Assunta dal Comune nel 1982 Tella ha lavorato per oltre 40 anni nei due nidi Arca di Noè e Arcobaleno
Oggi è stato l’ultimo giorno: “Lascio il mio luogo del cuore”
LECCO – Una vita trascorsa…al nido. Già, perché Donatella Rigo, 62 anni, di Viganò, quando è stata assunta dal Comune di Lecco come educatrice di anni ne aveva 20. La prima volta che ha messo piede in un asilo, in realtà, neanche. Era il gennaio del 1981, il nido era quello di Viale Adamello, Arca di Noè. Tre mesi di ‘prova’ sono bastati a farla innamorare di un lavoro che ha riempito la sua vita per oltre 40 anni.
Oggi, venerdì 14 giugno, Donatella ha varcato per l’ultima volta la soglia del nido comunale Arca di Noè in Viale Adamello: da domani sarà infatti in pensione. Le colleghe e i bambini l’hanno aspettata in giardino per un breve ma sentito momento di festa: un modo semplice per ringraziare una persona che nel corso della sua esperienza lavorativa è stata in grado di lasciare un segno profondo.
L’emozione è tanta: “Provo sentimenti contrastanti – confida – da un lato capisco di essere arrivata ad un traguardo importante, dall’altro so che mi mancherà il nido. Ho trascorso più tempo qui dentro che a casa, praticamente… è un ambiente in cui sono cresciuta non solo professionalmente ma anche personalmente, che mi ha dato tanto”.
Donatella, per tutti Tella (appellativo ‘scelto’ anni fa da uno dei ‘suoi’ bimbi) ha iniziato nel gennaio del 1981 proprio a San Giovanni: “Ero appena uscita da scuola, lavorare al nido era una delle mie scelte, ho avuto la possibilità di farlo e terminati i tre mesi ho capito che questa era la mia strada. A settembre dello stesso anni ho ripreso ma al nido di Pescarenico, sempre Comunale, e non ho più smesso: ho fatto il concorso e nel settembre dell’82, a 20 anni, sono stata assunta dal Comune di Lecco”.
Tella ha trascorso 30 anni al nido Arcobaleno di Pescarenico e gli ultimi 12 all’Arca di Noè a San Giovanni. 42 anni in cui i cambiamenti vissuti sono stati tanti: “Quando ho iniziato gli ambienti erano tutti aperti, i gruppi dei bimbi anche, i giochi erano molto diversi e non c’era la figura di riferimento, cioè l’educatrice che accompagna ciascun bambino e la sua famiglia nel percorso del nido. I cambiamenti hanno riguardato tanti aspetti, dagli spazi alla formazione delle educatrici. E’ stato bello per me vedere tutto questo, l’evoluzione del mio lavoro mi ha sempre affascinata”.
Tanti cambiamenti e una costante certezza per Tella: “Per il bambino, venire al nido è un gran regalo. Ha l’opportunità di stare con gli altri bambini, in uno spazio su misura per lui, dove può sperimentare l’autonomia e il rischio. Al nido non c’è il rapporto uno a uno, c’è il gruppo e il bambino impara a conoscersi e a conoscere l’altro. Ma è anche un’opportunità per i genitori di confrontarsi, chiedere, condividere le fatiche”.
La fine di un percorso così lungo ed intenso è segnata dalla gratitudine: “I ringraziamenti che devo fare sono tanti: al Comune, che mi ha assunta, e le amministrazioni comunali che si sono susseguite che hanno sempre creduto nel nido come servizio, investendo risorse non indifferenti anche nella formazione. A questo proposito, un grazie speciale alla mia dirigente, Marina Panzeri, una persona formidabile con cui abbiamo fatto veramente un grande lavoro”.
L’altro ringraziamento è alle colleghe educatrici, la grande famiglia di Tella. “Il nido è un luogo speciale, fatta da persone speciali. E’ il mio luogo del cuore dove lascio tanti affetti: i bambini, le famiglie, con cui ho sempre costruito un rapporto basato sulla fiducia, ma anche qualcosa di più: sono sempre stata molto consapevole del fatto che una famiglia al nido porta il tesoro più prezioso che ha e per questo con le colleghe e le coordinatrici abbiamo progettato e condiviso tanto, gioie, risate, dubbi, qualche lacrima e difficoltà, l’ultima su tutte il Covid. Un periodo in cui anche noi abbiamo provato smarrimento ma ci siamo reinventate per riuscire a tenere compagnia e supportare le famiglie a distanza. Proprio il lavoro di squadra con le mie colleghe è una delle cose che più ho preferito del mio lavoro: qui non sei mai solo”.
E poi naturalmente ci sono i bambini (e le loro famiglie): “Adoro stare con loro, mi divertono. Quando sono con i bambini i miei pensieri spariscono: mi piace la loro serenità, la loro spensieratezza, mi piace ascoltare i loro discorsi, mi piace la loro voglia di incontro con il mondo che noi adulti un po’ perdiamo. Non è un lavoro sempre facile, ma dà tanto e sono grata di averlo potuto fare. In 42 anni non ho mai avuto un giorno in cui io abbia detto ‘oggi non ho voglia di andare al nido’, sono sempre venuta al lavoro con passione, anche nei momenti più complicati”.
Da domani, Tella si godrà la meritata pensione: “Vorrei ritrovare un po’ di tempo per fare le mie cose senza correre – racconta sorridendo – andrò qualche giorno via con le mie figlie, poi vorrei dedicarmi alla pittura su ceramica, la mia passione. Sembrerà strano, ma dovrò davvero abituarmi a non dover venire al nido”.
Prima di salutarla, le abbiamo chiesto se avesse un messaggio da rivolgere alle giovani educatrici: “Il mio augurio è quello di riuscire a mantenere sempre atteggiamento positivo al cambiamento e di perseguire gli obiettivi con passione e determinazione. Ma soprattutto, di riuscire a guardare i bambini con occhi curiosi, pronti a stupirsi e a divertirsi”.
Ndr: Ho avuto la fortuna di conoscere Tella al Nido Arca di Noè, dove quest’anno, tra gli altri, ha seguito anche la mia bimba.
Tella è una di quelle persone che bastano 5 minuti di conversazione e ti sembra di esserle amica da sempre. Dolce, curiosa, pacata, interessata, ma anche seria e determinata all’occorrenza. Non solo è stata capace in pochi giorni di conquistarsi l’affetto di tutti i bimbi, ma anche di noi “grandi” e (spesso) dubbiosi genitori, sempre disponibile per un confronto o un incoraggiamento. Intervistandola mi ha confidato: “Spero di aver lasciato a tutti quelli che ho incontrato almeno una piccola parte di quello che ciascuno di loro ha dato a me”. La voglio rassicurare: è così, almeno per quanto mi riguarda (ma credo di poter parlare a nome di tanti altri genitori, se non proprio di tutti quelli che hanno avuto la fortuna di incrociarla sul loro cammino).
Grazie di tutto, Tella (anche di esserti concessa a quest’intervista che so averti ‘angustiato’ i pensieri per qualche giorno, timorosa di non riuscire a raccontare quanto il tuo lavoro abbia significato per te…). Buona meritata pensione!