Sul caso “Lofficina della musica”, riceviamo e pubblichiamo:
“L’Officina della Musica ha chiuso i battenti. Saranno contenti in molti. I residenti di Via Plava che si sono fatti promotori da tempo di raccolte firme, chiamate alle forze dell’ordine e ogni altro genere di iniziativa contro quello spazio sociale. Immagino soddisfatti, inconfessabilmente soddisfatti, anche gli amministratori della cosa pubblica, finalmente liberi dal peso di dover rendere conto a parecchi di uno spazio scomodo. Sicuramente soddisfatti i molti benpensanti di una città, bigotta e perbenista come Lecco, del fatto che una sorta di “centro sociale”, che dava spazio a ragazzetti rumorosi, islamici e gente di sinistra, sia stato tolto di mezzo.
Alla fine bastava uno sfratto. Dove chiamate alle forze dell’ordine e petizioni hanno fallito è bastata la nuda forza della proprietà, a prevalere. A questo punto però una domanda deve essere posta con forza a questa amministrazione comunale. Augurandosi che risponda. E che risponda con tempi, cifre e impegni tangibili e concreti. In quale spazio coperto e capiente si potrà ascoltare musica dal vivo a Lecco? In quale spazio, a prezzi accessibili, associazioni e partiti potranno organizzare eventi? Dove andranno i giovani che avevano trovato nell’Officina della Musica uno spazio di aggregazione sociale, in una città che risulta terribilmente carente di queste realtà e che, peraltro, è orfana da qualche tempo anche del centro di aggregazione giovanile “Il Parchetto”? Dove andranno a pregare i numerosi cittadini di fede islamica che si trovavano all’Officina della Musica per la preghiera del venerdi?”
Mauro Bellavita