Il caldo, il sole, le vacanze al mare (e non solo) permettono a molti bambini di sperimentare il rapporto con l’acqua in piena libertà, di scoprire questo elemento meraviglioso e primordiale che hanno conosciuto prima di tutto nell’utero materno, che li ha cullati e tranquillizzati, e che in alcuni casi li ha accompagnati nel loro arrivo alla vita.
L’acqua è un elemento importante da far scoprire al proprio bambino nelle sue diverse sfaccettature: il bagnetto, i corsi d’acquaticità, i giochi all’asilo nelle “piscinette” magari con le bolle di sapone o a casa di amici durante un pomeriggio familiare…diventando così un’opportunità di crescita e di gioco fondante nella sua costruzione d’identità.
In questo panorama sono numerosissimi e frequentatissimi oggi i corsi d’acquaticità (0-36 mesi) che vengono proposti ai genitori dopo i tre/quattro mesi, periodo in cui di solito il bambino incontra le prime vaccinazioni che gli garantiranno le difese immunitarie necessarie.
Queste sono le prime occasioni in cui si cerca di vivere l’acqua, non con l’obiettivo di insegnargli a nuotare, ma per poter ri-trovare quelle sensazioni piacevoli e rassicuranti vissute nell’utero materno, ri-scoprendo sensazioni/emozioni ancestrali e condividendole con qualcuno di importante. Infatti in queste occasioni, il rapporto tra genitore e figlio diventa un cardine fondamentale in cui viene a consolidarsi, sia nell’affettuosa corporeità del contatto pelle a pelle, sia come possibilità di osservare il proprio bambino, i suoi bisogni e desideri ma anche le sue paure e timori.
Il genitore, punto di riferimento in questa nuova avventura, trova un notevole “campo di prova” dove impara a prendere le misure sul suo bambino, dandogli e dandosi fiducia.
La sicurezza, l’abilità e l’adattabilità che l’adulto metterà nel gestire il piccolo renderanno questi corsi un’opportunità di crescita nel loro rapporto.
Proviamo a darvi ora i nostri piccoli suggerimenti per vivere al meglio questa reciproca scoperta:
– cercate corsi che siano condotti da figure qualificate e professionali come le ostetriche, che meglio sapranno aiutarvi a leggere le esigenze del vostro bambino, ad osservarlo e a comprenderlo nei limiti e nelle possibilità che questa esperienza porterà;
– ricordatevi con non tutti i bambini hanno lo stesso apprezzamento per l’acqua. Infatti, se da una parte è un elemento naturale e primordiale, dall’altro ciascuno sviluppa con essa un rapporto personale e istintivo che la rende più o meno familiare al proprio essere. Vi consigliamo quindi di avere un approccio graduale e rispettoso delle reazioni che il vostro bambino avrà, senza le pretese e l’aspettativa che lui sia per forza un “piccolo nuotatore in erba”. A volte, come genitori, perdiamo la prospettiva e rischiamo di non vedere come è davvero nostro figlio;
– se è vero che i corsi di acquaticità vengono pubblicizzati in ogni dove, occorre ricordare che non è “obbligatorio frequentarli” ma che esistono tante altre proposte che possiamo condividere con il nostro bambino (corsi di massaggio infantile, incontri dopo la nascita con altre mamme/papà…). Per cui fermiamoci e scegliamo la proposta adatta noi: a ciascuno il suo, in base a cosa sente più vicino a lui!
L’acqua, infine, accompagna la crescita dei nostri bambini anche dopo i 12 mesi e soprattutto sopra i 3 anni. Il nuoto può diventare un’attività sportiva completa, che permette un buon sviluppo psicomotorio, ovviamente a patto che i bambini abbiano costruito un rapporto positivo con l’acqua e la percepiscono come divertimento. Anche in questo caso l’obbligo non giova a nessuno. Osservate il comportamento e l’istinto di vostro figlio: vi guideranno nella scelta giusta.
Lucia Riva e Elisabetta Vitali
Gli articoli della rubrica sono a cura delle Dott.sse Lucia Riva ed Elisabetta Vitali, pedagogiste dello Studio di Consulenza Pedagogica Koru
www.consulenzapedagogicakoru.it
Se avete domande o osservazioni potete scrivere all’indirizzo mail studiokoru@libero.it
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