Polo di calore al Caleotto, la Lega all’attacco:“La città deve poter decidere con un referendum”

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Il sito della Caleotto all'Arlenico, fornirà calore alla rete di Teleriscaldamento

Piazza e Mauri: “Scelta politica, non tecnica”

Gazebo per avviare la raccolta firme per il referendum: “Siano i cittadini a scegliere”

LECCO – La Lega Lombarda – Lega Salvini Premier scende in campo “contro la decisione dell’amministrazione comunale di Lecco di localizzare la nuova caldaia del sistema di teleriscaldamento nell’area dell’ex Caleotto”.
Il candidato sindaco Carlo Piazza e il segretario cittadino Emanuele Mauri contestano apertamente la scelta, definendola “una decisione politica, non tecnica”, e annunciano una mobilitazione cittadina che punta dritta a un referendum consultivo sulla questione.

Nello specifico la Lega ha programmato due iniziative pubbliche nel mese di ottobre per sensibilizzare la cittadinanza e avviare la raccolta firme per il referendum.
Il primo appuntamento è sabato 11 ottobre con un volantinaggio nel quartiere Caleotto, volto a incontrare i residenti e spiegare i rischi ambientali e urbanistici legati al progetto.
Il secondo, più politico, sarà sabato 18 ottobre in piazza Garibaldi, dove dalle 9:30 alle 12:30 verrà allestito un gazebo per la raccolta firme a sostegno del referendum consultivo, aperto anche alle altre forze politiche e civiche di opposizione all’amministrazione Gattinoni.

“La collocazione della caldaia in un’area densamente abitata e già fragile sul piano ambientale – afferma Carlo Piazza – è una scelta politica, non tecnica, e presa senza alcun vero confronto con la cittadinanza. Il Comune si nasconde dietro le autorizzazioni di Regione e Provincia, ma la responsabilità è tutta dell’amministrazione comunale. I cittadini hanno diritto di essere ascoltati e di pronunciarsi direttamente su una decisione che cambierà la fisionomia della città. Per questo chiediamo un referendum: sia Lecco a decidere, non pochi tecnici o assessori.”

Piazza invita inoltre tutte le forze dell’opposizione a sostenere la raccolta firme: “Questa non è una battaglia di partito, ma di partecipazione civica. Serve dare voce ai lecchesi, che hanno il diritto di esprimersi su una scelta che l’amministrazione vuole far passare come dovuta.”

Sulla stessa linea il segretario cittadino Emanuele Mauri, che parla di “un processo decisionale poco trasparente e privo di valutazioni alternative condivise”.
“La caldaia del teleriscaldamento rischia di compromettere il recupero urbanistico dell’ex Caleotto – spiega Mauri – un’area che potrebbe invece ospitare progetti più sostenibili e coerenti con le esigenze del territorio. Non permetteremo che una scelta così impattante venga calata dall’alto. Saremo al fianco dei cittadini per chiedere trasparenza e un vero dibattito pubblico.”

Mauri ricorda che la Lega, insieme al centrodestra, aveva già espresso in Consiglio comunale la propria contrarietà al progetto, sottolineando la necessità di un piano di sviluppo urbano più rispettoso della vivibilità dei quartieri.

Al centro della mobilitazione lanciata dalla Lega c’è dunque l’idea di coinvolgere direttamente la cittadinanza attraverso un referendum consultivo. “Non si tratta solo di dire sì o no alla caldaia – ribadiscono Piazza e Mauri – ma di riaffermare un principio di fondo: le grandi scelte urbanistiche devono essere condivise con la comunità, non imposte. Se davvero si vuole una città sostenibile e partecipata, si parta dall’ascolto.”