Intervista al sindaco Gattinoni: “In questi cinque anni, Lecco è davvero cambiata”

Tempo di lettura: 8 minuti
Mauro Gattinoni
Mauro Gattinoni, sindaco di Lecco

Bilancio di fine anno, in vista del voto del 2026

“Chi contesta ‘troppe cose’ in realtà mi fa un complimento: non mi sarei perdonato il perdere anche solo un’opportunità di crescita per la nostra città”

LECCO – “Il 2025 che sta per chiudersi si configura per la città come un anno decisivo e denso di trasformazioni”. A pochi mesi dal voto che segnerà la fine del suo primo mandato da sindaco, Mauro Gattinoni traccia un bilancio di cinque anni segnati prima dalla lentezza imposta dalla pandemia, poi dall’imponente accelerazione dei cantieri finanziati dal Pnrr e non solo. Un periodo complesso, caratterizzato da investimenti pubblici mai visti prima in città, ma anche da inevitabili disagi, qualche inciampo amministrativo e un confronto politico sempre più acceso in vista delle comunali 2026.

In questa intervista di fine anno, Gattinoni racconta cosa ha funzionato e cosa no, quali opere rivendica come risultato del suo lavoro, quali sfide restano aperte e come guarda alla competizione elettorale che si sta delineando. Un’occasione per ripercorrere luci e ombre di una Lecco in pieno fermento, nel tentativo di riassumere che città lascia e quale immagina per il futuro.

Un altro anno, l’ultimo di questo mandato da sindaco alla città di Lecco, sta per concludersi. Come definirebbe questo 2025?
Questo primo mandato ha visto i primi due anni trascorrere quasi in sordina, vuoi per il Covid, ma anche perché i progetti del Pnrr hanno avuto una fase di gestazione molto lunga, tra il reperimento delle risorse, poi le autorizzazioni, le gare di affidamento e l’avvio dei cantieri. Solo a partire dal 2023 le cose hanno iniziato effettivamente a ‘mettersi in moto’. Ricordo qualche numero: oltre 40 cantieri per un valore che oggi supera  75 milioni di euro di investimento pubblico, cifre mai viste a Lecco, considerando che prima del Covid gli investimenti ammontavano a 5-6 milioni di euro. Possiamo quindi dire che di questi cinque anni i primi due sono trascorsi silenziosi e gli ultimi tre hanno visto cantieri aperti con i conseguenti ed inevitabili disagi. Posso però dire due cose, con orgoglio: la prima, che non abbiamo indebitato il Comune di un euro, tutte le risorse sono state ottenute grazie al lavoro dei nostri uffici che hanno lavorato sodo per trovare i finanziamenti. La seconda, che quando mi si contestano ‘troppe cose’, da sindaco credo sia il più bel complimento che mi si possa fare. Non mi sarei perdonato il perdere anche solo un’opportunità di crescita per la nostra città.

Ci sono dei ‘rimorsi’ particolari? Cosa avrebbe potuto essere fatto meglio?
Sulle cose fatte, la più grande incompiuta sicuramente è la seconda corsia del Quarto Ponte in costruzione. Si è assistito obiettivamente ad un muro incomprensibile e questo penalizzerà la città, ce ne accorgeremo di qui ad un mese quando con l’apertura del ponte noteremo che per la viabilità lecchese non cambierà niente, a fronte invece dei tanti disagi causati, per ricordarne solo alcuni: lo spostamento del centro di raccolta, i lavori per realizzare il maxi svincolo del Bione che connetterà la viabilità esistente con il Quarto Ponte…

ll Teatro della Società, riaperto dopo 8 anni

Qual è la cosa di cui è più orgoglioso invece?
Sicuramente il Teatro, da poco riaperto, e la Piccola, in parte conclusa e come progetto di potenziale di crescita. Questa è un’area interessante, un motore culturale aggregativo al centro di una progettualità importante che svilupperemo in futuro, se i lecchesi ce ne daranno la possibilità.

La città, lo ha detto anche lei, è in fermento, al traguardo ci sono tanti cantieri e opere attese, finanziate grazie al Pnrr e non solo. Qual è la sensazione?
Torniamo un po’ a quello che dicevo prima. C’è stata un’apparente stasi dei primi due anni di mandato ed una conseguente euforia. Se devo tirare le somme, la città è oggettivamente cambiata a colpo d’occhio, chiunque lo riconosce. Non solo grandi opere, ma ricordo anche i tanti piccoli interventi anche nei rioni, dove vivono la gran parte dei lecchesi e a cui abbiamo cercato di dare un’attenzione particolare.

Luci, ma anche ombre: negli ultimi mesi in particolare non sono mancati intoppi. Dal nido di Bonacina, al progetto del polo di calore del teleriscaldamento al Caleotto, fino all’hub dei bus di via Balicco, progetto ambizioso e contestato per il quale proprio da poco Regione Lombardia ha revocato gli importanti finanziamenti stanziati.
E’ vero, ci sono stati alcuni incidenti di percorso. Per quanto riguarda il nido di Bonacina, l’impresa individuata da Invitalia, società che ha gestito l’appalto, non è stata all’altezza del lavoro richiesto. Visti i gravi ritardi, che rischiavano di compromettere i finanziamenti del Pnrr, abbiamo risolto il contratto e lo scorso 5 dicembre l’impresa ha liberato il cantiere come concordato. Ora stiamo effettuando una ricognizione delle opere necessarie da qui al 30 giugno, termine di scadenza per il Pnrr e abbiamo da poco individuato un’impresa che dovrebbe riuscire a riprendere i lavori e a completarli per tempo. Siamo fiduciosi, è un’opera attesa per le famiglie lecchesi e in cui crediamo fortemente.

Per quanto riguarda il polo di calore del Caleotto, è preoccupato dell’errore emerso? Per quel poco che compete al comune concorda che sarebbe meglio procedere con più cautela visto che si parla anche di salute dei cittadini?
La parte di nostra competenza, come Comune, è urbanistica, mentre l’impatto dell’impianto sugli aspetti di salute sicurezza spetta ad Arpa e ad Ats, pertanto la loro valutazione sarà quella dirimente. L’errore, macroscopico, è stato commesso, Acinque l’ha riconosciuto. La relazione riaggiornata e circolata nei giorni scorsi dimostra che comunque, con l’impianto del Caleotto a regime, gli abbattimenti saranno significativi, dal 25-30 fino al 60%. Questo non dovrebbe rendere necessario invalidare l’iter fino a qui compiuto, ricordo comunque che l’autorizzazione definitiva è in capo alla Provincia.

La protesta dei residenti di via Balicco in Piazza Diaz nel luglio 2025 (foto archivio)

Hub dei bus: pochi giorni fa il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso che avete presentato. E’ stata una doccia fredda o ve lo aspettavate? Che succede ora? Anche la revoca del finanziamento regionale, di fatto, mette in discussione l’opera. E’ il caso di pensare ad un’altra soluzione? Ci rispiega i motivi per i quali è stata scelta proprio quella zona per questo progetto ambizioso?
Voglio essere chiaro. Faremo il tutto e per tutto per recuperare le risorse che servono per dotare la città di questa infrastruttura essenziale. La risposta del Consiglio di Stato era prevedibile, soprattutto vista la revoca del finanziamento regionale, l’elemento centrale della nostra difesa. Ora eseguiremo le istruzioni del Tar, a partire dal confronto con i residenti che a nostro avviso è necessario e servirà anche per avvalorare la scelta fatta a suo tempo. Ricordo che il Consiglio di Stato, pur rimandando al Tar, ha anche ribadito come le scelte di pianificazione urbanistica rientrino nell’esercizio dell’ampia discrezionalità da parte dell’Amministrazione. Una volta acquisite le caratteristiche del progetto, la ricerca dei fondi potrà essere la più ampia possibile. Puntiamo a recuperare i fondi regionali ma non è l’unica opzione.

Sulla posizione: il progetto è già articolato in più aree perché le funzioni di un polo di interscambio multimodale sono sì l’interscambio ferro-gomma ma anche molto altro: affitto auto, taxi, noleggio bici, punto informazioni, deposito bagagli, area kiss&go. Tante funzioni, insomma, articolate nel nostro progetto in tre spazi: Piazza Sassi, la stazione e via Balicco, dove sarebbero trasferite alcune linee bus. Ci sono delle caratteristiche tecniche, quali la distanza fisica tra le diverse funzioni citate, che caratterizzano un hub da ciò che un hub non è. Potremmo metterlo al Bione, c’è spazio, non ci sono condomini, ma non è funzionale rispetto al principio di prossimità che va evidentemente mantenuto. Stante le disponibilità esigue della nostra città, via Balicco risulta essere un’area già asservita ad uso pubblico perpetuo, quindi su questo asservimento noi poniamo una funzione che è fondamentale, anche in chiave turistica. Ricordo che nel giro di pochi anni Lecco avrà un collegamento ferroviario diretto con l’aeroporto di Orio al Serio che sarà dirompente per la città: potremo accedere all’Europa in 3 ore e, viceversa, Lecco sarà raggiungibile altrettanto velocemente. Implementare i mezzi pubblici e il loro interscambio è fondamentale, è impensabile che qualsiasi prospettiva di sviluppo si regga sul mezzo privato.

Il traffico è un altro tema caldo di questo periodo: il cantiere del Quarto Ponte, il Bione, il teleriscaldamento sul Ponte Kennedy, da ultimo i lavori in viale Costituzione. I lecchesi sono piuttosto esasperati, ci sono aree intere di città ostaggio del traffico anche in orari non di punta e il periodo delle festività non aiuta. Cosa dobbiamo aspettarci i prossimi mesi?
Il cantiere dello svincolo del Bione sta procedendo speditamente per essere pronto contestualmente all’apertura del Quarto Ponte che dovrebbe avvenire a fine gennaio 2026, in tempo per l’inizio delle Olimpiadi Invernali. I disagi oggi sono massimi perché il lavoro che dovrà svolgere il maxi rondò in costruzione lo sta sostenendo solo la rotonda dell’Esselunga. La seconda rotonda più piccola in Viale Ticozzi è invece stata aperta ed è funzionale da mercoledì scorso (10 dicembre, ndr). Mi rendo conto che i disagi siano tanti, ma i cantieri sono arrivati insieme per avere beneficio quanto prima. Chiediamo ai lecchesi ancora un po’ di pazienza.

Il 2026 sarà l’anno del voto. L’unico sfidante certo al momento è Mauro Fumagalli, del cosiddetto ‘polo civico’ che si è costituito nei mesi scorsi. Che impressioni ci sono riguardo questo movimento?
Una premessa: il dato politico di questi cinque anni è che questa maggioranza con le quattro forze che la compongono, Fattore Lecco, PD, Con la Sinistra Cambia Lecco e Ambientalmente Lecco, ha tenuto e credo anche aumentato la stima reciproca all’interno delle differenti compagini. Per me, personalmente, è stata una ricchezza, ma credo anche per la città. Si è poi verificato, oggettivamente, un problema interno al PD che in questi 5 anni ha vissuto dei passaggi critici ora ampiamente risolti all’interno del partito, ma i cui effetti marginali forse si coagulano in questa esperienza, Orizzonte per Lecco. Da quanto se ne apprende è una forza centrista di ispirazione di centro sinistra; il candidato Fumagalli nelle sue dichiarazioni si sta muovendo con grande pacatezza e rispetto.

Carlo Piazza Filippo Boscagli
Carlo Piazza e Filippo Boscagli

E il centrodestra invece? Meglio Filippo Boscagli o Carlo Piazza come avversario?
Rispetterò qualsiasi candidato il centrodestra proporrà, nell’auspicio che sia una campagna elettorale leale e rispettosa. Mi aspetto comunque qualche colpo di scena…

…ad esempio trovarsi Mauro Piazza come sfidante?
In certi partiti le decisioni si prendono a Milano o Roma, lontano dal territorio, quindi potrebbero effettivamente mettere in piedi degli ‘accrocchi’ dell’ultimo momento. Ricordo che a gennaio si vota anche per il nuovo presidente della Provincia, le due trame sono legate. Staremo a vedere.