La replica del Carroccio non si è fatta attendere. “Siamo certi che tra le persone c’è voglia di capire, non di accettare decisioni calate dall’alto”
ll PD sul referendum: “La farsa viene offerta quale strumento ai lecchesi, i quali si troveranno a sottoscrivere un atto già vuoto mentre le loro preoccupazioni sono legittime e meritano rispetto”
LECCO – Botta, risposta, chiarimenti (tecnici, si capisce) e via, da capo. La polemica politica intorno alla centrale termica del Caleotto per il teleriscaldamento non accenna a placarsi, nonostante l’intervento della stessa società che sta realizzando la rete che martedì pomeriggio ha organizzato una conferenza stampa.
Dopo le rassicurazioni – in particolare modo sui due contestati ‘camini’ da 25 metri l’uno che sorgeranno nel complesso industriale del Caleotto e che, come spiegato, saranno più alti proprio per diminuire l’impatto delle emissioni al suolo, in altre parole, ridurre l’inquinamento – è stato il Partito Democratico ad esporsi con una nota stampa rivolta a Lega e Forza Italia che a più riprese avevano contestato il progetto.

Accuse a cui la Lega ha voluto replicare tramite il candidato sindaco Carlo Piazza e il Segretario Cittadino Emanuele Mauri. Gli esponenti del Carroccio si dicono “stupiti” dell’intervento di Acinque e decisi a proseguire la loro campagna: sabato infatti la Lega sarà in piazza in centro città per raccogliere firme con l’obiettivo di dare vita ad un referendum contro “la centrale a gas nel cuore di Lecco” (così si legge sul volantino realizzato e diffuso pochi giorni fa tra i residenti in zona Caleotto).
E sull’ipotesi referendum si gioca un’altra polemica: i democratici lo hanno definito “inammissibile dalla normativa vigente”: “Basterebbe aprire lo Statuto comunale, far scorrere il dito fino all’articolo 22, voce “referendum consultivo”, per leggere che non si può promuovere un referendum su temi già oggetto di deliberazione con impegni vincolanti verso terzi (comma F) o su materie gestite con altri enti (comma G). Trarne le dovute conclusioni dovrebbe essere altrettanto semplice: ‘Stiamo promuovendo un referendum inammissibile. Fermiamoci'”.
Mentre la Lega sostiene che sia legittimo: “Il referendum che vogliamo indire – ha spiegato Piazza – non riguarda l’intero progetto del teleriscaldamento ma solo la delibera del Consiglio Comunale che ha concesso la deroga per alzare di cinque metri le torri della centrale termica, autorizzando di fatto un’opera che supera i limiti massimi previsti dalle Norme Tecniche di Attuazione. Crediamo siano i cittadini a doversi esprimere: l’opera così non è conforme, con il referendum chiediamo di abolire la delibera comunale”.
Di seguito l’intervento integrale della Lega, a cui segue la controreplica del PD:
Apprendiamo con stupore che l’azienda coinvolta nel progetto di teleriscaldamento senta il bisogno di intervenire pubblicamente in risposta a considerazioni politiche espresse da forze legittimamente e democraticamente rappresentate sul territorio. Riteniamo, infatti, quantomeno singolare che, a fronte di interrogativi sollevati sulla base di segnalazioni dirette dei cittadini, raccolte in modo trasparente, si scelga di rispondere non con chiarezza, ma con una difesa tecnica che non entra nel merito delle criticità poste che a poche ore di distanza viene fatta propria dal principale partito che sostiene l’amministrazione comunale.
Come amministratori locali, riteniamo che la vera domanda da porre non sia semplicemente “Teleriscaldamento sì o no?”, ma una ben più concreta e urgente: il progetto, così come presentato, rispetta davvero le norme urbanistiche vigenti e i criteri di sostenibilità che dichiara di perseguire?
La nostra azione si concentra sulla contestazione della delibera che, a nostro avviso, viola il Piano di Governo del Territorio, autorizzando un’opera (canne fumarie da 25 metri) che supera i limiti massimi previsti dalle Norme Tecniche di Attuazione (20 metri). Non si tratta di opinioni: sono dati oggettivi.
Ed è proprio su questo che intendiamo fare chiarezza. I numeri del progetto – presentati come “scientifici” – in realtà sono basati su ipotesi non dimostrate, prive di fonti e di una metodologia verificabile. Quanti cittadini lecchesi sono effettivamente disposti a dismettere le proprie caldaie, magari recenti e a basso impatto ambientale, per legarsi mani e piedi a un sistema monopolistico, il cui futuro – lo diciamo con franchezza – non è affatto garantito?
La questione non è solo l’altezza dei camini o l’impianto in sé, ma la scelta politica e strategica di inserire una centrale a metano, la cui unica funzione sembra essere quella di rendere economicamente sostenibile un progetto che, altrimenti, non lo sarebbe.
Ci chiediamo: è questo il modello ecologico che vogliamo per Lecco? Un progetto che invece di puntare sul riciclo dell’energia, aggiunge un nuovo impianto inquinante?
E allora ci chiediamo anche: perché il Partito Democratico e l’amministrazione Gattinoni hanno così timore che la cittadinanza si esprima su una delibera così importante? Non dovrebbe essere questo il primo obiettivo di una buona politica: coinvolgere, informare, ascoltare? Noi, al contrario, non abbiamo paura di metterci la faccia.
Crediamo che i lecchesi abbiano diritto a sapere e a decidere. Invitiamo il sindaco e tutto il PD a fare lo stesso, dimostrando rispetto per i cittadini: firmino anche loro per permettere che la popolazione si esprima liberamente.
Siamo certi che tra le persone c’è voglia di capire, non di accettare decisioni calate dall’alto, e riteniamo che l’amministrazione abbia sottovalutato un gap informativo che oggi rischia di trasformarsi in sfiducia.
Noi saremo tra la gente, anche questo sabato al primo gazebo di raccolta firme, con le idee chiare e con il coraggio di dire le cose come stanno.
Carlo Piazza
Candidato Lega Lombarda – Lega Salvini Premier
Emanuele Mauri
Segretario Cittadino Lega Lombarda – Lega Salvini Premier
Eppure basterebbe aprire lo Statuto comunale, far scorrere il dito fino all’articolo 22, voce “referendum consultivo”, per leggere che non si può promuovere un referendum su temi già oggetto di deliberazione con impegni vincolanti verso terzi (comma F) o su materie gestite con altri enti (comma G). Trarne le dovute conclusioni dovrebbe essere altrettanto semplice: stiamo promuovendo un referendum inammissibile. Fermiamoci.
E invece no. Non solo si insiste, ma si invita pure Sindaco e PD a firmare. La scena sarebbe quasi comica, se non fosse che la farsa viene offerta quale strumento ai lecchesi, i quali si troveranno a sottoscrivere un atto già vuoto mentre le loro preoccupazioni sono legittime e meritano rispetto.
Noi non ci nascondiamo dietro slogan. Ai cittadini diciamo: vi ascoltiamo, e proprio per questo promuoveremo momenti di approfondimento basati su dati, fonti e competenze tecniche e scientifiche. Perché la buona politica non si fa con le battute, ma perseguendo la verità.
PD Città di Lecco
P.S. mettiamo in chiaro una volta per tutte: il Consiglio comunale ha solamente approvato che “ai sensi dell’art. 11 (comma 7) del D.Lgs. n. 115/2008, l’eventuale rilascio di autorizzazione costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico”. L’Autorizzazione Unica Ambientale che sarà rilasciata dalla Provincia (organo governato dalla Lega) costituisce variante automatica al Piano di Governo del Territorio. Quindi anche il tormentone “va contro il PGT” è simpatico… ma falso.
Integriamo la nota pervenuta sul tema da Forza Italia:
Le ultime affermazioni del Pd non fanno altro che rafforzare la nostra contrarietà al progetto della realizzazione di una centrale termica nel rione del Caleotto a ridosso di abitazioni e scuole.
In particolare, la testuale citazione del comunicato del PD “l’altezza dei camini tanto contestata (25m) è motivata da un dato tanto concreto quanto semplice: più alto è il camino, più efficace è la dispersione degli inquinanti” ammette la fuoriuscita di inquinanti e quindi conferma la nostra preoccupazione rispetto alla tutela della salute dei cittadini e degli studenti.
In secondo luogo ribadiamo che si è deliberata la realizzazione di una centrale termica senza nemmeno avere contezza di chi realmente sarà interessato ad allacciarsi al teleriscaldamento e che, si è sventrata la città con notevoli disagi alla viabilità senza considerare che ormai il teleriscaldamento è superato e tutte le nuove costruzioni di appartamenti privati sono realizzate con tecnologie più avanzate in tema di riscaldamento. Dunque il fatto che questa centrale termica potrebbe eliminare le emissioni prodotte dalle attuali caldaie installate in città è solo un’ipotesi che non è stata nemmeno verificata se non per alcune grandi utenze.
Da ultimo, sottolineiamo che tale decisione non tiene conto di una visione credibile per il futuro di quell’area ipotecando qualunque tipo di sviluppo possibile di questa zona così importante e strategica della nostra città.
Ci chiediamo dunque quali prospettive urbanistiche e ambientali questa amministrazione intenda garantire a quest’area strategica della città.
Angela Fortino

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