LECCO – “Nel calderone delle candidature non mancano sorprese sul fronte lecchese. E non sono segnali belli per il territorio e per la politica. Sono talmente distaccato dalle beghe dei partiti che mi permetto qualche osservazione da cittadino, con un po’ di “carriera” alle spalle.
Sono sconcertato nel vedere un comasco catapultato a Lecco: non oso immaginare cosa sarebbe accaduto se fosse avvenuto il contrario. Ricordo bene come, allora presidente dell’AC Città di Lecco, allo stadio Sinigaglia, i comaschi ci accolsero calorosamente…
Ma quel che si evidenzia è il clima che si respira nel centrodestra. Altro che candidature del territorio, in questo caso ci hanno trattato come una periferia indegna di portare a Roma suoi uomini e donne.
Taccio della Michela Brambilla che si ostina a fare la prima donna infischiandosene degli equilibri e delle rappresentanze. A Lecco sinora ha solo seminato tensioni, divisioni e infedeltà: proprio il contrario della virtù dei suoi amati cani.
Che dire poi della sig.ra Antonella Faggi, che pensavo sparita dal panorama politico dopo il fallimento come Sindaco. Un flop che ha desertificato il centrodestra e oscurato 13 anni di buona amministrazione leghista.
Pensavo che i miracoli avvenissero solo con San Gennaro a Napoli e dintorni, con la signora Sandra Lonardo spedita in Parlamento dal consorte Clemente Mastella. Qui l’ex consigliere regionale Giulio De Capitani, membro della segreteria federale della Lega (dove tutto si decide) ha promosso la sua compagna Antonella, cavalcando le quote rosa. A Lecco si è conosciuta la scelta a cose fatte. Un piccolo particolare: Mastella porta in dote un invidiabile pacchetto di voti, mentre Giulio e Antonella insieme hanno sempre raccimolato una miseria di preferenze.
I lecchesi ovviamente votino come vogliono, ma mi auguro almeno che se la sig.ra Faggi sbarcherà a Palazzo Madama, prima si ricordi di sciacquare il suo linguaggio da “caserma” nel lago o nel Tevere. In Comune a Lecco il suo linguaggio è stato probabilmente l’unica eredità lasciata. Si ricordi insomma che è una “quota rosa” sia pure in “quota De Capitani”.
Lorenzo Bodega