La tavola fiamminga è un thriller appassionante ed avvincente la cui storia che è stata creata sul quadro di Van Huys.
Arturo Pérez-Reverte ha una penna talentuosa: talora si sofferma troppo a lungo su dettagli forse non necessari, ma ha la capacità di non far mai cedere la trama né calare l’interesse del lettore. La storia si delinea con lo scorrere delle pagine in maniera lineare, con una giusta dose di tensione. Gran parte del finale può essere intuito già durante lo svolgersi della vicenda ma, tuttavia, resta interessante arrivare a capire perché. Perché una partita in corso da più di cinquecento anni venga portata avanti. E da chi.
Per certi versi la storia e lo stile di La tavola fiamminga ricordano quelli di La camera d’ambra di Matilde Asensi, anch’essa spagnola come Pérez-Reverte.
A voi leggere entrambi i libri e fare un confronto. Chissà che abbiate la mia stessa sensazione!
Trama.
Una scritta misteriosa si nasconde in un quadro fiammingo del Quattrocento: “Chi ha ucciso il cavaliere?”. A riportarla alla luce è Julia, una giovane restauratrice madrileña che vuole scoprire se il messaggio sia legato alla partita a scacchi rappresentata sulla tela oppure a un crimine rimasto irrisolto per secoli.
Con l’aiuto di Alvaro, professore di storia dell’arte e suo ex amante, quello dell’esperto di scacchi Munoz e dell’antiquario César, Julia cerca la risposta a un enigma che si rivela ben più complesso del previsto.
Intanto il suo mondo è sconvolto da una serie di delitti e da un assassino che sembra continuare la partita iniziata dal pittore cinquecento anni prima.
Francesca Numerati