Il Questore Stefania Marrazzo: “Basta negare l’amore: l’amore non è violenza”
La stanza realizzata in collaborazione con Soroptimist International
LECCO – ‘Basta negare l’amore, l’amore non è mai violenza”. Questo l’accorato appello del Questore di Lecco Stefania Marrazzo. In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, questa mattina la Questura di Lecco ha infatti inaugurato una nuova aula dedicata alle audizioni protette di donne e persone vulnerabili, realizzata grazie al progetto “Una stanza tutta per sé” promosso dal Soroptimist International d’Italia.

L’evento si è aperto nel cortile della Questura, dove gli alunni delle scuole primarie Falcone e Borsellino e De Amicis hanno consegnato manifesti realizzati in classe per dire “no” alla violenza. Un momento intenso, che ha permesso ai più piccoli di conoscere da vicino il lavoro quotidiano delle donne e degli uomini della Polizia di Stato.
Qui gli alunni sono stati accolti dal Questore Stefania Marrazzo e dal prefetto Paolo Ponta che si è rivolto direttamente agli studenti: “A volte noi maschi confondiamo l’amore con il possesso. Il rispetto è la cosa fondamentale: se lo imparate oggi, il mondo di domani sarà migliore”.
La cerimonia è proseguita con gli interventi istituzionali. Il questore di Lecco, Stefania Marrazzo, ha voluto sottolineare il valore concreto della nuova stanza: “Ho sempre lottato perché il diritto di essere donna fosse difeso. Questa stanza rappresenta la nostra affermazione di esserci sempre: siamo vicine alle donne e al loro disagio“. Poi l’appello ai ragazzi presenti: “L’indifferenza è la cosa peggiore. Se vedete violenza o un gesto sbagliato, chiedete a un adulto di intervenire, non voltatevi dall’altra parte. La scelta spetta a voi, la vostra presenza qui oggi dimostra che avete già deciso da che parte stare”.
Marrazzo ha ricordato le due strade lungo cui si muove la Polizia – prevenzione e repressione – e ha richiamato la necessità di superare stereotipi e giudizi: “Basta con il “però se l’è cercata”, basta negare l’amore e ciò che siamo“.

Tra i presenti anche la presidente nazionale del Soroptimist International d’Italia, Adriana Macchi, insieme a Silvia Villa (presidente del Club di Lecco) e Maria Grazia Corti (presidente del Club di Merate). Macchi ha ricordato la lunga strada percorsa dalla società italiana sul tema della violenza di genere, citando la figura simbolica di Franca Viola, prima donna italiana a rifiutare un matrimonio riparatore: “Da allora tanta strada è stata fatta, ma non basta. La violenza di genere è un problema dell’intera comunità, non solo delle donne”.
La stanza inaugurata a Lecco è la 305ª realizzata in Italia, la quinta solo oggi, parte di un progetto avviato nel 2014 per garantire luoghi accoglienti e riservati per le denunce. “Il silenzio uccide – ha detto Macchi – continuiamo a essere sentinelle”.
Il prefetto Ponta ha ricordato la campagna nazionale della Polizia di Stato “Questo non è amore”, attiva dal 2018, e ha richiamato l’importanza di cogliere i segnali della violenza prima che degeneri: “Le forme più subdole non vanno ignorate. Rispetto, servizio, accoglienza: sono le nostre parole d’ordine. Se sei un vero uomo, l’amore non è quella cosa lì, va ribadito ai più giovani”.

Dello stesso avviso il procuratore Ezio Domenico Basso: “Forse rivesto il ruolo più ingrato: quando un caso arriva sul mio tavolo significa che la situazione è degenerata”. Ha quindi insistito sulla necessità della formazione e della responsabilizzazione sociale: “Ignoranza e omertà fanno solo danni. La persona offesa deve riuscire ad aprirsi e raccontare tutto; gli strumenti per proteggerla ci sono”.

Il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, ha infine ricordato il ruolo educativo delle istituzioni: “Il nostro mestiere è fare formazione. Quando parli con gli adolescenti ti chiedi come possano riconoscere la violenza se la vedono in casa: è una riflessione che deve interrogarci tutti”.
La mattinata si è conclusa con il taglio del nastro inaugurale e la benedizione della stanza protetta da parte del parroco della Polizia di Stato Don Andrea Lotterio.



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