Qualcosa inizia a muoversi nell’ex stabilimento industriale di via Mazzucconi che sarà oggetto di recupero nell’ambito della rigenerazione urbana
Dal Comune fanno sapere: “Nessun cantiere, sono in corso i rilievi”
LECCO – Non è ancora un cantiere, ma qualcosa inizia a muoversi. Da qualche giorno, all’interno dell’area dismessa dell’ex Vellutificio Redaelli di via Mazzucconi, nel cuore del rione di Rancio, sono stati notati mezzi da lavoro e operai. Una presenza che non è passata inosservata tra i residenti, alimentando curiosità e aspettative attorno a un progetto di rigenerazione urbana atteso da anni.
Dal Comune arriva la precisazione: “Non si tratta ancora dell’apertura del cantiere – fanno sapere dagli uffici – ma solo di attività di rilievi tecnici sul terreno e sulle strutture esistenti”. Un passaggio comunque significativo che, dopo un lungo iter burocratico avviato ormai due anni fa, fa presagire l’avvicinarsi della fase operativa.
Un pezzo di storia lecchese in attesa di rinascere
Il Vellutificio Redaelli non è solo un ex complesso industriale, ma un tassello importante del tessuto storico ed economico di Lecco. Fondato nel 1893 da Alfredo Redaelli, divenne la prima tessitura meccanizzata d’Italia specializzata nella produzione di velluto di ordito. Un’epoca in cui Rancio era un polo produttivo vivo e dinamico. Oggi, a distanza di oltre un secolo, la sfida è trasformare quel passato industriale in uno spazio utile alla collettività.
Il progetto – frutto della collaborazione tra soggetti pubblici e privati – prevede la realizzazione di appartamenti, parcheggi destinati ai residenti del quartiere e un’area multifunzionale, pensata anche per accogliere un ambulatorio medico. Un’iniziativa che rientra a pieno titolo nella più ampia strategia di rigenerazione urbana messa in campo dal Comune di Lecco.
Rancio non è un caso isolato: la rigenerazione è in atto
Il caso Redaelli è solo uno dei 24 interventi approvati dall’Amministrazione comunale nell’ambito del piano per la riqualificazione di aree dismesse e sottoutilizzate. Con l’approvazione, nel dicembre 2021, delle linee guida per la rigenerazione urbana, Lecco si è posta all’avanguardia in Lombardia, registrando nove progetti già in fase avanzata.
Tra i cantieri in fase di completamento, spiccano quello della ex Ferramenta Venerota tra via Tubi e via Cantarelli, dove è sorta una palazzina di 1.448 mq, e quello dell’area ex Logaglio ad Acquate, dove si stanno realizzando due edifici residenziali, un parcheggio pubblico da 62 posti e una palestra per la scuola elementare Battisti.
Terminato il restauro di un edificio settecentesco in via Corti a Pescarenico, anch’esso destinato ad uso abitativo. Prossimo anche l’intervento sull’area ex Odobez in via Gorizia, con tre nuove palazzine, spazi verdi e un percorso pedonale lungo il Gerenzone.
Nell’elenco poi ci sono l’ex Leuci, l’area Tamoil in zona Caviate, l’ex Eusider e il progetto di riqualificazione della palazzina in Piazza Diaz. Interventi previsti o in fase di avvio che si inseriscono nel più ampio programma comunale di rigenerazione urbana. L’obiettivo dichiarato è quello di recuperare aree dismesse e restituirle a nuovi usi, residenziali e pubblici.
Un equilibrio tra passato e futuro
Il quartiere di Rancio guarda con attenzione a ciò che accade dietro i cancelli dell’ex Vellutificio. Per molti residenti, quel luogo non è solo un rudere industriale, ma una memoria condivisa, un simbolo di una Lecco che ha saputo crescere e innovarsi. Restituirgli vita e funzione è un gesto che va oltre il mattone: è un atto di rigenerazione anche sociale.
I rilievi di questi giorni non segnano ancora l’inizio dei lavori, ma rappresentano il primo segnale tangibile che qualcosa si sta muovendo. Ora resta da capire quando, inizieranno i lavori veri e propri con lo svuotamento dello stabile, il suo smantellamento e quindi il cantiere per ciò che sorgerà di nuovo. E Rancio, da dietro le finestre, osserva.

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