L’Italia nel Bicchiere. Vin Nobile di Montepulciano: mostro sacro del vino italiano

Tempo di lettura: 5 minuti
Roberto Beccaria
Roberto Beccaria

RUBRICA – Cari amici appassionati del vino, mentre sto mettendo giù queste quattro righe, fuori ci sono 4° di temperatura e, dopo i ripetuti eccessi sopra i 25° degli scorsi giorni, c’è in atto un’incredibile colpo di coda dell’inverno che fa venir voglia di  tirar fuori un bel vino rosso caldo ed elegante.

Roberto Beccaria

Neanche a farlo apposta proprio ieri sera nell’appuntamento mensile con gli amici di Lurago d’Erba ho assaggiato alcuni vini rossi davvero buoni tra i quali è emerso un’eccezionale Vin Nobile di Montepulciano che mi ha offerto lo spunto per parlarvi di questo grande vino rosso toscano.

La prima puntualizzazione, che per gli esperti può sembrare scontata e banale, sta nel differenziare due vini quasi omonimi che ancor oggi molti confondono: il Vin Nobile di Montepulciano, che è un vino rosso toscano ottenuto  da uve Sangiovese grosso (chiamato in loco Prugnolo gentile) ed il Montepulciano d’Abruzzo, che richiama rispettivamente il vitigno e la regione di provenienza.

Montepulciano è una splendida cittadina a sud di Siena, all’imbocco tra la Val d’Orcia e la Val di Chiana. E’ stata fondata dagli Etruschi ma la suo maggior splendore l’ha avuto tra il XIII° e XIV° secolo quando è stato caposaldo strategico di Firenze con cui era stabilmente alleata, contrariamente ad altri borghi medioevali del territorio come Pienza e Montalcino, storica antagonista. Una rivalità che ancor oggi prosegue
anche in campo enologico con la disputa Brunello / Vin Nobile.

Il “Vin Nobile” è uno dei nostri vini più antichi, addirittura ci sono delle citazioni in alcuni scritti del 789, ma l’attuale nome è stato dato grazie ad un certo Adamo Fanetti che negli anni trenta fu il primo ad affermarsi per la grande qualità del suo vino, fino allora era chiamato “Vino rosso scelto di Montepulciano”.
Nel 1966 è stato uno dei primissimi vini ad avere un disciplinare DOC, nel 1989 è stata una delle prime quattro DOCG. insieme a Barolo, Barbaresco e Brunello di Montalcino.

Attualmente lo si produce con minimo 90% di Prugnolo gentile e 10% di uve locali (il più usato è il Colorino). Richiede un’invecchiamento di almeno  due anni a partire dal 1° gennaio dopo la vendemmia e con un’anno in più di invecchiamento in botte viene qualificato “riserva”.
Stiamo quindi parlando di uno dei “mostri sacri” del vino italiano, spesso erroneamente relegato in seconda fascia dietro qualche sopravvalutato  Brunello o qualche modaiolo rosso di Bolgheri, ma proprio per questo  si riesce ad acquistarlo a prezzi più che abbordabili in rapporto al suo valore.

Il prodotto presente sul mercato lo si può distinguere in tre categorie fondamentali: Il Vin Nobile Classico, così detto “base”, le Selezioni per lo più ottenute da singoli vigneti particolarmente vocati e le Riserve.

Come sempre limito le mie citazioni ai vini (pochi ma buoni) che ho assaggiato recentemente e devo ammettere che ho avuto solo sensazioni positive.
Vino in continua ascesa dal punto di vista della finezza e dell’eleganza anche nei prodotti di partenza, eccellenti quelli di Poliziano, Avignonesi, Boscarelli, Dei, Salcheto e Gracciano della Seta.

Tra le selezioni il mitico “Vigneto Asinone” di Poliziano, il 2010 l’ho assaggiato l’altra sera a Lurago, ma ho trovato interessante anche il “Poderuccio” che viene dall’azienda Toscana dei Triacca, poi il “Vigna d’Alfiero” di Valdipiatta.

Tra le riserve sicuramente la “Bossona” di Caterina Dei, quella di Poderi Sanguineto e quella di Tenuta Gracciano di A.& G. Folonari (prezzo onestissimo).

Per quanto concerne i possibili accostamenti c’è solo da scegliere: in zona  i classici “pici” al ragù di cinghiale, poi è ovvio ricordare che siamo a ridosso della Val di Chiana e che una bella fiorentina di  chianina è sempre uno spettacolo, infine la splendida Pienza è a soli 10 km per cui è facile reperire un pecorino con la stagionatura perfetta per il proprio gusto e per il Vin Nobile da stappare.

Comunque lo vedrei bene anche con diversi piatti di carni rosse e formaggi tipici delle nostre parti come “Formai de Mut” , Taleggio, “Salva Cremasco” o “Bagoss”, tanto per citarne alcuni.

Dopo tante buone parole spese per il Vin Nobile di Montepulciano, mi sta venendo voglia di convocare i miei amici degustatori “del venerdì” per ripetere un’indimenticabile degustazione “verticale” fatta alcuni anni fa di sette diverse annate di “Vigneto Asinone” di Poliziano; almeno sei annate le ho già in cantina, quando mi arriva  l’annata nuova risfodero la serie dei sette bicchieri e via… si degusta!

Assaggiare per credere
Roberto Beccaria

[clear-line]

ARTICOLI PRECEDENTI

11 aprile – L’Italia nel bicchiere. “Pas Dosè”, lo spumante che piace sempre più

11 marzo – L’Italia nel bicchiere. Il Nero d’Avola: un vino da scoprire

 

2016

12 dicembre – “L’Italia nel bicchiere”. Natale a tavola: ecco quali vini scegliere

15 novembre – L’Italia nel bicchiere. Il mondo degli “uvaggi” e le sue eccellenze

18 ottobre – L’Italia nel bicchiere. I vini dell’Etna, un’eruzione di bontà

26 settembre – “L’Italia nel bicchiere”. Lagrein, dall’Alto Adige un “Signor” rosso

7 settembre – L’Italia nel bicchiere. Una carrellata di vini bianchi italiani tutti da scoprire

13 agosto – L’Italia nel bicchiere. Grigliata di Ferragosto? Ecco che vini abbinare

18 luglio – L’Italia nel bicchiere. Un vino per l’estate? Il Lugana

28 giugno – “L’Italia nel bicchiere”. Al Griso con Popo Mojoli per un viaggio (di)vino

7 giugno – L’Italia nel bicchiere. Un’escursione tra i vini della Valtellina

21 maggio – “L’Italia nel Bicchiere”. Oggi si stappa il Sauvignon blanc

22 aprile – “L’Italia nel bicchiere”. I bianchi della Valle Isarco

1 aprile – L’Italia nel bicchiere. Merlot: uva straordinaria e internazionale

15 marzo – L’Italia nel bicchiere. Alla scoperta dei vini di Sardegna

17 febbraio – L’Italia nel Bicchere. Spazio ai vini rossi frizzanti!

20 gennaio – L’Italia nel bicchiere. L’Aglianico, il “Nebbiolo del Sud”

4 gennaio – “L’Italia nel bicchiere”. Il Moscato d’Asti a fermentazione naturale

 

2015

9 dicembre – Feste vicine, qualche suggerimento “da bere”

5 novembre – L’Italia nel bicchiere. Alla scoperta dell’ottimo Montepulciano

16 ottobre – L’Italia nel Bicchiere. Vitigni e vini del meraviglioso Friuli

30 settembre – L’Italia nel bicchiere. Meglio l’Amarone o lo Sfurzat?

15 settembre – L’Italia nel bicchiere. Un viaggio tra i Supertuscans

2 settembre – L’Italia nel bicchiere. Scopriamo lo Chardonnay: l’uva più coltivata al modo

30 luglio – “L’Italia nel bicchiere”. Scopriamo gli abbinamenti vino – formaggio

17 giugno – “L’Italia nel bicchiere”. “Garganega: un gioiello di uva”

3 giugno – L’italia nel Bicchiere. Spezziamo una lancia a favore dei Rosati

24 maggio – L’italia nel Bicchiere. Viaggio tra i vini bianchi dell’Alto Adige

9 maggio – L’Italia nel bicchiere. Viaggio in Toscana alla scoperta del Chianti

21 aprile – “L’Italia nel bicchiere”. Parliamo di Barbera o, meglio, de’ La Barbera

1 aprile – L’Italia nel bicchiere. il Primitivo e il Negroamaro

26 marzo – L’Italia nel bicchiere. “Bollicine” italiane

24 febbraio – Viaggio nel mondo dei Passiti

13 febbraio – Il riscatto dei “Vitigni Poveri”

27 gennaio – Oggi con Roberto Beccaria parliamo del Nebbiolo

16 gennaio – Vino protagonista. “L’Italia nel bicchiere”, nuova rubrica di Roberto Beccaria