RUBRICA – Si avvicina novembre, e con esso per i cristiani le tradizionali visite al cimitero nel giorno della commemorazione dei defunti.
Quale occasione migliore per far visitare ad un bambino per la prima volta il cimitero e dare l’occasione a noi adulti di introdurre l’argomento della morte e del morire? È infatti un’occasione emotivamente non troppo coinvolgente, come potrebbe essere ad esempio il funerale di un nonno o conoscente, che prima o poi colpisce tutti i piccoli. Il 2 novembre, inoltre, per tradizione il cimitero appare curato, con molti fiori, lumini accesi e molte persone che lo frequentano. Può quindi apparire come un luogo di pace nel quale andare a trovare chi ci ha lasciato, prendendoci cura (insieme ai bambini) anche del luogo dove riposa. Può quindi fare meno paura rispetto ad una cerimonia funebre, con i parenti che piangono, la bara che viene interrata ecc.
Può essere opportuno parlarne prima, preannunciando cosa si vedrà (come è fatto il cimitero, come è la tomba, la presenza della foto e dei fiori, il bisogno di silenzio e contegno ecc.). Prepariamoci inoltre a ricevere molte domande, che per i bambini sono il modo di dare senso a ciò che è a loro sconosciuto.
Se si prevede di far visita a qualche caro che i bambini hanno conosciuto o ai quali erano affezionati potete chiedere loro se vogliono portare qualcosa da lasciare sulla tomba, un disegno, un bigliettino, o di scegliere i fiori. Anche questo è un modo per concretizzare il concetto di morte, così difficile e inafferrabile anche per noi adulti.
Ma quando i bambini sono pronti a parlare di morte?
Molto prima di quando pensiamo. Diciamo che spesso sono pronti prima loro di noi adulti, tanto è vero che ci troviamo spiazzati davanti alle loro domande inaspettate già a tre o quattro anni.
Per i più piccoli spesso questo è un concetto solo temporaneo e reversibile, non definitivo. Qualcuno se ne è andato, ma prima o poi tornerà. Oppure associano la possibilità della morte solo agli anziani.
Le cose cambiano con la crescita. Intorno ai sette otto anni la morte viene percepita come un evento definitivo e che può interessare tutti. Diventa più semplice allora anche per noi adulti fornire una spiegazione razionale in cui per esempio si spieghi il ciclo della vita che coinvolge tutti gli esseri viventi. Spesso la richiesta successiva è di comprendere cosa accadrà dopo la morte e questa risposta sarà dettata delle credenze individuali di ciascuna famiglia.
Qualunque sia la loro età, prima di parlare della morte ai bambini ogni adulto dovrebbe chiedersi cosa ne pensa in prima persona, quale sia la sua posizione e i suoi timori. Confrontarsi anche come coppia genitoriale è fondamentale, così da scegliere una linea di spiegazione condivisa e non creare ulteriore confusione nei più piccoli.
Facciamo sempre attenzione a ciò che diciamo, calibrando le parole in base all’età e osservando le reazioni del bambino. Ciascuno reagisce molto personalmente, alcune risposte potranno essere più accettabili per alcuni, meno per altri per i quali bisognerà trovare una nuova spiegazione.
Potrebbero accontentarsi delle risposte ricevute, oppure chiedervi degli approfondimenti. L’importante è sempre dimostrarsi disponibili di fronte agli interrogativi con un atteggiamento di ascolto anche se si hanno normali esitazioni ed incertezze. I bambini verranno rassicurati dalle vostre risposte, al di là dei contenuti, perché capiranno che voi siete un punto di riferimento a cui chiedere e con cui confidarsi.
Non basta parlare però. Fondamentale è anche l’ascolto. Occorre dare spazio alle loro riflessioni sull’argomento, alle risposte che si sono dati da soli.
Come abbiamo anticipato sopra, infine, oltre alle parole in questi casi aiutano molto i gesti, il fare qualcosa insieme. Leggere ad alta voce una fiaba, classica o moderna, in cui potersi identificare, fare un disegno o dipingere con la tempera sono linguaggi che possono aiutare un bambino, in base alle sue inclinazioni personali, a trovare le risposte che cerca attraverso dei modi più familiari e personali.
Lucia Riva e Elisabetta Vitali
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Gli articoli della rubrica sono a cura delle Dott.sse Lucia Riva ed Elisabetta Vitali, pedagogiste dello Studio di Consulenza Pedagogica Koru www.consulenzapedagogicakoru.it
Se avete domande o osservazioni potete scrivere all’indirizzomailstudiokoru@libero.it
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4 ottobre – Riprende la rubrica Sos Genitori. Santi nonni…
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