Nuova Lecco-Bergamo, anche Calolzio si confronta con i cittadini

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I lavori
Lo svincolo di Calolziocorte abbandonato da anni

Venerdì 6 ottobre alle ore 21 un’assemblea pubblica all’oratorio di Sala

Intanto i sindaci dei paesi coinvolti dall’opera hanno fatto pervenire le osservazioni al commissario straordinario

CALOLZIOCORTE – Dopo l’incontro organizzata dal comune di Lecco, anche l’amministrazione di Calolziocorte guidata dal sindaco Marco Ghezzi ha organizzato un’assemblea pubblica per presentare ai cittadini le nuove ipotesi progettuali della Variante alla ex 639 proposte da Anas per il lotto San Gerolamo. L’appuntamento è in programma venerdì 6 ottobre alle ore 21 presso il salone don Duci dell’oratorio di Sala.

Lecco-Bergamo, il rendering del progetto progetto originale dello svincolo del Lavello a Calolziocorte
Rendering del progetto originario dello svincolo del Lavello a Calolziocorte

Tre diverse ipotesi per collegare gli imbocchi Nord e Sud (rispettivamente nel rione di Chiuso a Lecco e in zona Lavello a Calolzio) della galleria, e proprio l’entrata e l’uscita del tunnel sono gli unici aspetti che coincidono con il progetto originario della provincia di Lecco. A decidere sarà unicamente il commissario straordinario Valerio Luigi Sant’Andrea, ma i comuni coinvolti dall’opera (Lecco, Vercurago e Calolzio) hanno fatto pervenire pareri e osservazioni (il termine fissato era il 4 ottobre).

 

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La posa della prima (e ultima) pietra dell’opera a Calolziocorte

A livello di tempistiche, da quando il commissario prenderà una decisione (il che dovrebbe avvenire a stretto giro) ci vorranno dai 18 mesi ai 2 anni per mettere a punto il progetto, mentre i lavori dureranno dai 4 ai 5 anni. L’assemblea di domani, venerdì, a Calolzio sarà particolarmente importante perché proprio la città della Valle San Martino, specialmente nel caso in cui si pervenisse a una delle due scelte che prevedono un consolidamento della galleria dall’alto, sarebbe quella maggiormente penalizzata dai lavori che prevedono l’occupazione temporanea di terreni, lo sgombero di aree, espropri e la demolizione di alcuni fabbricati.

Le tre ipotesi progettuali

Tre ipotesi progettuali in sintesi redatte dopo studi e approfondimenti geologici.

  • La prima ipotesi ricalca il tracciato originario e prevede uno scavo mediante consolidamenti sub verticali, una tecnica che necessità di occupare temporaneamente terreni, sgomberare aree e demolire fabbricati, un problema che avrebbe il suo impatto soprattutto sulla città di Calolzio (costo stimato 230 milioni)
  • La seconda ipotesi non necessita di opere di consolidamento ma prevede l’utilizzo di una talpa, il che però si traduce in tempi più lunghi (è più complicato reperire il macchinario, portarlo in cantiere e farlo funzionare) e costi maggiori (costo stimato 300 milioni).
  • La terza ipotesi prevede sempre un consolidamento dall’alto, ma con un tracciato più lungo che ridurrebbe le interferenze con fabbricati e proprietà private (costo stimato 260 milioni).
  • Le tre ipotesi progettuali
    Le tre ipotesi progettuali: dal basso l’ipotesi 1 (lilla), l’ipotesi 2 (rosso) e l’ipotesi 3 (blu)