“La libreria del buon romanzo” di Laurence Cossé

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Molti amano leggere (ed io sono una tra questi) ma per pochi leggere è vita. Ed intorno a questo concetto ruota questo curioso e particolare romanzo. Il titolo scelto dalla Cossé è indubbiamente irresistibile, come anche l’idea di una libreria che bandisce i best sellers, i romanzi commerciali e le novità stagionali per dedicarsi esclusivamente ai buoni romanzi, quelli meno conosciuti ma stilisticamente e letterariamente superiori a qualsiasi altro. Viene quasi voglia di leggere tutti i titoli (quasi sconosciuti) citati dai protagonisti.

La seguente citazione tratta da La libreria del buon romanzo parla da sé e non c’è da aggiungere altro:

“Noi non vogliamo libri raffazzonati, scritti in fretta e furia, si sbrighi, me lo finisca per luglio, a settembre facciamo un lancio come si deve e ne vendiamo centomila copie di sicuro. Vogliamo libri scritti per noi che dubitiamo di tutto, che piangiamo per un niente, che sobbalziamo per ogni minimo rumore alle spalle. Vogliamo libri che al loro autore siano costati molto, libri in cui si siano depositati i suoi anni di lavoro, il suo mal di schiena, i suoi punti morti, qualche volta il suo panico all’idea di perdersi, il suo scoraggiamento, il suo coraggio, la sua angoscia, la sua tenacia, il rischio che si è assunto di sbagliare. Vogliamo libri splendidi che ci tuffino nello splendore del reale e lì ci tengano avvinti; libri che ci provino come l’amore sia all’opera nel mondo accanto al male e totalmente contro di lui, anche se a volte non si capisce, e che lo sia sempre, tanto quanto il dolore lacererà sempre i nostri cuori. Vogliamo buoni romanzi. Vogliamo libri che non ignorino niente della tragedia umana, niente delle meraviglie quotidiane, libri che ci facciano tornare l’aria nei polmoni. E se anche ne uscisse uno ogni dieci anni (…), a noi basterebbe. Non vogliamo altro”.

Trama. Francia. In tre differenti località, in tre giorni diversi, tre scrittori che non si conoscono neppure vengono feriti e sono vittime di strani incidenti. Tutte e tre, però, collaborano con Ivan Georg (libraio di professione) e Francesca Aldo-Valbelli (infelice ereditiera italiana), i fondatori della libreria Al Buon Romanzo dove si vendeno solo buoni libri, non commerciali né novità letterarie.

Le tre vittime fanno parte degli otto scrittori incaricati da Ivan e Francesca di selezionare i libri da proporre nella libreria. Ognuno è ignaro dell’altro ed ognuno rigorosamente anonimo.

La libreria, una volta aperta, è diventata rapidamente un punto di riferimento. Ma una libreria del genere non può avere vita facile. Così Ivan e Francesca devono innanzitutto difendere i loro referenti ma anche la libreria. Infatti non tutti amano le nicchie elitarie, specie se si è esclusi da esse. Gli attacchi si fanno sempre più pesanti fino a che si arriverà addirittura all’omicidio di uno dei personaggi del romanzi, il più debole, il più dolce, il più indifeso.

Francesca Numerati