Sos Genitori. Compito in classe: che voto ha preso il tuo compagno?

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RUBRICA – Iniziato l’anno scolastico, cominciano le prime vicissitudini scolastiche. Una mamma ci scrive:

“Buongiorno sono la mamma di Leonardo, bambino di quarta elementare. L’altro giorno fuori da scuola sentivo le mamme che si confrontavano sui risultati ottenuti dai figli al primo compito di matematica. Nel discorso c’era una sorta di competizione su chi fosse andato meglio e avesse preso il voto più alto. Non che non avessi mai sentito questi discorsi, ma in questo caso una mamma era molto compiaciuta di fronte ad un’altra il cui figlio se l’era cavata più discretamente. Mi sono molto interrogata. Io stessa da piccola, a casa mia, ho il ricordo di questo brutto vizio: chiedere cosa avesse preso Tizio e cosa avesse preso Caio, ancor prima di sapere che risultato avevo ottenuto io. Ora mi chiedo esiste un modo per “proteggere” i nostri figli da questi “sbagli” genitoriali?”

Lucia-Riva-Elisabetta-Vitali-300x225Grazie a questa mamma per averci sottoposto questa questione, che molti di noi avranno vissuto durante gli anni scolatici e che forse, anche inconsapevolmente stiamo riproponendo ai nostri figli.

Nella nostra cultura la competizione è un atteggiamento naturale che si trova nelle nostre relazioni sociali e umane. Può diventare e assumere derive “pericolose” nel momento in cui diventa il nostro unico binario di confronto e di osservazione degli altri. I nostri figli a scuola vivranno per primi esperienze di competizione che potranno spronarli a dare il meglio di sé e ad impegnarsi in quello che stanno apprendendo. Detto questo, la competizione, nel suo motivare, deve poi lasciare il posto alla serenità di poter esprimere le proprie inclinazioni e capacità. Non siamo in eterna competizione e in eterno confronto, ognuno dà e porta avanti la sua unicità.

Questo i ragazzi lo sanno, o lo apprendono. Il vero “problema” possiamo essere noi genitori che con domande sbagliate e confronti tra pari rischiamo di far arenare i nostri ragazzi in sentimenti frustranti e stressanti. Sapere cosa ha fatto l’altro può diventare il metro di giudizio dei genitori; a volte appare come una domanda spontanea e innocua, mentre in realtà può diventare un faticoso copione di ogni compito in classe.

scuola_lavagnaCome frenare questo impulso di confronto davanti al risultato di un compito in classe del proprio figlio:

– “mordersi la lingua”. Sicuramente una metafora scherzosa, ma occorre davvero la buona volontà di mettere a tacere la propria voglia di sapere come è andata l’intera classe o il “secchione” di turno. Il silenzio permetterà al genitore di mettersi davvero in ascolto del proprio figlio;

– “non porre domande a trabocchetto”. Ascoltare senza domandare e accettare quello che nostro figlio ci dirà senza fare un interrogatorio da inquisizione. Ascoltare la sua esperienza, ciò che ha vissuto e come lo ha vissuto, così da imparare a conoscere nostro figlio e il suo modo di apprendere;

– “concentrarsi sulla sua unicità”. Aprirsi al suo essere speciale e al suo modo unico. Leggere insieme a lui il compito in classe, per gratificarlo del lavoro svolto e per riguardare con lui gli errori commessi. Accanto a lui, cercando di non giudicarlo, ma accompagnandolo nell’esperienza dell’imparare, anche di fronte ad un errore.

– “la dimensione dell’errore”. Infine, non sottolineate ogni sbaglio che avrà commesso. L’insegnante avrà già sottolineato gli errori e non tocca ai genitori rimarcarli maggiormente. Si può essere d’aiuto insegnando ai nostri figli che un errore non “distrugge” la propria vita, ma fa parte del processo di crescita e che dagli sbagli ci si può rialzare più forti e attrezzati di prima senza confronti e gare continue”

Lucia Riva e Elisabetta Vitali

Gli articoli della rubrica sono a cura delle Dott.sse Lucia Riva ed Elisabetta Vitali, pedagogiste dello Studio di Consulenza Pedagogica Koru – www.consulenzapedagogicakoru.it
Se avete domande o osservazioni potete scrivere all’indirizzo mail studiokoru@libero.it

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25 giugno – Non solo Essere e Dover essere: nuovi verbi, nuove possibilità!

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15 maggio – Sos Genitori. Chiedi scusa!

24 aprile – E’ una mia scelta

31 marzo – Bambini, basta litigare!

16 marzo – Il litigio in famiglia

5 marzo – Sos genitori. Estate in vista. Parola d’ordine: organizzazione!

17 febbraio – L’Amore ingrediente indiscutibile della vita

3 febbraio – E se non fosse la scuola giusta?

19 gennaio – Guardare il mondo attraverso la scrittura

 

2014

16 dicembre – Caro Babbo Natale, sono un papà…

2 dicembre – Ci vuole calma…

17 novembre – Imparare a desiderare e ad attendere a Natale

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14 luglio – Tempo di vacanze… e di convivenza!

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22 aprile – Educare: una lotta tra mamma e papà?

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10 marzo – Ninna nanna, ninna oh… Questo bimbo a chi lo do?

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10 febbraio – Rubrica Sos Genitori – Quando ad innamorarsi è la propria figlia

27 gennaio – Tutti a tavola

13 gennaio 2014 – Rubrica Sos genitori. E se poi lo vizio?

2013
9 dicembre – Ripercorrere il proprio “viaggio di famiglia”

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17 settembre – Tran tran quotidiano e poi?

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22 luglio – Aiuto o non aiuto?

8 luglio – Vacanze stressanti?

25 giugno – Abbiamo fiducia in te!

9 giugno – Finalmente un po’ di noia!

28 maggio – Si, viaggiare…!

12 maggio – In vacanza da solo con i nonni

29 aprile – Parco Gioco: luogo di tutti e per tutti

15 aprile – Gnam, si mangia!

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18 marzo – Io, papà

4 marzo – Non c’è tre senza… uno!

17 febbraio – Sono tutti bravi genitori… finché non hanno figli!

4 febbraio – Arriva, Arriva… il Carnevale!

21 gennaio  – Scuola… come scegliere?!?

7 gennaio 2013 – Happy New Year

2012
21 dicembre – Mamma, Babbo Natale esiste?

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19 novembre – I diritti dei bambini

4 novembre – Le prime luci di Natale

21 ottobre – Visita al cimitero?

23 settembre – L’estate sta finendo

12 settembre – Dolce Fermezza

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16 luglio – Acqua mi piaci

2 luglio – Siamo ancora una coppia?

18 giugno – I bambini e la TV

6 giugno – Aiuto! Mio figlio è geloso

28 maggio – Uno, due tre… il patello via da me!

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30 gennaio 2012 – Autoritatio? Permissivo? Autorevole? Scopri che genitore sei!