La chiusura delle iscrizioni alle scuole di ogni genere e grado si avvicina e per molti si tratta di una scelta tutt’altro che scontata. Una scelta che non riguarda soltanto i genitori e che mette in gioco moltissime variabili.
“Buongiorno, sono la mamma di una ragazzina che sta frequentando la terza media che deve iscriversi alla scuola superiore. Non sembra avere le idee chiare. Fino a qualche giorno fa ha cambiato opinione molte volte, chiedendo a me consigli, facendomi liste infinite di pro e contro. A scuola non hanno dato grosse indicazioni, nel senso che va molto bene e il responso è che può fare ciò che vuole. Ieri sera mi ha comunicato quella che sembra essere la scelta definitiva, un istituto tecnico, ma io ho molte perplessità. C’è in gioco il suo futuro. La vedrei in un liceo. Può tranquillamente farcela, forse è un problema di fiducia in sé stessa. Quanto assecondarla? O invece dovrei indirizzarla e impormi un po’?”.
La richiesta di questa mamma ci porta a toccare temi complessi. Quanto un genitore deve intervenire nelle scelte di un figlio? Quando è meglio lasciare che faccia le sue scelte anche se non le condividiamo, quando abbiamo il dubbio che stia sbagliando e temiamo che questo influirà sul suo futuro?
La scelta della scuola superiore è una tappa di crescita importante. Ci si trova a 14 anni a dover decidere cosa si farà in futuro, quale lavoro ipoteticamente svolgere, quanti anni dedicare ancora allo studio. Influirà certamente sulle opportunità future, inutile negarlo, ma non in modo definitivo ed univoco.
A volte i ragazzi non sono pronti, non hanno le idee chiare. Possono basarsi sulle loro capacità o aspirazioni, su quello che credono di potere o volere fare. Entra qui in gioco la capacità di autovalutazione. E’ importante che siano messi di fronte alla realtà dei fatti, ma senza negar loro la fiducia di potercela fare. Ci sono studenti che alle superiori “rifioriscono”. Altri che invece crollano. Altre volte invece la scelta è guidata anche dall’incertezza del futuro. Nuovo istituto, magari non vicino a casa, nessuno dei compagni attuali sarà presente. E si preferisce rimanere accanto agli amici di sempre, mettendo in secondo piano il resto.
Oppure ciò che spaventa è la poca “concretezza” di alcuni percorsi e i ragazzi sanno che tra cinque anni saranno comunque costretti a intraprendere un percorso universitario. Come possono decidere ora?
Intanto ascoltate i loro dubbi inizialmente senza intervenire. Lasciate che vi portino tutte le loro motivazioni, i pro e i contro. Aiutateli a fare chiarezza in loro. Questo aiuterà voi a capire quanto il vostro ragazzo sia maturo. Si trova in un momento delicato e avrà bisogno di sostegno.
Se ve lo chiede, consigliatelo. Attenzione però. Cercate di non sostituirvi a lui nella scelta, anche se inconsapevolmente potrebbe voler passare a voi la palla. Aiutatelo a focalizzare le sue capacità e le sue fatiche, non solo scolastiche ma anche organizzative. La scuola superiore non è solo seguire le lezioni. Implica anche orari di uscita da casa e di ritorno, mezzi di trasporto, quantità di compiti a casa. A volte la necessità di stare addirittura in convitto.
Valorizzatelo. Deve sentire la vostra fiducia, con un senso di realtà. Questa scelta influirà sul suo futuro, ma avrà la possibilità di cambiar rotta. E’ più importante sapere che lo appoggerete anche se non condividete in pieno.
Ricordate però che sarà lui a dover varcare la soglia di quell’aula per i prossimi anni. E l’averlo scelto sarà un aiuto in più nei momenti di difficoltà, perché non decida di abbandonare il percorso.
A questa mamma quindi consigliamo di mettersi a tavolino con sua figlia, che sembra già aver fatto un buon percorso di scelta. Ha chiesto consiglio, ha vagliato varie ipotesi, ha cambiato idea. Ora ha comunicato la sua decisione. Crediamo intanto che meriti un rimando positivo su questo. Ha dimostrato segni di maturità al di là del risultato finale. Accolga le sue motivazioni, le ascolti. Sua figlia l’ha interpellata a tempo debito. Se lo farà ancora per avere un parere su ciò che pensa le consigliamo di dirle che lei vede in lei tante potenzialità. Hanno ragione i professori se dicono che può fare ciò che vuole. Ne ha tutte le capacità. Le potrà mettere in campo anche in un istituto tecnico e poi scegliere in futuro altre strade, se è ciò che vorrà. E’ quello che vuole veramente? Se sua figlia è convinta accetti la sua decisione.
Essere genitori è anche questo. Aiutare i propri figli a scoprire chi sono e cosa vogliono.
Lucia Riva e Elisabetta Vitali
Gli articoli della rubrica sono a cura delle Dott.sse Lucia Riva ed Elisabetta Vitali, pedagogiste dello Studio di Consulenza Pedagogica Koru
www.consulenzapedagogicakoru.it
Se avete domande o osservazioni potete scrivere all’indirizzo mail studiokoru@libero.it
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