Quasi un migliaio gli ucraini residenti in provincia. Il prefetto: “Non sappiamo ancora l’entità dei flussi”
Si fare rete con i comuni: “Stiamo valutando anche la disponibilità di b&b e, in ultima istanza, hotel”
LECCO – L’incontro di saluto dedicato alla stampa in vista dell’imminente partenza per Ravenna, è stata l’occasione per il prefetto Castrese De Rosa di fare il punto sull’emergenza per Ucraina giunta anche nel lecchese con i primi arrivi di famiglie in fuga dalla guerra.
“Abbiamo istituito una cabina di regia qualche giorno fa con i Distretti di Lecco (Ambiti di Bellano, Lecco e Merate), col sindaco di Lecco e con Ats Brianza; ho parlato anche con Luciano Gualzetti della Caritas che a sua volta si sta organizzando, per avviare una prima ricognizione di disponibilità di alloggi – ha spiegato il Prefetto – Il vero problema al momento è questo, trovare alloggi: sono circa 932 gli ucraini residenti in provincia e ciò lascia supporre che dobbiamo prepararci ad accogliere tante persone”.
Il Ministero ha dato delle prime indicazioni: “Oggi pomeriggio alle 18 faremo una videoconferenza con tutti i Prefetti della Lombardia insieme all’assessore regionale alla protezione civile per coordinarci bene anche a livello regionale. Sotto la direzione della dottoressa Motolese, però, ci sarà una cabina di regia anche qui in Prefettura a Lecco e monitoreremo la situazione man mano ci saranno afflussi più strutturati”.
Ora l’importante è riuscire a trovare alloggi: “Non possiamo saturare la rete dei Cas (Centri di Accoglienza Straordinari), anche se il Ministero ci dice di investire sui Cas dobbiamo renderci conto che i nostri non hanno disponibilità enormi e noi dobbiamo accogliere coloro che chiedono asilo politico. Abbiamo avviato un dialogo con i sindaci del territorio per valutare oltre alla disponibilità di alloggi privati anche quella di bed&breakfast e in ultima istanza alberghi”.
I fondi per la gestione dell’emergenza dell’accoglienza dovrebbero essere incrementati dal Ministero e sulla base di questi sarà possibile aumentare sia i posti dei CAS che dei SAI (il sistema di accoglienza e integrazione, ovvero l’accoglienza diffusa). Dal punto di vista giuridico l’accesso ai Cas è consentito ai cittadini ucraini indipendentemente dalla presentazione della domanda di protezione internazionale e quindi indipendentemente dallo status giuridico di rifugiato e si stimola la stipula di accordi con le amministrazioni per fare rete sul territorio tra prefetture e comuni.
“Ovviamente la situazione è fluida, avremo maggiori elementi a seguito dei contatti di oggi pomeriggio. Non sappiamo ancora quanti flussi arriveranno, attualmente sono arrivati un po’ alla spicciolata ospitati da famiglie già residenti. Noi li abbiamo invitati a fare la dichiarazione di ospitalità in Questura per poter censire le presenze e con l’Ats riuscire a valutare anche la questione sanitaria”.