LECCO – “Sono rimasto esterrefatto e offeso dalle considerazioni di Giulio Boscagli. Se vogliamo costruire un futuro diverso non possiamo partire dal dire che tutti sono fragili, le occasioni di errore ci sono per tutti, tutti possono sbagliare e quindi sono tutti ineluttabilmente uguali e peccatori.
Tutto ciò mi indigna, perchè la regola deve essere che chi sbaglia paga, sul piano personale e sul piano politico. Se i partiti sbagliano, devono pagare. I partiti, oggi, per colpa di (relativamente) pochi gaglioffi, stanno pagando pesantemente in credibilità.
E sta pagando anche la società nel suo complesso, perchè lo strumento che la Costituzione mette a sua disposizione per concorrere a determinare la politica nazionale, cioè i partiti, sono uno strumento del tutto inadeguato.
Ma non ci sono alternative: lo strumento sono i partiti, questi o altri che nasceranno, ma sempre i partiti.
E allora Boscagli cerchi di migliorare questi partiti facendo in modo che, per quanto è nelle sue facoltà, i gaglioffi se ne vadano, senza aspettare che sia la Magistratura ad acclararne la colpevolezza.
“Fuggire le occasioni” potrebbe anche voler dire non rimanere pervicacemente abbarbicati ad una maggioranza regionale che, in 25 anni, ha costruito una rete di potere e di sottogoverno talmente diffusa da essere ormai accettata come normale.
Vorrei capire come si sente, l’Assessore Boscagli, in quella combriccola regionale che vede numerosi suoi esponenti di primo piano indagati e tranquillamente seduti nelle loro poltrone istituzionali. Vogliamo incominciare da lì?
Sono offeso dalle parole di Boscagli, perchè io, nel mio piccolo, con gli scarsi mezzi che ho a disposizione, con le inevitabili resistenze che incontro, mi sto dando da fare affinchè il mio partito diventi il più possibile uno strumento vero di democrazia e partecipazione.
Se qualcuno del mio partito sbaglia, pretendo che se ne vada, non dico che siamo tutti ugualmente fragili e non aspetto la Magistratura: Penati ha dovuto lasciare il PD e non è più del Consiglio regionale.
Non so quali positivi risultati riuscirò ad ottenere, ma almeno una cosa adesso mi è chiarissima: non siamo tutti uguali”.
Ercole Redaelli
Segretario provinciale PD Lecco