BARZIO – Nell’approfondimento di Lecconotizie sulla Fusione dei Comuni in Valsassina c’è disaccordo sull’Altopiano tra chi la vede come una strada da imboccare e la propone come Moggio; chi proprio ad oggi non la considera come il sindaco di Barzio e ancora chi come il primo cittadino di Cassina Valsassina un pensiero invece lo farebbe ma la esclude a causa di rapporti poco sereni con le amministrazioni vicine, e chi, invece, come Cremeno preferisce non esprimersi.
Cremeno – Pier Luigi Invernizzi
“Personalmente non sono né pro né contro le fusioni tra Comuni. Mancano due mesi alla fine del mio mandato da sindaco e non mi sento oggi di schierarmi, è una valutazione che si potrà fare in futuro, se sarò rieletto. Non metto in dubbio che ci possano essere aspetti positivi ma deve essere una scelta molto ponderata perché non ci si può ripensare il giorno dopo. Se avessimo ulteriori risorse certamente le utilizzeremmo per lo sviluppo territoriale e turistico del territorio. Come Comune abbiamo sempre condiviso e sostenuto, anche con fondi nostri, progetti e accordi di programma che guardano al territorio nel complesso. Un ‘brand’ Valsassina? E’ un tentativo già fatto in passato, avremmo tante peculiarità da proporre”.
Moggio – Andrea Corti
“Abbiamo cercato di aprire il dibattito attorno a questa possibilità, senza ottenere grandi seguiti dai Comuni vicini al nostro. Eppure l’Alto piano è un territorio omogeneo, con esigenze simili, per cui potrebbe essere interessante e sarebbe il momento giusto per pensare a questa opportunità, nell’ottica di una maggiore efficienza nei servizi al cittadino. Un Comune unico consentirebbe di strutturare meglio gli uffici, ottimizzare le risorse e gli investimenti”. La situazione degli enti locali è evidente a tutti, aggravata dalla carenza di personale che oggi è più difficile da reperire che in passato. Sul fronte del turismo, avere un’offerta unitaria aiuterebbe, oggi ogni Comune si muove per sé con i propri eventi”.
Barzio – Arrigoni Battaia
“Non abbiamo mai parlato nel concreto di fusioni e con l’emergenza che stiamo vivendo oggi le priorità sono diverse. Sull’argomento specifico non mi esprimo. E’ vero che i Comuni hanno difficoltà ma non è una questione di risorse quanto di reperimento del personale, come i segretari comunali, figure che oggi si fatica a trovare sul mercato del lavoro. Il ‘brand’ Valsassina è qualcosa che si potrebbe fare, al di la delle fusioni. Siamo tanti paesi, si può lavorare comunque assieme”.
Cassina – Roberto Combi
“Per i nostri quattro Comuni dell’Alto Piano non è da scartare un futuro insieme. Bisognerebbe intanto avere rapporti cordiali e corretti tra amministrazioni comunali. Oggi la volontà di percorrere questo cammino non è condivisa. Resto scettico sulle risorse che verrebbero garantite dopo la fusione: con i quattro milioni di euro che i nostri quattro comuni versano ogni anni allo Stato nel fondo di garanzia comunale, potrebbe reggerci bene in piedi da soli. La struttura comunale continua bene il suo lavoro, pur con un ufficio tecnico aperto due giorni la settimana e il segretario comunale a mezza giornata, ma è sufficiente. La vera emergenza per un Comune come il nostro riguarda la spesa per il sociale, che è cresciuta dai 20 mila euro del passato agli attuali 140 mila euro. Per quanto riguarda il turismo avevamo l’intenzione di costituire una Pro Loco ma la pandemia ha fermato tutto”.
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