Quando si avvicina l’8 marzo è un fiorire d’iniziative: convegni, spettacoli, cene e un’ esplosione di mimose se la primavera, diversamente da quest’anno, è tiepida e piacevole. Sembra che la crisi raggeli anche questa ricorrenza che, almeno per quanto riguarda l’occupazione femminile, segna anche nel nostro Territorio la difficoltà di molte donne a conciliare lavoro e famiglia.
Invece di rappresentare una ricchezza personale e sociale, la maternità costituisce ancora per molte un ostacolo alla propria autorealizzazione o più semplicemente ad uno stipendio che dia sicurezza e autonomia.
Eppure il nostro Territorio non è tra i peggiori in quanto a politiche dei servizi, ma la concertazione sulle pratiche di conciliazione tra lavoro e cura della famiglia è solo all’inizio e richiede una sinergia tra Enti – Regione, Provincia, Comuni, primo il Capoluogo – e forze imprenditoriali e sindacali ancora tutta da costruire.
La conciliazione è un tema complesso e finalmente se ne parla in più sedi, anche da parte degli uomini, senza dimenticare che ciascuno deve fare la sua parte.
Allora l’8 marzo deve diventare l’occasione per ricordare a chi ci governa, dalla Ministro Fornero all’Assessore del proprio Comune, che i diritti per i quali le sventurate operaie di una fabbrica morirono in un lontano 8 marzo, di cui i più nemmeno si ricordano, non sono ancora pienamente agiti. Affermati sì, ma non tradotti per tutte nella pratica di ogni giorno.
Allora mi piace pensare che il progetto del Mercoledì del Cittadino, da poco avviato dall’Assessore Bonacina del Comune di Lecco, si inserisca in un progetto più ampio di concertazione con altri Enti, per intraprendere un percorso di rottura della rigidità degli orari di lavoro sia per i lavoratori e le lavoratrici del Pubblico – al servizio dei Cittadini – sia per quelli del Privato.
Per incentivare l’occupazione femminile quello degli orari di lavoro è l’ultimo tabu: occorrono metodo, lungimiranza, pazienza, contrattazione sindacale pacata, intelligente, pragmatica. E il Pubblico deve dare l’esempio. Avanti tutta allora, Assessore Bonacina, è sulla strada giusta!
Del resto Regione Lombardia, in attuazione della legge 22 del Mercato del Lavoro, sta investendo risorse, in collaborazione con gli imprenditori più innovativi, nella progettazione di servizi aziendali, delle quali soprattutto le donne – e speriamo presto anche i giovani uomini, nuovi padri di famiglia alle prese col tempo della cura – hanno estremamente bisogno.
Credo che soprattutto il Comune capoluogo, in sinergia con l’Osservatorio del Mercato del Lavoro Femminile della Provincia di Lecco, debba perseguire il suo obiettivo di titolarità sul Piano degli Orari, verso una collaborazione di sistema che svecchi un’organizzazione sociale ancora rigida, basata su stereotipi del passato, poco attenta alla diversità dei bisogni che attraversano i due generi nelle diverse età della vita.
Irene Riva
Consigliere comunale del PD