LECCO – “Caro Renzi, ogni tanto fermati, conta fino a dieci e rifletti. Cerca di comprendere perché si è rotto il legame con molti iscritti al PD e il feeling con i tanti sostenitori di un tempo non lontano.
L’improvvisazione e la spregiudicatezza, privi di una indispensabile strategia e di una sufficiente credibilità, non fanno bene alla politica, più cinicamente servono solo a nutrire i troppi politicanti che l’affollano. Un Leader deve saper guardare lontano, stabilire una rotta e seguirla con coerenza e tenacia. Anche di fronte al mare in burrasca. Oggi, perdonerai la durezza, non incanti più con le tue sparate, dettate dall’istinto, figlie della pancia e non della testa, che disorientano e imbarazzano i simpatizzanti, i militanti, i circoli, le federazioni delle tante periferie.
Anche quelli del “quarantapercento” se ne sono andati in massa e il PD dopo aver indossato extra Large per una brevissima stagione è tornato alla tradizionale Small. Hai perso lo smalto del tuo esordio quando promettevi di rivoltare l’Italia e di bandire il malcostume dalla politica, ponendoti come una intelligente, propositiva e rassicurante alternativa ai cambiamenti, quelli si populistici, urlati da Grillo e dal suo Movimento. A distanza di pochi anni hai dilapidato un enorme patrimonio di credibilità che vale più di ogni surrettizia conservazione del potere. Certo, questo nell’immediato continuerai a detenerlo ed esercitarlo, ancor di più grazie ad una legge elettorale dove ciascuno può ricattare ed essere ricattato, diventando a turno predatore e preda. Ma quasi sempre indispensabile nel costruire le future maggioranze parlamentari.
Potrai decidere a tavolino chi saranno i prossimi onorevoli e senatori. E al merito, conseguito sul campo da tanti bravi parlamentari (del nostro territorio in primis), preferirai l’obbedienza di quanti hanno gareggiato per dimostrarti la loro incondizionata fedeltà. Non ci siamo. Vorrei tanto sbagliarmi ma credo (e sono tanti quelli che oggi la pensano così) che stiamo andando incontro all’ennesimo insuccesso elettorale dalle cui rovine sarà faticoso ripartire. Ma a questo punto quale può essere la soluzione a questo grave equivoco di cui sei stato artefice ? Ritengo che ci sia ancora una via d’uscita e che questa risieda nella capacità di ogni democratico riformista, poco conta se iscritto o meno al PD, di liberarsi dai lacci del conformismo e della subalternità al potere che hai concentrato nelle tue sole mani, sprigionando un’energia nuova in grado di rimettere in carreggiata la stessa essenza del PD e il progetto di riforma del sistema-italia. Riforma soprattutto dell’etica, del recupero dei valori fondamentali del fare politica, seguendo le impronte dei padri del PD e perché no, dei padri della nostra Repubblica. A chi giova stare acquattati e rintanati nel dubbio ? Che cosa si aspetta ancora a manifestare le tante perplessità che quotidianamente sollevano le tue gesta?
In questo partito c’è ancora spazio. Sbaglia chi vuole abbandonarlo. Meglio il dissenso e la paziente attesa. Se ad una immaginaria “ora X”, in ciascuno di noi, scattasse l’istinto di libertà (del pensiero, è ovvio) sono sicuro che il Partito Democratico sarebbe in grado di riconnettersi al Paese, senza la tua mediazione. Sarebbe un modo tradizionale (?) di fare politica ma fornirebbe a te e alla nostra classe politica un aggiornato navigatore satellitare in grado di indicare il percorso più breve e veloce per la “Destinazione Italia”.
Rocco Cardamone