni di influenza sulle scelte dei cittadini lecchesi.
Il quadro politico, come si sa, è assai composito e questa tornata elettorale che contempla Parlamento e Regione è cornice di tensione, ma mi auguro anche e soprattutto di tensione morale, cioè quella sana benzina che ci rende responsabili e ci fa guardare oltre il 4 marzo.
Ciascuno di noi ha la propria storia, le proprie convinzioni, delusioni e speranze. Incardinarle in un voto non è semplice: le ragioni del cuore e della mente non sempre coincidono, ma come sindaco di questa città, eletto per due mandati con quella legge elettorale del suffragio diretto (che si vorrebbe copiare in chiave nazionale) sento il dovere di esortare ad andare alle urne.
So bene e vivo da vicino l’esperienza e la preoccupazione dei giovani che avvertono la politica lontana e distante, ma insieme a una gita sul lago o in montagna, domenica troviamo tempo per una “scappatella” al seggio! Mi spiacerebbe molto se nei commenti del dopo voto prevalesse la comune e trasversale denuncia dell’astensionismo, con l’aria magari di chi punta il dito e non ha fatto molto per evitare che le percentuali via via diminuissero e magari le quantificassero con impropri e assordanti paragoni ai Paesi anglosassoni.
Noi siamo una “fresca” democrazia e abbiamo bisogno di esprimerci con l’impegno diretto, specie in un territorio come il nostro che si è sempre distinto per un forte senso delle Istituzioni. Mi fermo qui, nella convinzione che il popolo lecchese saprà essere all’altezza del proprio compito e che da questo ramo del lago possa prendere il largo la speranza di un cambiamento di rotta che nasce dalle coscienze individuali per poi contagiare l’intera comunità”.
Il sindaco Virginio Brivio