RUBRICA – SOS GENITORI –
“Buongiorno, sono Chiara, 30 anni, sposata da quattro. Leggo spesso la vostra rubrica e so che vi occupate anche di coppie oltre che di genitori e figli. Per questo ho deciso di scrivervi, per avere un consiglio esterno, professionale e meno coinvolto di quelli che ho ricevuto finora. In breve il mio problema è questo. Io e mio marito ormai da un paio d’anni cerchiamo un figlio, che non arriva. Non sto qui a descrivere il percorso, a volte davvero difficile, tra esami e pareri ginecologici differenti. Diciamo che finalmente ora abbiamo una risposta certa: se vogliamo tentare di diventare genitori e concepire un figlio nostro dovremo intraprendere la strada della fecondazione assistita. E qui nasce il nostro problema. Che fare? Ci siamo informati in internet e da amici e conoscenti e ci hanno descritto questo percorso come davvero difficoltoso. Ci sono coppie che non hanno retto e si sono lasciati dopo anni di matrimonio. Io sento che il legame con mio marito è forte, finora abbiamo affrontato tutto questo insieme. Ma non so come reagiremmo davanti al fallimento dell’inseminazione. E se ci dicessero che non potremo mai diventare genitori? Noi abbiamo sempre parlato di avere tanti figli, è il nostro desiderio condiviso più grande. E se fosse impossibile? Chi ci assicura che non finiremo per odiarci perché “per colpa” di uno dei due non potremo mai realizzare il nostro sogno?
So che non potete scegliere voi per noi, ma magari potete darci qualche indicazione per affrontare al meglio questo percorso e provare a diventare finalmente una famiglia. Grazie.
Una futura mamma, speriamo!”.
Cara Chiara, comprendiamo perfettamente i timori e le paure che ti assalgono in questo momento. Non potrebbe essere diversamente. Il percorso che vi attende, inutile negarlo, probabilmente sarà ricco di emozioni e di ostacoli. Potrebbe essere la strada che vi farà abbracciare presto un figlio o che, al contrario, vi porterà alla consapevolezza che un figlio biologico probabilmente potrebbe non arrivare mai. Come preparasi a tutto questo? Impossibile farlo davvero. Per quanto vi sforziate ora, alle soglie di questa nuova avventura, non saprete mai davvero cosa accadrà, come reagirete, come cambierà la vostra vita e la vostra coppia.
Se ci pensi bene, però, questo vale in parte anche per una coppia che ha la fortuna di vedere le due famose lineette su un test di gravidanza positivo. Loro, come voi, possono sognare, provare a immaginare, fantasticare come sarà la loro vita tra nove mesi, alla fine del loro di percorso. Ma ogni mamma e ogni papà vi potrà confermare che la realtà, con un bambino vero tra le braccia, è completamente diversa da come ce la si era immaginata.
Che dirvi allora?
Sicuramente che già il fatto di porsi il problema di come reagirete e di quanto la vostra unione sia “in pericolo” è indice di maturità e consapevolezza. La PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) metterà probabilmente a nudo la vostra intimità. Visite, esami spesso poco piacevoli, cure ormonali con relativi effetti collaterali, attese infinite (dalle liste di attesa iniziali all’aspettare il ciclo successivo per riprovarci) sono parte integrante di questa esperienza.
Il nostro primo consiglio è quindi il guardarsi negli occhi e con sincerità dirsi se entrambi ve la sentite di affrontare tutto ciò, di fare questo passo che non sapete dove vi porterà. Non può essere una scelta “non convinta”. Confessatevi i timori e le paure che avete, le incertezze e le speranze. Infatti, per quanto sarete circondati da medici, operatori, amici e parenti (se deciderete di informarli), in realtà in quelle sale di attesa prima di entrare per l’ennesima visita o per sentirvi dire “il verdetto” dell’inseminazione, sarete soli. E dovete sapere si poter contare l’uno sull’altra.
Parlate anche di quali “limiti” porvi, anche se solo idealmente. Fino a che punto siete oggi disposti a spingervi per coronare il sogno di concepire un figlio? Quante inseminazioni? Quali tecniche potete accettare? Quanto tempo vi date per provarci? Consapevoli certo che le cose potrebbero cambiare in itinere.
Cercate quindi il più possibile di permettervi di parlarne, di confessare all’altro, ad un certo punto, che non ce la fate più, che non volete più andare avanti. O che al contrario, anche se avevate deciso di fermarvi, volete riprovarci ancora.
E fate in modo di avere ciascuno almeno una persona cara, fidata, un amico, con il quale potersi sfogare in un momento di sconforto se tra di voi in quel momento è troppo difficile dirsi certe cose perché farebbe troppo male. Una persona dalla quale ricevere un in bocca al lupo prima di un esame e al quale scrivere un sms per aggiornarlo appena usciti dopo una visita.
Sappiate inoltre che le coppie in PMA hanno solitamente a disposizione uno psicologo con il quale si confrontano prima di iniziare il percorso e che li seguirà in caso di necessità anche nelle fasi successive.
Allo stesso tempo è importante che come coppia mettiate anche in conto e programmiate cosa fare se anche la PMA non funzionasse. Sapere se il partner sarebbe aperto all’idea di un’adozione o riesca ad immaginare una vita senza un figlio è importante prima di affrontare un’avventura che non dà alcuna certezza.
Infine, cara Chiara, per quanto sembra difficile, cercate di fare in modo che la vostra vita familiare (perché voi siete già una famiglia!) anche durante i prossimi mesi continui coltivando interessi comuni e personali, il lavoro, le uscite con gli amici, le vacanze e quant’altro.
L’unico modo per percorrere il più serenamente possibile questa strada è mano nella mano, ovunque vi porterà. Questo il nostro augurio sincero!
Lucia Riva e Elisabetta Vitali
Gli articoli della rubrica sono a cura delle Dott.sse Lucia Riva ed Elisabetta Vitali, pedagogiste dello Studio di Consulenza Pedagogica Koru
www.consulenzapedagogicakoru.it
Se avete domande o osservazioni potete scrivere all’indirizzo mail studiokoru@libero.it
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