INTROBIO – Nell’approfondimento di Lecconotizie sulla Fusione dei Comuni in Valsassina, è emerso che i sindaci del Centro Valle sono pressoché allineati nel sostenere che sia un’opportunità. Cinque dei sei comuni del ‘Centro Valle’ (Pasturo, Introbio, Primaluna, Cortenova e Parlasco) dal 2011 al 2016 hanno vissuto l’esperienza dell’Unione dei Comuni, ribattezzata ‘Unione Centro Valsassina e della Grigna Settentrionale’. Dopo l’uscita di Introbio e Pasturo, il 13 dicembre del 2016, il Consiglio dell’Unione (formata dai rimanenti Comuni di Primaluna, Parlasco e Cortenova) ne deliberò lo scioglimento. Oggi quegli stessi comuni guardano alla Fusione come un’opportunità per il territorio, anche turistica, ‘una strada da percorrere’ nell’ottica di semplificare burocrazia e ridurre i costi.
Pasturo – Pierluigi Artana
“Per i comuni piccoli come il nostro la fusione dei comuni è senza dubbio la direzione da seguire – ha dichiarato il sindaco di Pasturo Pierluigi Artana – certo ciò implicherebbe una profonda riorganizzazione degli uffici sul territorio e questo deve fare riflettere”.
“Oggi gli uffici comunali dei piccoli comuni sono in crisi perché o mancano i segretari, che non ci sono, o è difficile coprire certi ruoli in uffici fondamentali come quello tecnico o l’anagrafe. Pur consapevole che la direzione verso cui andare è quella della fusione personalmente ritengo che ogni comune sia unico, che sia composto da cinquecento, mille o cinquemila abitanti. Prendiamo i comuni che componevano l’Unione, da Pasturo a Cortenova il territorio è molto vasto, cambiano esigenze e mentalità”.
Dal punto turistico il sindaco di Pasturo è convinto che il rilancio della Valsassina passi dalle infrastrutture: “Abbiamo funivie, strade, alberghi, ma alla fine la nostra Valsassina rispetto ad altre zone è rimasta ‘ferma’ a 30 anni fa. La stessa strada che collega la valle sarebbe da rivedere, ad oggi c’è un ingresso su Lecco che serve sia la Valsassina che la Valtellina”.
Introbio – Adriano Airoldi
“Se parliamo di incentivi e contributi non credo che questa debba essere l’unica ragione per attivare una fusione dei Comuni”.
“Parto dall’esperienza dell’Unione, terminata nel 2016: alla fine si è rivelata più uno sperpero di denaro pubblico che un guadagno. Non mi nascondo e mi sono sempre assunto la responsabilità di aver dato il via allo scioglimento dell’ente, lasciando nel 2014 – ha dichiarato Airoldi – non era possibile continuare in quel modo, con costi sempre più insostenibili. I primi due anni i soldi ‘promessi’ sono arrivati poi hanno iniziato a diminuire e si è tornati ai normali contributi, ma con un comune in più da mantenere. La gestione poi non era semplice, il territorio dell’allora Unione si estende su circa 10 km, chi abitava a Parlasco o Cortenova doveva venire a Introbio e gli stessi Vigili magari perdevano mezza giornata per fare una cosa che richiedeva un’ora. Dati e bilanci alla mano, da quando ho chiuso l’esperienza dell’Unione dei Comuni il mio comune, Introbio, ha ricominciato a guadagnare soldi. Oggi come oggi, poi, la finanza pubblica sta erogando tanti contributi agli enti locali e non solo per l’emergenza sanitaria, tant’è che dobbiamo capire come gestire queste nuove risorse”.
“Ho deciso di mettere fine all’esperienza perché mi ero reso conto che, da essere qualcosa di propedeutico alla fusione dei Comuni, faceva acqua da tutte le parti. Così ho detto al Consiglio, o procediamo con la fusione o torniamo indietro. Quando ho capito che i tempi sarebbero stati lunghi e che non si sarebbe mosso nulla ho deciso di lasciare” ha detto Airoldi. Ma ad oggi, abbiamo chiesto al sindaco, la fusione dei Comuni resta un obiettivo perseguibile? “Come sindaci dell’ex Unione ci siamo già interfacciati tra di noi, la fusione è ovviamente auspicabile anche se personalmente ritengo che funzioni meglio se ad accorparsi siano un comune grosso e uno piccolo, cioè, in questo caso il beneficio è reciproco perché da un lato il comune piccolo risolve tanti problemi e quello grosso può avere a disposizione più soldi per investimenti. Nel nostro singolo contesto di Centro Valle, Introbio valuterebbe una fusione da Pasturo a Taceno anche se parliamo di 15 km di estensione, c’è da chiedersi se creeremmo più danni o benefici. Va pensato anche a questo: dovremmo decentrare i servizi, ma i servizi pubblici sono poi in grado di evolversi in senso ‘urbano’ in un territorio come la Valsassina? Fatte queste considerazioni, l’orientamento attuale, almeno mio, come sindaco di Introbio, è: pensiamoci e valutiamo. Anche perché ci sono altri step, nel percorso verso la fusione, uno dei quali è il confronto con i cittadini, obbligatorio, che poi tramite referendum si esprimeranno”.
‘Slegato’ dal discorso fusioni quello del rilancio turistico della Valsassina che il sindaco di Introbio vede in primis nella ricettività alberghiera: “La Valsassina non ha bisogno di fare niente perché possano venirci i turisti ma è ora di organizzarsi per aprire bene le porte delle nostre zone e consentire loro di avere un posto dove stare. E’ inutile fare opere turistiche come ciclabili, impianti sportivi e piscine senza pensare alla ricettività: quando in valle ci sono eventi importanti, magari ravvicinati, non si sa dove mandare le persone a dormire. Dovrebbero nascere tante piccole strutture in ogni paese per offrire ricettività, fatto questo l’implementazione degli ‘impianti’ turistici viene automatica”.
Primaluna – Mauro Artusi
“Sono sempre stato convinto che la fusione dei Comuni sia opportuna”.
“Al di là dei campanilismi, per essere efficienti un ente pubblico deve avere specializzazioni che i comuni piccoli come i nostri non possono avere. I costi sono alti e una realtà strutturata, come potrebbe essere quella di più comuni fusi insieme, aiuterebbe in questo senso. Dall’altra parte ci sono criticità che hanno “frenato” fino ad ora anche se, a mio avviso, la questione di avere, ad esempio, gli uffici in un posto è superabile dal momento che oggi come oggi il processo di digitalizzazione è oramai quasi completo e fisicamente le occasioni di accedere ‘fisicamente’ al Comune sono poche. Io credo che la fusione sarà la strada, anche da confronti informali fatti in questo anno e mezzo con gli altri comuni vicini penso che l’opinione sia simile. E’ una strada che vorremmo percorrere per arrivare se possibile e se la popolazione lo consentirà, a concretizzarla già al prossimo giro elettorale”.
Per quanto riguarda l’esperienza fallita dell’Unione dei Comuni il sindaco Artusi ha commentato: “L’Unione aveva degli elementi che non funzionavano a partire dai doppioni – doppio segretario comunale, doppio bilancio etc – che avevano un costo. L’obiettivo è invece quello di evitare doppioni, costi e burocrazia. Dopo l’uscita di Pasturo e Introbio ci siamo trovati in tre comuni su una popolazione molto limitata, non aveva più senso proseguire. Il confronto sul tema fusione continua ad esserci, per ora con Introbio, Cortenova, Parlasco e anche Taceno”.
La fusione dei Comuni avrebbe ripercussioni positive anche sul rilancio turistico della Valsassina, secondo Artusi: “La valle ha tutte le potenzialità ma l’utente ha necessità di un’offerta, devi dare strutture ricettive e servizi. Il turismo in Valsassina è spesso legato all’attività sportiva, se pensiamo di dotare ogni piccolo comune di servizi e strutture in questo senso è difficile mentre in un comune più esteso è decisamente più fattibile. Prendo come esempio la piscina: nessuno in valle potrebbe farsi carico da solo di questo investimento ma insieme potremmo farcela e averne tutti benefici. Sicuramente per sviluppare anche l’aspetto turistico serve una cabina di regina unica ed evitare che, come succede oggi, ognuno vada un po’ per conto suo senza portare a casa niente. Anche la Comunità Montana dovrebbe rafforzare il suo ruolo, abbracciando anche il lago, oltre che le nostre montagne, punto di traino fortissimo per il turismo”.
Parlasco – Renato Busi
“Ho sempre espresso parere favorevole alla fusione dei Comuni, già quand’ero vicesindaco, in effetti un tentativo era stato fatto con Cortenova e Taceno, ma poi era finito in niente, forse anche per il fatto che non avremmo raggiunto la soglia minima di 3 mila abitanti richiesta. Quando sono diventato sindaco e presidente dell’Unione dei Comuni il disfacimento dell’ente era già cominciato, l’idea di fondersi, che avrebbe dovuto essere naturale conseguenza dell’esperienza dell’Unione, è venuta meno. Dall’inizio del mio secondo mandato, nel 2019, si è sempre parlato di una possibile fusione con Cortenova e Taceno ma senza che nulla si sia mai veramente mosso. La strada da percorrere è quella, anche con Primaluna, Introbio e volendo Pasturo”.
Dal punto di vista turistico Parlasco ha incrementato il numero di visite anche grazie ad una preziosa collaborazione con il Comune di Bellano: “Non ci sentiamo laghee ma con Bellano ci siamo sempre trovati molto bene, portando avanti una serie di accordi in chiave turistica legati alla promozione del territorio. Una formula vincente e che sicuramente andrebbe riproposta anche con i vicini comuni valsassinesi. Il turismo – ha dichiarato il sindaco Renato Busi – è la base su cui i nostri piccoli comuni possono partire, l’unione di forze ed intenti non potrà che fare bene. In questo senso con la Comunità Montana stiamo già ragionando su un grande progetto, studiato con i comuni della Valsassina, che è volto a collegare i diversi paesi, valsassinesi e del lago, con percorsi ciclabili, anche di montagna (Mtb etc)”.
Cortenova – Sergio Galperti
Anche il sindaco di Cortenova Sergio Galperti non ha dubbi, la fusione è la strada da seguire.
“Naturalmente va vista su un asse territoriale turistico, parliamo di una zona, quella tra Pasturo e Taceno, unita anche dal Parco Regionale della Grigna Settentrionale. L’Unione dei Comuni in quel senso era un veicolo strutturato per arrivare alla fusione, non ha avuto successo perché è mancata la volontà politica. In quegli anni si sono susseguite tante situazioni e si sono alternati sindaci nuovi, questo ha creato difficoltà nel percorso. Comunque, anche con i sindaci degli altri comuni ci siamo dati come tempo tecnico il 2022 per sederci a un tavolo e parlarne concretamente. Quest’anno di pandemia ha inevitabilmente sovvertito le priorità”.
Per quanto riguarda il turismo (ma non solo), il sindaco ha dichiarato: “L’opera prioritaria della Valsassina, che è in fase di valutazione tecnica, è la bretella che permetterà di veicolare il traffico pesante sull’asse provinciale e non attraverso l’abitato di Primaluna. Il progetto è al vaglio e vorrebbe essere completato entro il 2026. Sicuramente un intervento utile anche sul fronte turistico. Poi ci sarebbe il comprensorio delle Grigne da valorizzare e riscoprire, anche attraverso un percorso ciclistico di alta montagna, anche su questo fronte qualcosa si sta muovendo”.
Taceno – Alberto Nogara
“Sono il primo sostenitore di una fusione che possa unire i comuni di Taceno, Parlasco, Cortenova, Primaluna e Introbio – Alberto Nogara, sindaco di Taceno, non ha dubbi sulla questione -. Un’eventuale fusione potrebbe risolvere tanti problemi che oggi sono chiamati ad affrontare i piccoli comuni”.
Il sindaco ha le idee chiare: una Valsassina con tre comuni: “L’Altopiano Valsassina, la Media Valsassina e l’Alta Valsassina – spiega -. Tra l’altro includerei anche il comune di Pasturo nella Media Valle in modo che ci siano tutti i comuni del Parco regionale della Grigna Settentrionale. Significherebbe avere un solo segretario, un solo ufficio tecnico, impiegati settoriali, il che potrebbe garantire anche migliori servizi. Nei vari comuni lascerei comunque un ufficio con un suo impiegato per garantire la vicinanza con i cittadini. Anche nel consiglio comunale si potrebbe studiare una formula per fare in modo che ogni territorio possa essere rappresentato”.
In questi anni si sta cercando di portare avanti un dialogo in questo senso: “C’è chi è d’accordo e chi invece non è ancora convinto, ma credo che ormai sia arrivato il momento di intraprendere questa strada, anzi, forse siamo già in ritardo. Anche perché se non intraprendiamo noi questo tipo di discorso credo che ben presto ci verrà imposto dall’alto. Purtroppo comuni di queste dimensioni non hanno più senso di esistere”.
Per il sindaco Nogara non c’è nemmeno lo scoglio relativo all’identità delle varie comunità: “L’identità dei nostri territori sta scomparendo se non è già scomparsa. La nostra società è sempre più multietnica, ormai tutti parliamo italiano (quando addirittura non si parla inglese) e nessun vuol più parlare in dialetto. E’ giusto che ci siano musei che raccolgono la nostra storia, le nostre tradizioni e raccontino le peculiarità dei nostri territori, ma dobbiamo anche renderci conto che viviamo in un mondo che corre veloce e proprio alcuni tratti di questa storia sono superati e ormai trovano posto solo nei libri”.
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