L’Italia nel bicchiere. Una carrellata di vini bianchi italiani tutti da scoprire

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Roberto Beccaria
Roberto Beccaria

RUBRICA – Cari amici, questo inizio di settembre ci riserva delle splendide giornate con temperature ben al di sopra della norma per cui sono particolarmente apprezzabili quei vini bianchi giovani, leggeri, fruttati e (perchè no) a volte anche briosi.

roberto_beccaria_homeVorrei parlarvi di questi vini, di cui l’Italia è particolarmente ricca a tutte le latitudini, con particolare attenzione a quelli ottenuti con uve autoctone a volte semisconosciuti o scarsamente considerati; non si sa mai che vi venga la voglia di assaggiarli. Partendo da Nord-ovest, e dalla Val d’Aosta in particolare, posso segnalarvi il Blanc de Morgex da uve Priè ed il Petite Arvine; poco più a sud, nel Canavese, si può assaggiare l’Erbaluce, ottimo anche nella versione spumante.

Il Piemonte è notoriamente terra di grandi vini rossi però si difende con dignità anche nei bianchi con vini tipo il Roero Arneis, il Cortese Gavi o anche la Favorita delle Langhe (che poi è un Vermentino).
La nostra Lombardia offre i vini bianchi dell’Oltrepò, il più delle volte vivaci, da uve Malvasia o Riesling Italico, oppure i vini bianchi del Garda come il Lugana o il Tai (ex tocai) di S.Martino della Battaglia.

Tutto il triveneto è particolarmente ricco di vini bianchi, dalla sponda Veneta del sopracitato Trebbiano di Lugana, si passa ai deliziosi Soave, al Durello dei Lessini o anche al Vespaiolo di Breganze, fino ad arrivare alla Mecca delle bollicine italiane in quel di Valdobbiadene, Conegliano ed Asolo dove spopola il Prosecco che in loco viene chiamato uva Glera.
In Trentino, magari tutti conoscono i Pinot, lo Chardonnay il Traminer o il Sauvignon, forse pochi conoscono la Nosiola, vino sapido e minerale. Con quest’uva ottiene anche il raro e pregiato Vin Santo Trentino: assolutamente da provare.

Per ciò che concerne l’Alto Adige ho una particolare predilezione per i vini bianchi della Valle Isarco, che magari non sono poi così leggeri, però hanno eleganza e ottima beva: Kerner, Sylvaner e Veltliner mi piacciono davvero tanto!

In Friuli , che per vini bianchi e terra benedetta da Bacco, il vino estivo per  eccellenza e la Ribolla Gialla, però con un po’ d’impegno e con i cibi giusti si riescono a bere degli ottimi Friulani (ex tocai) o Malvasie Istriane.

Scendendo lo stivale, ma non di troppo, incontriamo i vini dell’Emilia -Romagna che da Piacenza a Rimini offre numerose alternative. Si parte dalla Malvasia di Candia e l’Ortrugo di Colli Piacentini e Val di Nure, passando per il Pignoletto, il “Pagadebit” o la Sperlonga di Scandiano nel centro dell’Emilia, per arrivare all’Albana di Romagna, la prima storica DOCG in Italia per un vino bianco, anche nelle versioni frizzante o spumante.
Dalla Romagna si passa direttamente alle Marche, ormai non ho più bisogno di ribadire il mio debole per il Verdicchio quindi scopritelo anche voi, in alternativa posso consigliare un’ottima Passerina, giovane, fresca e accattivante (lo so, è inevitabile pensare ad altre belle cose ma il vitigno si chiama proprio così).

Sempre nel centro Italia, purtroppo martoriato dal terremoto, spiccano buoni vini generalmente ottenuti da uvaggi, come l’Orvieto, il Frascati o L’Est Est Est di Montefiascone, ma recentemente si stanno affermando alcuni monovitigni come il Grechetto in Umbria, la Malvasia puntinata nel Lazio o il Pecorino in Marche e Abruzzo, vini però di una certa struttura.

Più a sud, in Campania, non mancano certo vini bianchi sapidi ed equilibrati, adatti soprattutto alla cucina mediterranea come Greco di Tufo, Fiano d’Avellino, Falanghina e Coda di Volpe. Ancora più in giù, prima di traghettare nelle Isole, posso consigliare il Cirò bianco in Calabria o la Verdeca del Salento in Puglia.

In Sardegna, oltre al Vermentino, ho trovato davvero interessanti il Nuragus di Cagliari a sud ed il Torbato d’Alghero a nord dell’Isola, mentre in Sicilia si stanno affermando quelle uve che venivano usate un tempo per i Marsala e per i Vermouth come Inzolia (Ansonica) e Grillo che vengono vinificati in purezza già da diverso tempo. Più recente è la comparsa sul mercato di diversi Zibibbo secco, perfino il guru di Pantelleria Salvatore Murana ne produce una versione davvero intrigante, vini leggeri, freschi e aromatici che riconducono un po’ ai vini che hanno fatto scuola al nord come il Muscat de Chambave in Val d’Aosta o il Goldenmuskateller in Alto Adige.

Spero di avervi incuriosito e stimolato a conoscere vini nuovi, adatti alla stagione ed ai cibi con cui si accompagnano, giusto per essere coerente col mio motto… Assaggiare per credere

Roberto Beccaria

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